skip to Main Content

Mes

Recovery Fund: perché nel 2022 sono saltati i conti

Il 2022 è stato l'anno dello sgretolamento del mito dei miliardi facili con il Recovery Fund. Terza e ultima parte della serie di Giuseppe Liturri.

 

Quando comincia il 2022, il “mito della pioggia di miliardi che l’Europa ci regala” è stato ormai sfatato ed i conti non tornano.

31 gennaio 2022

“Deve essere chiaro che la Ue non regala nulla: quando dà qualcosa, poi comunque la riprende. In genere con gli interessi e con saldo negativo per il nostro Paese”.

28 febbraio 2022

“Cominciano qua e là ad affiorare perplessità sull’infernale ginepraio in cui il nostro Paese si è cacciato, aderendo al piano di investimenti “per la ripresa e la resilienza” concepito dalla Commissione… E queste sono solo le prime avvisaglie. Quando i commentatori appiattiti sulla favola della “pioggia di miliardi regalati dall’Europa”, misureranno gli altri costi occulti (non ultima la recessione indotta dal rispetto delle regole del Patto di Stabilità, condizione essenziale per l’incasso delle rate), sarà solo un risveglio. Tanto più brusco, quanto più tardi arriverà”

13 marzo 2022

“Chi avrà il coraggio di dire al contribuente italiano – in ritardo sul versamento delle ritenute o dell’Iva già diligentemente dichiarata, a causa di una fattura del gas quintuplicata – che se non versa, rischiamo di non incassare una rata del PNRR? Quante trappole simili ci sono in quel piano?”

23 maggio 2022

“Il caso delle concessioni balneari e della legge sulla concorrenza è solo il primo nodo al pettine tra i tanti impegni che abbiamo assunto presentando il PNRR. Era allora che bisognava opporsi, oggi è tardi. O forse qualcuno credeva che la UE scherzasse e facesse solo finta di voler commissariare il Paese?

Oggi i partiti sono di fronte ad una scelta: o prendono atto della loro irrilevanza ed eseguono i diktat di Bruxelles, via governo Draghi, o difendono l’interesse nazionale (sulle concessioni balneari o altre riforme) ed il PNRR non esiste più. Tertium non datur”.

3 luglio 2022

“Il treno è lanciato e potrà arrestarsi solo con lo schianto finale a fine corsa”.

23 luglio 2022

“Pur avendo esposto in passato numerosi argomenti non tanto contro il PNRR, ma contro la sua onerosa modalità di finanziamento che è il RRF (dispositivo per la ripresa e la resilienza), oggi non possiamo che prendere atto esistono tutti gli strumenti che consentono il proseguimento dell’esecuzione del piano, anche a governo dimissionario, e che il confuso agitarsi nei giorni che hanno preceduto le dimissioni di Draghi ora può essere archiviato nel fascicolo delle chiacchiere, che se le porta via il vento”.

29 agosto 2022

“Quello che ci permettiamo di osservare a Fabbrini che chiedere l’aggiornamento del PNRR non significa affatto “opporsi alla UE”, come egli apoditticamente afferma.”

18 settembre 2022

“Finora è stato fin troppo facile “produrre carta” e va dato atto al governo Draghi di esserci riuscito molto bene. Ma ora viene la parte difficile dell’apertura dei cantieri e dell’esecuzione delle opere e sarebbe consigliabile non attendere mesi o anni per prendere atto di aver deciso investimenti sbagliati già in partenza o rivelatisi errati oggi alla luce del mutato quadro macroeconomico.

Sono tutte riflessioni doverose sin da oggi.”

28 settembre 2022

“In ogni caso, è molto probabile che questo pagamento fili liscio. Ma le forche caudine sono là che attendono e sono state disegnate apposta per chi verrà dopo”.

28 novembre 2022

“Quale altra tragica lezione dovremo subire per prendere atto che i nostri interessi sono prioritariamente rivolti verso la cura del territorio e che 2,5 miliardi su 191 non sono sufficienti? Quando capiremo che indebitarci seguendo linee guida imposta da altri, non in linea con i nostri interessi, è un errore di portata epocale?”

30 novembre 2022

“il mancato rispetto delle raccomandazioni Paese – che comunque non c’è – non crea “problemi in occasione delle richieste di pagamento”, perché queste ultime sono rigidamente collegate al rispetto di obiettivi e traguardi in cui le raccomandazioni Paese non figurano affatto”.

31 dicembre 2022

“La vicenda del Pos è stato solo il primo episodio dei tanti “come volevasi dimostrare” a cui assisteremo fino al 2026. Almeno fino ad allora, i governi della Repubblica Italiana saranno esecutori di volontà imposte dalla Commissione e supinamente recepite nel piano abbozzato dal governo Conte 2 e firmato dal governo Draghi ad aprile 2021. A Bruxelles non tollerano che si sposti nemmeno una virgola.

Piaccia o no, siamo un Paese che si è fatto mettere sotto tutela, se non commissariato, per un piatto di lenticchie pagato carissimo”.

(3. fine Le puntate precedenti si leggono qui e qui))

Back To Top