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Fincantieri Leonardo Wass

Fincantieri comprerà Wass da Leonardo? Cosa sta succedendo

Fincantieri starebbe trattando con Leonardo la cessione di Wass, operazione che richiederebbe un aumento di capitale. Fatti, ipotesi e commenti e l'andamento del titolo del gruppo navale in Borsa nella settimana che porterà all'approvazione dei conti 2023

Nuovo capitolo nella collaborazione tra i due colossi della difesa nazionali nel settore subacqueo.

Fincantieri starebbe trattando con Leonardo l’acquisizione della Wass (Whitehead Alenia sistemi subaquei) — la controllata armamenti navali dell’ex Finmeccanica, società di punta nella realizzazione di siluri, sonar e sistemi di difesa subacquei — per una operazione che potrebbe richiedere un aumento di capitale.

È quanto ha riportato per prima l’Agenzia Nova da fonti vicine al dossier. Già il 2 marzo scorso, Milano Finanza aveva annunciato la volontà del gruppo guidato da Pierroberto Folgiero di avviare operazioni straordinarie per accelerare la crescita nel settore della Difesa, che oggi vale circa il 40% del fatturato. Il gruppo cantieristico di Trieste ha individuato proprio nelle attività subacquee una delle principali direttrici di sviluppo, con la volontà di posizionarsi come leader nel dominio underwater all’interno del Polo nazionale della subacquea a La Spezia, inaugurato lo scorso dicembre.

Proprio nel solco di questa strategia, già lo scorso ottobre Leonardo e Fincantieri avevano avviato una collaborazione strategica nel dominio subacqueo, siglando un memorandum d’intesa con l’obiettivo di mettere a fattor comune le rispettive competenze e capacità nel settore.

E sulla scia dei rumors sull’acquisizione di Wass da Leonardo, oggi Fincantieri corre a Piazza Affari: alle 15 sale del +5,89% a 0,50 euro e la capitalizzazione tocca quasi 850 milioni di euro. Un rialzo dopo il ribasso di inizio settimana quando le azioni Fincantieri sono scivolate del 2% a causa delle nuove ipotesi di un rafforzamento patrimoniale legato a una operazione di M&A allo studio. Da inizio anno il titolo ha perso il 13%.

Qualche dettaglio in più è atteso per il prossimo venerdì 8 marzo quando la società di Trieste illustrerà i conti 2023.

Tutti i dettagli.

COSA FA WASS

Wass è la società con sede Livorno attiva nell’industria della difesa subacquea che produce siluri e sonar. Oggi impiega con 450 dipendenti. Dal primo gennaio 2016 le attività di Wass sono confluite nella divisione Sistemi di Difesa, nell’ambito del settore Elettronica, Difesa e Sistemi di sicurezza di Leonardo, la ex Finmeccanica, insieme a Oto Melara.

Il potenziale accordo con Fincantieri non includerebbe invece Oto Melara su cui in passato c’erano indiscrezioni di interesse proprio da parte del gruppo cantieristico di Trieste.

Nel 2021 infatti Leonardo aveva messo in vendita Oto Melara e Wass, le due controllate armamenti terrestri e navali, cessione rimasta in stand-by finora. Oto Melara e Wass, che producono rispettivamente cannoni navali e siluri, impiegano più di 1.500 lavoratori in quattro stabilimenti italiani (La Spezia, Brescia, Livorno e Pozzuoli). Il giro d’affari della divisione è di circa 550 milioni di euro. In particolare Wass è responsabile dello sviluppo dei siluri Black Shark, quelli che equipaggeranno i sottomarini U212 NFS (Near Future Submarine) della Marina Militare Italiana realizzati da Fincantieri.

I NUMERI

Le attività ex Whithead Sistemi Subacquei oggetto della trattativa tra Leonardo e Fincantieri realizzano ricavi intorno ai 150-200 milioni di euro. È quanto si apprende da fonti finanziarie sul perimetro di attività di difesa nel dominio subacqueo in capo a Leonardo che il gruppo potrebbe cedere a Fincantieri, rileva oggi Radiocor.

Gli asset di Wass, a partire dall’autunno 2015, sono confluite in Leonardo Spa e fin a quel momento avevano un valore di carico di 25 milioni, in linea con il costo storico. Nell’ultimo bilancio approvato di Wass Spa relativo al 2014, i ricavi erano di circa 106 milioni e negli anni precedenti si erano collocati nell’area 120-130 milioni.

IL VALORE DELL’OPERAZIONE

Secondo quanto riportato da indiscrezioni di stampa, le trattative tra Fincantieri e Leonardo sono a uno stadio avanzato e l’operazione sarà realizzata per il gruppo della cantieristica attraverso una aumento di capitale in un range di 300-500 milioni di euro che potrà contribuire anche a ridurre l’indebitamento che a fine 2023 dovrebbe attestarsi a 2,7 miliardi di euro.

Di colloqui avanzati con Leonardo scrive anche il Sole, che quantifica in 250-300 l’operazione per l’acquisizione della società di Livorno. Anche il Corriere parla un’acquisizione da 200-300 milioni allo studio. Una cifra che il gruppo cantieristico potrebbe finanziare con un rafforzamento patrimoniale o l’emissione di un bond convertibile, riporta il Corriere.

Per il Messaggero, Fincantieri sta studiando un’operazione sul capitale dell’ordine di 400 milioni per finanziare l’operazione, assistito da JPMorgan, Intesa Sanpaolo e Bnp Paribas.

GIÀ PUNTATA DA FINCANTIERI NELL’ERA BONO

Non è la prima volta che si parla di un’operazione del genere, come già detto.

Nel 2021 la trattativa di Leonardo con il consorzio franco-tedesco Knds per la vendita della divisione Sistemi di Difesa aveva scosso il mondo politico, oltre a quello sindacale. All’epoca si rincorrevano rumors, mai smentiti da Leonardo, di una probabile cessione dei Sistemi di Difesa a Fincantieri, guidata in quel momento dall’ad Giuseppe Bono. In questa ipotesi, si tratterebbe di un’operazione che coinvolge due società italiane, entrambe controllate dal Mef attraverso Cdp.

Tuttavia, la partita per l’acquisizione della divisione Sistemi di Difesa di Leonardo valicava i confini nazionali e la trattativa si era allargata oltre le due partecipate statali. Anche il consorzio franco-tedesco Knds aveva presentato a Leonardo un’offerta per acquistare Oto Melara di circa 650 milioni di euro. Nel maggio anche la tedesca Rheinmetall aveva presentato un’offerta non vincolante a Leonardo del valore tra 190 e 210 milioni di euro per la ex Oto.

Per l’offerta di Fincantieri, gruppo controllato da Cdp Equity con il 71,32%, si parlava quindi della necessità di un aumento di capitale sostenuto dal suo principale azionista Cdp. Nel 2021 una ricapitalizzazione di questa entità si confrontava con l’allora capitalizzazione di mercato di circa 1 miliardo di euro di Fincantieri.

TUTTO LO SHOPPING DI FINCANTIERI

La notizia del rinnovato interesse ad acquisire Wass si inserisce in un momento frizzante per Fincantieri dal punto di vista delle acquisizioni.

L’operazione seguirebbe infatti la recente acquisizione di Remazel Engineering,società di Ingegneria leder nei settori della progettazione e costruzione di equipment offshore, gru e componenti per turbine. Con quell’operazione Fincantieri intendeva così accelerare la crescita delle proprie competenze tecnologiche, ingegneristiche e realizzative nei settori offshore e subsea.

“L’operazione rappresenta il primo importante tassello della strategia di sviluppo nel settore delle operazioni tecnologiche offshore e subsea, favorendo nel contempo il consolidamento in Italia di una delle eccellenze del comparto industriale nazionale” aveva commentato Pierroberto Folgiero.

L’acquisizione di Wass rappresenterebbe quindi un’ulteriore mossa che si inserisce nella strategia delineata dall’ad del gruppo cantieristico in cui Fincantieri punta a diventare “la locomotiva di questa nuova catena di fornitura” nel settore subacqueo avendo costruito già 180 sommergibili.

AUMENTO DI CAPITALE IN VISTA?

Tuttavia, al momento le due società non hanno confermato ufficialmente la trattativa da quasi 300 milioni di euro.

Secondo le fonti citate da MF, l’Amministratore delegato starebbe studiando un aumento di capitale o il lancio di un’obbligazione, con l’obiettivo di un rafforzamento patrimoniale, probabilmente proprio al fine di raccogliere le risorse necessarie ad acquisire Wass.  A tal proposito si sottolineano altre indiscrezioni di stampa secondo cui Cdp (azionista di Fincantieri con una quota del 71,3%) potrebbe non seguire integralmente l’aumento di capitale pur mantenendo la maggioranza al fine di aumentare il flottante.

CHE SUCCEDE AL TITOLO DEL GRUPPO NAVALE IN BORSA

Nel frattempo, prima del balzo odierno, “Le rivelazioni di MF di sabato 2 marzo di un aumento di capitale (o, meno probabile, l’emissione di un bond convertibile) per finanziare un m&A hanno schiacciato il titolo Fincantieri. Ieri è sceso del 4,15% a 0,473 euro per una capitalizzazione di mercato di 803,9 milioni, dover aver perso il 15% da inizio 2024. Boom di scambi: 10,7 milioni di pezzi (0,6% del capitale) ben oltre la media giornaliera degli ultimi 20 giorni di 144.325 pezzi” riportava ieri Milano Finanza.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI

Gli analisti di Equita fanno notare come l’interesse per Wass era nota da tempo e rientrerebbe nella strategia del management di rafforzare il business della difesa (che oggi rappresenta circa il 40% del fatturato). Nel dettaglio, l’operazione può essere “il trigger per l’avvio di un’operazione straordinaria di rafforzamento della struttura finanziaria”. I broker stimano, ancora prima dell’eventuale operazione di M&A una leva di 6 volte il rapporto “Nd/Ebitda a fine 2023 che scende a circa 4 volte a fine 2025 rimanendo comunque su livelli elevata”.

Per Intermonte l’acquisizione sarebbe coerente con la strategia di Fincantieri di rafforzarsi nel business navale/militare e con l’accordo tra i due gruppi basato essenzialmente sulla separazione “tra il dominio subacqueo e le attività sopra il livello del mare”. Inoltre, fanno notare, il piano europeo sulla difesa annunciato ieri prevede fondi limitati e non contiene particolari novità. Tuttavia, l’obbiettivo di aumentare il “procurement verso aziende europee dal 20% attuale al 50% nel 2030 vale potenzialmente oltre 100 miliardi di euro per anno di maggiore spending verso aziende europee”.

Banca Akros ha accolto positivamente l’operazione, sostenendo di ritenere che Wass possa essere valutato tra 168 e 225 milioni di euro, aggiungendo però “che un aumento di capitale è chiaramente negativo e parzialmente attualizzato”, riporta Reuters.

LE RICADUTE PER LEONARDO

«Per Leonardo», prosegue Equita, «Wass rappresenta una piccola business unit all’interno della divisione difesa di cui non sono disponibili numeri aggiornati. Nel caso le indiscrezioni venissero confermate riteniamo che la cessione possa aver un senso strategico in attesa di capire a cosa servono le risorse finanziarie».

Con la vendita di Wass, Leonardo si disimpegnerebbe da un’attività non strategica, migliorando marginalmente il conto finanziario. Come già detto, l’accordo non comprenderebbe la cessione della società Oto Melara, che produce cannoni navali e torrette per carri armati. Nel frattempo, la Difesa ha confermato l’intenzione di comprare i carri armati Leopard 2, prodotti dalle tedesche Kmw e  Rheimmetall (entrambe avevano fatto un’offerta per la controllata di Leonardo). Ora il gruppo guidato da Roberto Cingolani punta al coinvolgimento di Oto Melara nel programma. “Nella seconda parte di marzo” Leonardo e il gruppo franco-tedesco Knds si incontreranno per valutare lo stato di avanzamento della partnership dopo il memorandum of understanding, siglato a dicembre, finalizzato a un’alleanza strategica.

Tornando alla collaborazione con Fincantieri, intervistato da Agenzia Nova, il condirettore generale di Leonardo, Lorenzo Mariani aveva definito l’intesa tra le due società “molto importante”, soprattutto perché “le prospettive nella subacquea rivestono un grande interesse”, anche prescindendo – aveva aggiunto – da qualsiasi ipotetica trattativa sulla cessione del business dei siluri. L’obiettivo, aveva detto Mariani, è aiutare “a soddisfare al meglio le esigenze del cliente domestico e a perseguire in modo più efficace le opportunità di business che si presentano nel mercato internazionale, oltre a riflettere la visione condivisa che attribuisce al settore subacqueo un’importanza crescente dal punto di vista economico, ambientale e della difesa”.

Una decisione finale è attesa tra fine aprile ed inizio maggio.

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