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Amco del Tesoro: le sfide di Andrea Munari e le elegie per Marina Natale

Che cosa trova in Amco (la società del ministero dell'Economia che compra crediti incagliati) il nuovo amministratore delegato Andrea Munari che prende il posto di Marina Natale. Fatti, indiscrezioni e commenti

 

Ha fatto sensazione tra gli addetti ai lavori un editoriale del quotidiano Il Foglio su Amco, la società controllata dal ministero dell’Economia che opera nel settore dei crediti incagliati, comprati dalle banche. Se sovente il quotidiano diretto da Claudio Cerasa è pungente sulla politica, in economia e finanza i toni zuccherosi prevalgono su quelli aciduli.

E’ il caso del commento sulle nomine ai vertici di Amco con l’arrivo dalla Bnl di Andrea Munari (nella foto), nuovo amministratore delegato della società del Tesoro al posto di Marina Natale, su cui il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara si profonde in elogi sottolineando tra l’altro che sotto la guida di Natale il bilancio 2022 di Amco si è chiuso in utile, ma non menzionando ad esempio il risultato netto negativo del 2021 per oltre 420 milioni di euro che costrinse il Tesoro a una ricapitalizzazione.

D’altronde Amco per input dei vari governi ha tolto bubboni creditizi da banche come Mps, Carige e Banca Popolare di Bari acquistati a prezzi che secondo gli operatori privati del settore era più elevati rispetto a quelli di mercato, come aveva evidenziato in passato anche Intesa Sanpaolo.

Ma Marina Natale troverà presto un altro incarico di prestigio e magari ancor più remunerato: infatti lo stesso Foglio scrive che sta per “passare alla concorrenza”. Ovvero – si dice in ambienti bancari – al gruppo doValue della giapponese Softbank dove è in lizza insieme ad altri per essere nominata al vertice.

Ma ora gli occhi sono puntati su Munari, ben felice di aver lasciato Bnl-Bnp Paribas dove aveva pochi spazi di manovra come presidente rispetto all’iperattivismo dell’amministratore delegato Elena Goitini.

Alcuni addetti ai lavori – che in taluni casi si trasformano in addetti ai livori – fanno notare che Munari è marito di Silvia Rovere, da poco presidente di Poste Italiane per volontà del governo Meloni e fino a pochi tempo fa presidente di Assoimmobiliare. l’associazione confindustriale che rappresenta l’industria della finanza e dei servizi immobiliari, quindi anche aziende che lavorano in comparti contigui a quelli di Amco.

Ma questo per Munari non sarà affatto motivo di preoccupazione. Piuttosto esperti del settore ricordano le staffilate e le preoccupazioni che mesi fa, quando non era ancora ministro del governo Meloni, lanciò Guido Crosetto su uno scenario di una ri-classificazione di Amco tra il debito pubblico, per non parlare dei timori della Corte dei Conti sui potenziali effetti dello scoppio della bomba Mps per Amco del Tesoro.

Serve davvero un buon lavoro e una buona fortuna per Munari.

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