Ieri nella sede romana di Tim si è svolto l’incontro tra l’amministratore delegato, Luigi Gubitosi, e Elisabetta Ripa, amministratrice delegata di Open Fiber.
Un’ora di colloquio al termine del quale la stessa Ripa ha preferito un no comment attorniata dai cronisti.
Il messaggio però c’è stato: le mani si sono strette per un primo rendez-vous “organizzativo per esplorare possibili sinergie e collaborazioni tra Tim e Open Fiber” su rete e fibra ottica.
Sul tavolo, ovviamente, anche intese commerciali, ma soprattuto “identificare i team che lavoreranno insieme e fissare un’agenda”.
Una direzione di marcia auspicata dal Tesoro e dalla Cdp, azionista sia di Tim che di Open Fiber.
Il primo a lanciare l’amo era stato in realtà lo stesso Gubitosi, che aveva auspicato di potersi sedere al tavolo con Open Fiber per discutere concretamente i “numeri” dell’operazione.
Subito l’aveva seguito il numero uno di Enel Francesco Starace, che aveva tuttavia messo in chiaro come i conflitti tra i soci Elliott e Vivendi potrebbero essere un ostacolo, con una stilettata ai vertici di Tim.
Il fondo Usa spinge sempre verso lo spin off della rete, premessa della società unica della rete.
Ma rumors di professionisti che seguono il dossier accreditano sempre più l’ipotesi che una soluzione di compromesso – gradita a Vivendi e non ostacolata dalla Cassa – potrebbe essere uno scorporo al contrario: ossia fare di Tim il perno della società della rete, mettendo sul mercato la parte dei servizi. Uno scorporo “al contrario”, l’ha definito il Sole 24 Ore oggi.
“Vivendi e Cdp non potranno che trovare un accordo”, si dice in ambienti del gruppo francese. E chi più di Gubitosi – nominato da Elliott ma non sfiduciato dai francesi – può lavorare a questo fine?
Nel frattempo il capo azienda di Tim, nella sequela di nomine interne e avvicendamenti di manager, ha affidato dal primo febbraio la funzione “Judicial Authorities Services” ad Antonio Barbato, già nella Polizia, nella Guardia di Finanza e nei Servizi di sicurezza. Negli ultimi 16 anni, Barbato si è occupato di sicurezza del Paese e Intelligence economico-finanziaria alla presidenza del Consiglio.
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