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Huawei

Huawei, Palazzo Chigi e le Forze Armate

Fatti, indiscrezioni e approfondimenti su Huawei in Italia

 

“Gli Usa sanno benissimo che il telefonino di servizio fornito ad alcune componenti delle forze armate è Huawei, effetto di un vecchio contratto Consip. Comunque molti piloti, addestrati negli Stati Uniti, lasciano il cellulare Huawei e mettono la scheda nel proprio IPhone o Samsung”.

E’ quello che dice sotto anonimato un addetto ai lavori esperto del settore, mentre infuria la polemica Usa-Cina sul ruolo di Huawei nelle tlc e in prospettiva nel 5G.

Fatti o indiscrezioni inverificate? Start cercherà di saperne di più.

Comunque a novembre dello scorso anno si è tenuto il Vodafone 5G Experience Day, un evento dedicato a partner,start-up e imprese che partecipano alla sperimentazione del 5G nella città di Milano. Fra le novità mostrate, una delle più interessanti è stata senza dubbio la soluzione divideosorveglianza aerea, che in futuro sarà in dotazione delle forze dell’ordine italiane.

Questo strumento è frutto della collaborazione fra Vodafone, Huawei, Intellitronika e il Politecnico di Milano e si servirà delle riprese in 4K effettuate per mezzo di un drone, inviate in tempo reale alla Polizia sfruttando le potenzialità offerte dal 5G.

“Ciò consentirà alle forze dell’ordine di monitorare aree molto vaste con minor sforzo – sfruttando anche la possibilità di zoom dell’immagine grazie all’alta risoluzione dei video girati – e di inviare unità laddove ci sia necessità di un intervento, in modo più mirato e tempestivo”, ha scritto Mobileworld.

C’è dell’altro, su una certa ipocrisia.

Ha svelato al Corriere della Sera l’ex vicepresidente del Copasir (comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), Giuseppe Esposito: “Già nel 2009 le agenzie di cybersicurezza mondiali avevano bandito Huawei dagli appalti per le infrastrutture critiche, mentre in Italia stava stringendo accordi con Telecom per sostituire Cisco», ha spiegato a Milena Gabanelli del Corriere della Sera Esposito: «Mentre il prodotto di Cisco si sapeva com’era fatto, con la quantità di produzione messa in piedi da Hauwei nessuno ha mai potuto controllare l’effettiva sicurezza». Persino la Panic Room di Palazzo Chigi, la stanza di massima sicurezza della presidenza del Consiglio, «passa attraverso due grandi nodi: il primo con i router di Tim, e quindi è fatto da Huawei».

Ha concluso Esposito: «Se ci fosse un microchip, loro potrebbero ascoltare o addirittura vedere in video il presidente del Consiglio: è possibile, ma non è mai stato provato».

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