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Bluebell Tim

Che cosa si dice di Gubitosi al vertice di Tim nei Palazzi della politica

Elogi e apprezzamenti multipartisan per Luigi Gubitosi, neo amministratore delegato di Tim. L’ex manager di Fiat, ex numero uno di Wind ed ex direttore generale della Rai, è stato nominato capo azienda di Tim dal fondo americano Elliott – che con circa l’8% controlla il consiglio di amministrazione dell’ex Telecom Italia – e presto lascerà l’incarico…

Elogi e apprezzamenti multipartisan per Luigi Gubitosi, neo amministratore delegato di Tim.

L’ex manager di Fiat, ex numero uno di Wind ed ex direttore generale della Rai, è stato nominato capo azienda di Tim dal fondo americano Elliott – che con circa l’8% controlla il consiglio di amministrazione dell’ex Telecom Italia e presto lascerà l’incarico di commissario Alitalia.

Non ha avuto l’ok dell’azionista di maggioranza di Tim, ossia dei francesi di Vivendi, ma Gubitosi non ha avuto la contrarietà del governo e della maggioranza M5S-Lega (anche se consiglieri governativi che seguono il dossier Alitalia da tempo sollevano critiche sulla conduzione del vettore e sulle modalità del prestito-ponte deciso da Gentiloni e Calenda con Gubitosi). Non solo, il nuovo numero uno di Tim che prende il posto di Amos Genish ha incassato anche il plauso di Forza Italia. Ieri Maurizio Gasparri, già ministro delle Comunicazioni nel governo Berlusconi, ha twittato: “Tim ha bisogno di una guida stabile e competente, con azionisti che rispettino l’Italia. In bocca al lupo a Gubitosi”.

Pure dal Pd non arrivano scudisciate. Nessuna sorpresa: Gubitosi fu nominato dg della Rai dal governo Monti. Non solo: dai democrat arriva un giudizio positivo alla linea decisa dal governo sulla rete. “Ci sono questioni da verificare e condizioni da porre ma la direzione mi sembra condivisibile e, credo di poter dire, coerente con il disegno perseguito dai nostri governi”, ha commentato Antonello Giacomelli, vicepresidente della Vigilanza Rai ed ex sottosegretario alle Comunicazioni dei governi Renzi e Gentiloni, sull’emendamento al decreto fiscale del relatore Emanuele Fenu (M5S), che punta ad incentivare la fusione tra la rete Tim e Open Fiber.

Un progetto, quello del governo, menzionato esplicitamente da Gubitosi subito dopo la sua nomina ad amministratore delegato di Tim: i miei obiettivi? “Incrementare la generazione di cash flow per ridurre il debito ed esaminare con attenzione e velocità il progetto per la costituzione di una rete unica”, ha detto Gubitosi.

D’altronde proprio il dossier rete è stato uno dei dossier che hanno contrapposto Elliott a Vivendi. Con il fondo pro scorporo e allineato ai desiderata dell’esecutivo e i francesi contrari.

A riprova della buona, anzi ottima, stampa che gode Gubitosi, è significativo un articolo odierno del quotidiano la Repubblica, il giornale che si connota sempre più per le critiche al governo M5S-Lega. Gubitosi? “Si è sempre distinto come un manager che lavora tanto, parla poco e perfino nelle grandi occasioni preferisce rimanere nelle retrovie”.

Lo pensano anche pentastellati e leghisti? “Quello che succede in Tim è un’operazione di mercato. Quindi noi non interferiamo”, ha detto due giorni fa il vicepremier e capo M5s, Luigi Di Maio. Atarassia formale o sostanziale per Gubitosi?

Ambienti governativi sottolineano a Start: “Lui ha informato il ministero dello Sviluppo economico che voleva andare in Tim. Il Mise gli ha detto che è un cittadino libero”.

“Ai 5 stelle il suo nome di sicuro non piace e non credono sarà lui ad agevolare il loro piano”, ha scritto Ilario Lombardo del quotidiano La Stampa che segue da anni i grillini.

Aggiunge un esponente di spicco del Movimento: “In Tim non sono chiari né la governance né gli obiettivi azionali. E Gubitosi appare un cavallo zoppo visto la guerra preannunciata da Vivendi. Vedremo”.

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