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Bluebell Tim

Inwit, Persidera, Sparkle, rete. Tutti i dossier di Gubitosi in Tim

Che cosa farà Luigi Gubitosi in Tim? Su quali dossier accelererà e su quali frenerà rispetto al suo predecessore Amos Genish? Fatti, indiscrezioni e scenari

Che cosa farà Luigi Gubitosi in Tim? Su quali dossier accelererà e su quali frenerà rispetto al suo predecessore Amos Genish, sfiduciato dai 10 consiglieri espressione del fondo americano Elliott?

Sono le due domande clou che da domenica si pongono addetti ai lavori, investitori e dipendenti del gruppo di tlc che vede i due azionisti forti – i francesi di Vivendi con circa il 24% e il fondo Elliott con circa il 9%  – in perenne contrapposizione.

Una frase detta da Gubitosi subito dopo la sua nomina è significativa: “Incrementare la generazione di cash flow per ridurre il debito ed esaminare con attenzione e velocità il progetto per la costituzione di una rete unica”. Questo l’accenno di programma del nuovo amministratore delegato e direttore generale dell’ex Telecom Italia.

Quindi: spingere su ricavi, vendere asset e scorporare la rete.

Tra i dossier in cantiere – secondo indiscrezioni di mercato – ci saranno senz’altro la cessione di Persidera (già in fase di rodaggio) e Sparkle (la controllata dei cavi sottomarini ritenuti strategici dai Servizi non potranno non andare ad una società statale, Cdp in primis direttamente o indirettamente).

Inoltre, secondo Manuel Follis di Mf/Milano Finanza, ci sarà un possibile stop all’acquisizione di Nextel in Brasile (i francesi di Vivendi sono invece molto attenti al mercato brasiliano).

C’è poi il caso della società Inwit, controllata al 60% da Tim e attiva nelle infrastrutture per le comunicazioni elettroniche (nello specifico, quelle dedicate all’ospitalità di apparati di trasmissione radio, per le telecomunicazioni e la diffusione di segnali televisivi e radiofonici)

Nell’intervista al Sole 24 Ore dopo essere stato silurato da Elliott mentre è stato difeso da Vivendi, Genish ha detto: “Vendere Inwit e cedere il controllo della rete farebbe mancare le opportunità che si aprono con il 5G”.

Come dire: Elliott voleva che io cedessi Inwit, ma non ho voluto.

Quindi ora Gubitosi venderà le quote di Inwit? E a chi? Si vedrà.

Quanto allo scorporo della rete, in vista di una fusione degli asset di Tim e Open Fiber con al centro il ruolo di Cdp, la questione non appare semplicissima.

Certo c’è la spinta del governo e l’emendamento presentato da M5s è emblematico della volontà politica.

Eppure non tutti gli analisti vedono solo vantaggi per Tim. Oggi, ad esempio, Moody’s ha espresso molti dubbi: “La separazione della rete è un processo lungo con alto rischio di esecuzione per Tim e aumenterebbe anche il rischio aziendale per la società”, ha scritto l’agenzia di rating in un report.

Altri osservatori hanno un’opinione diversa. Un esperto del ramo, oltre che che saggista ed editorialista, come Guido Salerno Aletta, dice a Start Magazine: “E’ bene che la rete passi alla Cassa depositi e prestiti, per ragioni industriali e strategiche. E così, senza la rete, Tim resterà un enorme contenitori di clienti e verosimilmente si fonderà con Mediaset, diventando un polo multimediale europeo”.

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