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Knds Oto Melara Leonardo

Leonardo: i franco-tedeschi di Knds silurano Fincantieri su Oto Melara e Wass 

Il consorzio franco-tedesco Knds ha lanciato offerta per acquistare le unità Oto Melara e Wass di Leonardo. Secondo indiscrezioni, sarebbe tre volte superiore a quella di Fincantieri. Fatti, numeri, rumors e approfondimenti

 

Offerta da Parigi e Berlino per Oto Melara e Wass, le due unità del colosso italiano della difesa Leonardo.

Il consorzio franco-tedesco Knds ha presentato a Leonardo un’offerta per acquistare Oto Melara, storico produttore di cannoni e mezzi corazzati, e Wass, che costruisce siluri e droni subaquei.

Lo riporta oggi Repubblica che spiega come sul piatto sia stato messo “non solo il mantenimento della piena occupazione, ma anche l’ingresso del nostro Paese nel progetto per il nuovo carro armato lanciato da Macron e Merkel”. Ovvero “l’euro-tank Mgcs, che ambisce a essere protagonista di un mercato da oltre undici miliardi di euro”.

Secondo quanto risulta al quotidiano, il presidente francese Emmanuel Macron ne ha già parlato a Mario Draghi. Inoltre, Macron potrebbe tornare ad affrontare l’argomento nell’incontro di oggi a Parigi.

Ma il governo Draghi studia anche ipotesi alternative. “L’iniziativa franco-tedesca rischia di mettere in rotta di collisione due aziende a controllo statale, Leonardo e Fincantieri, con interessi opposti”, sottolinea Repubblica.

Da questa estate circolano rumors secondo cui Fincantieri stava parlando con Leonardo della possibile acquisizione dell’unità, non considerata un asset fondamentale da Leonardo ma ritenuta strategica dal costruttore navale italiano.

Finora, l’ad di Leonardo Alessandro Profumo ha rifiutato di commentare la possibile cessione di Oto Melara.

Repubblica ha descritto l’offerta di Knds come “più consistente” di quella di Fincantieri, e ha detto che vale fino a tre volte di più.

Secondo i sindacati cedere la divisione a soggetti europei significherebbe perdere “un settore altamente strategico, tra i principali fornitori delle forze armate italiane” che impiega tra diretti e indiretti 1500 lavoratori.

Tutti i dettagli.

LA PROPOSTA DI KNDS PER OTO MELARA E WASS DI LEONARDO

Secondo Repubblica, Knds ha anche assicurato che manterrà i livelli di occupazione presso Oto Melara e Wass.

Ricordiamo che Knds è il colosso dell’industria militare terrestre nato dall’unione tra la francese Nexter e la tedesca Krauss-Maffei Wegmann (Kmw).

COSA FA OTO MELARA NEL MIRINO DI KNDS

In particolare, Oto Melara produce il cannone più diffuso sulle navi da guerra di tutto il mondo: il 76/62 acquistato dalle flotte di ben 53 Paesi, incluse quella francese e tedesca. Inoltre la società ha sviluppato la tecnologia “Vulcano” che rende i proiettili di artiglieria molto simili a missili, con una guida autonoma nella traiettoria finale e un raggio d’azione aumentato.

Dal 2016 Oto Melara fa parte della divisione Sistemi di Difesa di Leonardo.

LE ATTIVITÀ DI WASS

“Wass, invece, produce siluri e droni, anche in questo caso la società è stata fusa nel 2016 nella divisione Sistemi di Difesa” ricorda MF.

LA VALUTAZIONE DEGLI ASSETT SECONDO BANCA AKROS

“Banca Akros calcola che, se si assume un fatturato combinato di Oto Melara e di Weiss di 520 milioni di euro e un ebit di 56 milioni, la valutazione di questo asset rientra nell’intervallo di 520/560 milioni di euro”, segnala MF.

UN’OFFERTA SUPERIORE A QUELLA DI FINCANTIERI

“Stando alle indiscrezioni, la proposta del consorzio franco-tedesco sarebbe molto più consistente di quella di Fincantieri”.

“Si parla addirittura di una cifra tre volte superiore”, sottolinea Repubblica.

LA TRATTATIVA DEL GRUPPO CANTIERISTICO GUIDATO DA GIUSEPPE BONO

“D’altra parte Fincantieri – ricordava il Secolo XIX – già da tempo collabora con la ex Oto Melara: qualche anno fa è stato firmato un accordo di collaborazione nel settore delle costruzioni navali militari tra il gruppo navalmeccanico e l’allora Finmeccanica, con l’obiettivo di aumentare la competitività sui mercati nazionali ed esteri attraverso una più efficace offerta integrata dei prodotti delle due società, tra cui quelli della ex Oto Melara”.

“In questo caso la struttura produttiva resterebbe in Italia e in mani pubbliche” aveva evidenziato in precedenza il Corriere. “Si tratterebbe di un’operazione con due società entrambe controllate dal Mef attraverso Cdp” ha sottolineato una nota di Fiom-Cgil.

Tuttavia, “esiste la probabilità (mai formalmente comunicata o espressa) che Fincantieri sia interessata solo alla parte navale quindi cannoni e mitragliatrici e munizionamento assieme ai siluri” ha commentato un addetto ai lavori.

Inoltre, “secondo indiscrezioni il confronto sarebbe rallentato per una differenza di 2-300 milioni tra l’offerta di Giuseppe Bono e le richieste di Alessandro Profumo” ha rivelato Il Sole 24 Ore.

L’ESBORSO DI LEONARDO PER HENSOLDT

Nel frattempo, Leonardo punta a incrementare la collaborazione con la Germania dopo avere rilevato il 25% della Hensoldt, una compagnia tedesca leader nei radar e nei sensori di sorveglianza.

Anche per questo l’ex Finmeccanica è a caccia di liquidità. L’operazione con Hensoldt comporterà un esborso pari a circa 606 milioni di euro per il gruppo di Piazza Monte Grappa.

“La cessione di Oto Melara rappresenterebbe un’ulteriore opzione per Leonardo. Non saremmo sorpresi se fosse un player tedesco in una sorta di baratto tra Italia e Germania tra l’elettronica per la difesa, Hensoldt, e i sistemi di difesa”, aveva ipotizzato in precedenza Banca Akros.

IL DOSSIER SUL TAVOLO DI MACRON E DRAGHI

Ma la cessione di Oto Melara e Wass da parte di Leonardo si inserisce ora in una cornice più ampia.

L’offerta di Knds per Oto Melara e Wass è in discussione a livello di governo.

Come spiega Repubblica “non si tratta di una semplice partita economica, ma di un tassello della revisione di tutti gli equilibri all’interno dell’Unione con il tentativo di cementare un asse tra Parigi, Berlino e Roma che ne prenda la guida in ogni campo, a partire da quello della difesa”.

Un’urgenza per Macron che secondo Repubblica non sembrerebbe al momento essere condivisa dal governo italiano. Quest’ultimo vorrebbe invece “valutare con calma tutte le opzioni sul tavolo.

OFFERTA PARTE DI UNA PROPOSTA PIÙ AMPIA

Come parte dell’offerta, Knds si è offerta di includere l’Italia nel progetto di carro armato franco-tedesco del futuro (Mgcs, Main Ground Combat Systems).

A guida tedesca, Mgcs è una delle due collaborazioni tra Francia e Germania sulla difesa, che mira a sostituire entro il 2035 i Leclerc francesi e i Leopard 2 tedeschi. Il secondo programma è il Future Combat Air System (Fcas), guidato dalla Francia, a cui ha aderito anche la Spagna.

L’INGRESSO ITALIANO NEL MGCS

Sia l’Italia sia la Polonia hanno ripetutamente chiesto di aderire al programma Mgcs, ma Parigi e Berlino volevano mantenere il progetto esclusivamente bilaterale fino allo sviluppo di un prototipo.

L’imperfetto è d’obbligo, visto che ora proprio Macron avrebbe mostrato apertura verso le istanze italiane di inclusione nel progetto del carro armato europeo del futuro.

“Anche se il consorzio che ha presentato l’offerta è a trazione tedesca, Macron sta portando avanti un pressing su diverse capitali per incrementare subito la cooperazione europea nella Difesa. E la collaborazione nell’industria militare sarà uno dei capitoli del “Trattato del Quirinale”, l’accordo tra Francia e Italia che sta venendo definito in queste settimane” sottolinea Repubblica.

A CHE PUNTO È IL PROGRAMMA?

Nel frattempo, “il programma Mgcs è fermo in attesa della nuova maggioranza tedesca. Perché il Bundestag non ha voluto finanziare questo programma lo scorso giugno prima delle elezioni tedesche di settembre. Di conseguenza, Francia e Germania stanno proseguendo lo studio dell’architettura complessiva del sistema, avviato all’inizio del 2020” sottolinea il quotidiano francese La Tribune.

Inoltre, su richiesta della Germania, il consorzio Knds ha dovuto integrare nel progetto Mgcs la tedesca Rheinmetall, ha ricordato sempre La Tribune.

CHE NE SARÀ DELLA PROPOSTA DI LEONARDO-IVECO PER L’ESERCITO?

Infine, nel risiko dell’industria europea della difesa si inserisce anche la necessità di rinnovo della flotta dei cingolati corazzati in Italia e Germania.

Secondo Rid, di recente Leonardo avrebbe presentato insieme a Iveco Defence Vechicles un’offerta all’Esercito italiano per il programma Aics (Armored infantry combat system). L’ex Finmeccanica proprio con Oto Melara opera in consorzio con Iveco Defense, Cio, capofila dell’industria negli armamenti terrestri. Proprio Iveco Defense sarebbe “l’unico soggetto alternativo italiano” nella trattativa per Oto Melara e Wass secondo Repubblica.

Il programma Aics prevede l’acquisto di 679 veicoli corazzati cingolati con i quali sostituire gli oramai obsoleti IFV Dardo ed M113. Nel Dpp della Difesa 2021-2023, il governo ha messo a budget 2,141 miliardi fino al 2035.

Ma prima ancora di Leonardo, anche la tedesca Rheinmetall aveva avanzato la sua proposta a inizio anno. 

Nello specifico, l’azienda ha proposto la creazione di un polo di eccellenza italiano attraverso il consolidamento del settore terrestre nazionale. Si prevede cioè il “Trasferimento di tecnologia e know nel settore dei cingolati dalla Germania all’Italia a tutto vantaggio dell’industria nazionale”.

Rheinmetall e le industrie italiane (Leonardo ça va sans dire) lavorerebbero sulla piattaforma Lynx. L’azienda ha assicurato inoltre che la quota italiana di produzione può superare il 70% del valore della commessa.

Secondo addetti ai lavori, Leonardo sta portando avanti colloqui con Rheinmetall sulla sua proposta per il programma Aics.

I DESIDERATA DELLA DIFESA

Come ricorda Repubblica, in un’intervista al quotidiano “il capo di Stato maggiore Pietro Serino, l’Esercito deve rinnovare tutte le forze corazzate e sono già stati stanziati fondi iniziali pari a due miliardi. Per questo il generale Serino sostiene la necessità di «un’industria italiana capace di partecipare a consorzi europei», ricordando le parole del ministro Lorenzo Guerini: «la sovranità nazionale passa anche dall’industria della Difesa»”.

Dunque anche i vertici della difesa sarebbe più propensi a un progetto che non veda l’industria italiana operare da sola, bensì in collaborazione con i player europei.

LE PAROLE DI PROFUMO

Visione sostenuta anche dallo stesso numero uno di Leonardo. “Per sviluppare capacità strategiche abilitanti, salvaguardando una dimensione nazionale, “l’Italia non può prescindere dalla cooperazione internazionale. Le economie di scala europee garantiscono un’adeguata concentrazione di risorse industriali e finanziarie per sostenere gli investimenti, con un più ampio mercato di riferimento”, ha sottolineato oggi il ceo di Leonardo al Sole 24 Ore. Concludendo che “è l’unico modo per continuare a tutelare gli interessi del Paese di fronte alle nuove sfide globali”.

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