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Tkms Fincantieri

Cosa fa la tedesca Tkms voluta da Fincantieri

L'ad di Fincantieri Pierroberto Folgiero rinnova l’interesse per la tedesca ThyssenKrupp Marine System (Tkms),  in vista dello spin-off del business navale e dei sottomarini da parte del colosso tedesco

Fincantieri mira ai sottomarini di Thyssenkrupp Marine Systems (Tkms).

Pierroberto Folgiero, amministratore delegato del gruppo navale di Trieste ha rinnovato l’interesse per Tkms, azienda per la quale la Germania sta studiando la modalità di valorizzarla.

“Noi siamo loro partner commerciale da 25 anni e abbiamo sviluppato un sommergibile a idrogeno” ha osservato il numero uno di Fincantieri a margine dell’evento “Downside up. Il futuro dell’Underwater”, organizzato il 27 novembre dal gruppo della cantieristica.

Il colosso teutonico ThyssenKrupp sta attualmente esplorando le opzioni per Tkms, che costruisce sottomarini e fregate, con scenari che vanno da un possibile spin-off a una joint venture con un rivale, come riportato dalla stampa quest’estate. Già allora Folgiero aveva approfittato di un’intervista al quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, per manifestare l’interesse di Fincantieri “a una più stretta collaborazione con il partner Thyssenkrupp”.

Secondo fonti di Reuters, possibili partner industriali per Tkms sono il gruppo olandese Damen e la svedese Saab, ma anche diversi gruppi di private equity, tra cui Carlyle, hanno mostrato interesse. Tra questi anche Fincantieri appunto, che ha riaffermato il suo interesse a collaborare con Thyssenkrupp.

Se i dettagli precisi di queste potenziali partnership rimangono ad oggi ignoti, le parole dell’ad Folgiero riflettono una strategia già manifestata di Fincantieri verso la ricerca di collaborazioni e il perseguimento del necessario consolidamento dell’industria europea della difesa che già il precedente ad del gruppo, Giuseppe Bono, andava sostenendo da tempo.

Già in passato infatti la società di Trieste aveva mostrato interesse al ramo navale del gruppo tedesco per creare un hub di produzione incentrato su navi e sommergibili navali. D’altronde oggi Fincantieri punta ad essere “la locomotiva di questa nuova catena di fornitura” nel settore subacqueo.

Tutti i dettagli.

FOLGIERO RIBADISCE L’INTERESSE PER LA TEDESCA TKMS

“Il mondo della difesa internazionale domanda spesa militare navale e il prodotto sottomarino riscuote un grandissimo interesse”, ha spiegato ieri Pierroberto Folgiero. “Noi siamo disponibili e pronti a sviluppare questo mercato assieme al partner storico ThyssenKrupp Marine System su base commerciale, su base industriale e con qualunque altro assetto che sia funzionale alle strategie di sviluppo e di rafforzamento della Germania”.

A chi gli chiede se i tedeschi abbiano chiarito i termini dell’alleanza da rafforzare, Folgiero risponde: “Loro stanno studiando la strategia di valorizzazione e posizionamento della ThysenKrupp Marine System che ha un ottimo prodotto, grandi opportunità di mercato, e noi siamo disponibili a renderci disponibili a vario titolo ed essere strumentali alla loro strategia”.

IL RAPPORTO CONSOLIDATO PER I SOMMERGIBILI DELLA MARINA MILITARE ITALIANA

D’altronde Tkms ha un rapporto consolidato con Fincantieri. Quest’ultimo ha già costruito per la Marina militare italiana quattro sommergibili del tipo U-212 A su licenza tedesca all’interno di un programma avviato nel 1994 nell’ambito del Germane Submarine Consortium.

I VECCHI RUMORS SULLA JV FINCANTIERI E TKMS

Negli ultimi anni, Thyssenkupp ha sondato un’acquisizione totale o parziale di Tkms con i principali costruttori navali europei, ma senza successo.

Già nel maggio maggio 2020 Reuters aveva rivelato che Thyssenkrupp stava esplorando diverse opzioni strategiche per Tkms. Secondo l’agenzia stampa, il gruppo tedesco stava valutando infatti la creazione di un campione nazionale con altri gruppi tedeschi del settore o un’integrazione con le attività dell’italiana Fincantieri.

Secondo Reuters, la trattativa riguardava l’avvio di una joint venture 50-50 al fine di creare un campione europeo con vendite combinate di 3,4 miliardi di euro. In quello scenario Fincantieri avrebbe apportato le sue attività della difesa per un fatturato pari 1,5 miliardi di euro nel 2019.

Ma da allora non se n’è fatto nulla.

I NUMERI DI TKMS

Come ricordava il Financial Times la scorsa primavera, la divisione di Thyssenkrupp Marine Systems, che comprende i cantieri navali del gruppo a Kiel, nel nord della Germania, ha acquisito nel 2022 un cantiere navale a Wismar in previsione di ulteriori ordini di sottomarini da parte del governo tedesco. Nel 2021 il gruppo si è aggiudicato un contratto da 5,5 miliardi di euro per la consegna di quattro navi alla Norvegia e due alla Germania. Nel 2022 Tkms ha generato 1,8 miliardi di euro di vendite e  32 milioni di euro di utili rettificati.

A inizio 2022 ThyssenKrupp Marine Systems era valutata 1-2 miliardi di euro. Per Banca Akros un’acquisizione implicherebbe un aumento di capitale per Fincantieri con probabile impatto negativo sul prezzo dell’azione, riportava l’anno scorso MF.

LE MIRE SUBACQUE DI FINCANTIERI

Con Tkms, Fincantieri potrebbe rafforzarsi nel settore sottomarini per diventare leader nel settore subacqueo così come già delineato nella sua strategia futura.

Fincantieri vuole essere “la locomotiva di questa nuova catena di fornitura” nel settore subacqueo che sarà fatta “di istituzioni ma anche di clienti non istituzionali, cioè di tutte le aziende coinvolte in questo dominio non solo da una prospettiva militare ma anche civile” aveva già illustrato il numero uno di Fincantieri Pierroberto Folgiero parlando agli analisti in occasione della presentazione dei conti trimestrali con riferimento al nuovo memorandum of understanding siglato con Leonardo per la collaborazione nel settore subacqueo.

“Il memorandum con Leonardo indica l’intenzione di creare una task force stabile per mettere a fattor comune le competenze che abbiamo nel settore subacqueo guidate principalmente dalle conoscenze che ha Fincantieri nei sottomarini” aveva proseguito Folgiero sottolineando che il “nuovo dominio subacqueo” non è costituito “da un solo elemento, ma è un ecostistema che comprende anche l’elettronica e le telecomunicazioni” e che ha un terzo soggetto importante nella Marina Militare.

E ieri, in occasione del convegno sulla subacquea, Folgiero ha evidenziato che nei sommergibili “siamo quasi all’indipendenza tecnologica”.

L’ad di Fincantieri ha spiegato che “nei sommergibili della marina si gestisce l’idrogeno con sistemi di stoccaggio”, come esempio di tecnologie avanzate. “Il patrimonio di competenze dell’Italia – ha continuato – si trova nell’acustica, nelle comunicazioni, nei droni e nelle infrastrutture critiche che saranno nei fondali”. “Si tratta di creare un player forte e credibile per occupare questo spazio con un mondo fatto anche di piccole e medie imprese – ha concluso il numero uno di Fincantieri – un mondo civile e militare dove la Marina validerà le tecnologie”.

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