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Open Fiber

Tim, Open Fiber e i voucher (che non ci sono) per la migrazione dal rame alla fibra

Che cosa hanno detto i vertici di Open Fiber (controllata da Enel e Cassa depositi e prestiti) nel corso dell'audizione di oggi in Parlamento

Perché non ci sono ancora i voucher per favorire la migrazione degli utenti dal rame alla fibra ottica? E’ quello che si è chiesto tra l’altro il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, nel corso dell’audizione odierna in Parlamento sullo sviluppo del 5G.

IL NODO DEI VOUCHER

Che cosa ha detto di preciso Bassanini sul tema? “I nostri clienti hanno da superare ostacoli che sono il costo della migrazione dal rame alla fibra e i voucher potrebbe essere strumenti per ridurre il costo e non farlo gravare sulle famiglie”, ha continuato il presidente di Open Fiber, ricordando che, tra l’altro, la Commissione europea ha già dato il via libera a questo strumento in Gran Bretagna e in Grecia e “dovrebbe darlo all’Italia, ma bisogna fare le procedure necessarie e non capiamo perché non siano state ancora fatte visto che tra l’altro il Cipe ha allocato 1,3 miliardi”. Sarebbe “uno strumento per accelerare migrazione e non sarebbe un aiuto di Stato”.

L’AZIONE DI OPEN FIBER

Open Fiber sta costruendo la propria rete in maniera “double face”, in modo tale cioè da essere usata sia per l’Ftth sia per il 5G, seguendo le raccomandazione della Commissione europea. Questo, ha sottolineato il presidente, è tanto più significativo per un paese che ha limiti di emissioni elettromagnetiche basse. Per Bassanini sarebbe ragionevole alzare i limiti, ma il problema sarebbe di quanto.

GLI OBIETTIVI E IL LAVORO DI OPEN FIBER

Open Fiber ha anche recuperato i ritardi accumulati a causa delle lentezze burocratiche e dei ricorsi che nel 2017 e nel 2018 hanno rallentato l’attività. Per quanto riguarda le aree a fallimento di mercato, l’investimento previsto è di 3,5 miliardi di cui 1,4 coperto da contributi statali e dove la rete sarà realizzata nella tempistica concordata da Infratel cioè traguarda il 2021. Le concessioni firmate nel 2017 sono state ostacolate da 13 ricorsi.

DOSSIER RETE UNITARIA CON TIM

Ma a che punto si è sul progetto di rete unitaria con Tim? “Il progetto di rete unica presuppone che ci sia un accordo tra la grande maggioranza di azionisti di Tim da un lato e di Open Fiber dall’altro”, ha sottolineato il presidente di Open Fiber, a margine di un’audizione alla camera sul 5G sulla possibilità di una rete unica di telecomunicazioni e commentando le ultime dichiarazioni del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che si è detto favorevole alla nascita di un’unica società delle rete; a Tria hanno fatto poi seguito le parole dei vertici di Cdp. Peraltro, ha osservato Elisabetta Ripa, amministratore delegato e direttore generale di Open Fiber, gli azionisti di Tim “non sono molto allineati” sul progetto, quindi “diamogli il tempo”.

GLI ACCORDI COMMERCIALI

Da tempo, ha ricordato Ripa, sono stati aperti tavoli di lavoro con il colosso tlc per accordi commerciali. “Se ci fosse da Tim la volontà di accelerare su alcune tematiche saremmo più che contenti di andare incontro a loro. Ora credo che Tim abbia bisogno di capire quale direzione intenda individuare e percorrere. Ci vuole chiarezza. Per noi è diverso: il nostro piano è noto e i nostri azionisti sono allineati, mentre non è così per Tim “, ha aggiunto il capo azienda della società controllata pariteticamente da Enel e Cassa depositi e prestiti.

IL COINVESTIMENTO

Open Fiber è anche disponibile a forme di coinvestimento con tutti gli operatori sulla rete, anche con Tim. “L’importante”, ha detto Ripa, “è avere ben chiaro l’obiettivo che sta a cuore a tutti, non duplicare gli investimenti. Ma se è vero questo vorrei condividere con voi che l’unico operatore che sta realizzando investimenti è Open Fiber, quindi il rischio duplicazione è un rischio prospettico”. In questo momento, in effetti, Open Fiber non compete con nessuno. In particolare, nelle aree C e D il modello è già di rete unica. “Siamo solo noi a realizzarlo”.

IL MODELLO DI OPEN FIBER

Il modello tracciato prevede che “il 40% del territorio è modello di rete unica. Sulle aree metropolitane è teorico. Su 71 città sono disponibili servizi di Open Fiber in fibra ottica e non sono disponibili quelli di altri operatori”, ha spiegato l’ad e direttore generale di Open Fiber, “disponibile a realizzare coinvestimenti e collaborazione con tutti gli investitori ivi compreso l’incumbent. Forme di collaborzione consentirebbero di accelerare la digitalizzazione ed evitare duplicazioni di investimenti. Sui progetti societari attiene ai soci”.

I NUMERI

In attesa che Tim si dia una mossa, ad oggi Open Fiber, attraverso gli operatori che usano la sua rete in fibra, conta 500mila abbonati su 5 milioni di unità immobiliari collegate con la fibra fino a casa, ha aggiunto il presidente Bassanini. Si tratta dell’80% delle famiglie che hanno una connessione Fiber to the home.

LE PAROLE DI RIPA

“In un semestre abbiamo recuperati i tempi persi. In 6 mesi abbiamo connesso mille comuni e 1 milione di unità immobiliari e attivato i primi clienti”, ha indicato Ripa, annunciando che quest’anno verranno aperti altri 2000 cantieri che si sommeranno ai 1.000 già aperti. In un paese in cui la velocità media è 9,2 megabit al secondo a fronte di una media in Ue di 15 megabit al secondo “vuol dire che gli italiani vanno più a rilento di altri cittadini europei. Visto che la prossima scommessa è la digitalizzazione dell’industry che rappresenterà un recupero di produttività per Italia, c’è necessità di questa infrastruttura”.

I PIANI DI OPEN FIBER

Nel piano di Open Fiber ci sono 6,5 miliardi di investimenti di cui due terzi sulle aree metropolitane a e b che possono giustificare la presenza di più operatori. “Il ritorno è garantito dagli economics. Cablare ci costa 350 euro a unità immobiliare e un abbonamento 24-25 euro al mese, quindi il ritorno dell’investimento c’è ed è interessante”. Lo dimostra anche il fatto che quando Open Fiber ha lanciato “un progetto di finanziamento le banche disponibili a erogare il finanziamento da 3,5 miliardi sono state moltissime perché hanno ritenuto l’investimento interessante e con ritorno sicuro”, ha assicurato l’ad, annunciando, infine, che l’accordo tra Acea e Open Fiber va avanti.

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