Da amministratore carismatico a leggenda automobilistica. Sergio Marchionne si è spento questa mattina a Zurigo, nell’ospedale in cui era ricoverato da alcune settimane. Marchionne aveva 66 anni e ha guidato il gruppo Fiat Chrysler Automobiles per 14 anni.
LA BIOGRAFIA
Nato a Chieti il 17 giugno 1952, Sergio Marchionne arrivò all’industria automobilistica da straniero quando lasciò SGS SA, colosso elvetico nei servizi di ispezione, verifica e certificazione, di cui divenne amministratore delegato nel 2002. Il 1° giugno 2004 prese il posto di Umberto Agnelli e venne nominato amministratore delegato del gruppo del Lingotto. Nei primi giorni alla Fiat, Marchionne ha ridotto numero dei dipendenti e i salari per risanare l’azienda. Circa due anni dopo, la Fiat targata Marchionne ha realizzato il suo primo profitto in cinque anni.
LA SVOLTA AMERICANA
Nel 2009 Marchionne compie il suo miracolo manageriale: Fiat ottiene dall’amministrazione Obama il 20% di Chrysler, una delle ‘Big Three’ dell’automobilismo Usa, che, dopo la fallimentare alleanza con Daimler, era sull’orlo del baratro. Nasce allora Fiat Chrysler Automobiles (Fca) e Sergio Marchionne è il ceo designato. Con Marchionne al timone, la società è emersa come una casa automobilistica globale senza debiti e redditizia.
L’ULTIMA USCITA PUBBLICA
Era il 26 giugno quando a Roma il manager, già provato dalla malattia alla spalla, aveva voluto partecipare alla cerimonia di consegna di una Jeep Wrangler attrezzata per il pattugliamento in spiaggia presso il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri. “È un motivo più personale – aveva detto – Mio padre era un maresciallo dei Carabinieri. Sono cresciuto con l’uniforme a bande rosse, nell’Arma ritrovo sempre gli stessi valori che sono stati alla base della mia educazione: la serietà, l’onestà, il senso del dovere, la disciplina, lo spirito di servizio”.
IL RICORDO DI JOHN ELKANN
“È accaduto purtroppo quello che temevamo. Sergio, l’uomo e l’amico, se n’è andato”. Esordisce così John Elkann, presidente del gruppo Fca, nel comunicato stampa diffuso questa mattina: “Penso che il miglior modo per onorare la sua memoria sia far tesoro dell’esempio che ci ha lasciato sia coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore”.
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