Siamo impotenti con i femminicidi?
Molte azioni sono state messe in campo contro i femminicidi: leggi, convegni, manifestazioni, assemblee nelle scuole e nei luoghi di lavoro, eppure, la cruda e crudele realtà supera gli ergastoli e i cortei. Il taccuino di Guiglia
Noterelle storiche sulla violenza contro le donne
Il Bloc Notes di Michele Magno
Il femminicidio è un fallimento collettivo che genera mostri
L’intervento di Francesco Provinciali, già dirigente ispettivo Miur e Ministero della Pubblica istruzione
L’8 marzo scioperiamo per le donne ma, per carità, non parliamo (male) di Hamas
Per mettere insieme le organizzazioni che hanno proclamato lo sciopero dell’8 marzo, non si devono evocare i massacri di Hamas del 7 ottobre; altrimenti l’intesa salterebbe. Il che getta sulla pagliacciata di oggi un’ombra cupa di miseria morale. L’opinione di Giuliano Cazzola
La mirabile lezione di Gino Cecchettin
Il discorso di Gino Cecchettin è stato più forte di cento lezioni a scuola contro il femminicidio. Il taccuino di Guiglia
I processi di piazza visti da un magistrato
Conversazione di Ruggero Po con Giovanni Tulumello, magistrato, oggi al Consiglio di Stato
Cosa fare (davvero) contro i femminicidi
Una vittima di femminicidio su due aveva l’assassino in casa. Il Taccuino di Guiglia.
Bei Rumori e Silenzi Assordanti su femminicidi e non solo
Femminicidio, tratta delle schiave, droghe. La sensibilità per le cause sociali è contraddittoria. Il commento di Battista Falconi
L’educazione affettiva nelle scuole non ha senso. Parola di prof
Il post di Cesare Natoli, professore di Storia e Filosofia presso il Liceo Emilio Ainis di Messina, tratto dal suo profilo Facebook.
Il femminicidio di Cecchettin e il rigore delle parole
Il femminicidio di Cecchettin ci impone di essere molto chiari almeno con le parole. Il taccuino di Guiglia.
Giulia e Rita, due drammi che potevano essere evitati?
L’intervento di Francesco Alberto Comellini.
Il caos politico-mediatico su Giulia Cecchettin
Il Pd vuole ergersi a unico difensore di Giulia Cecchettin, contro un presidente del Consiglio accusato di “cultura patriarcale”. La nota di Paola Sacchi.
Che cosa non si dice sull’omicidio di Giulia Cecchettin
Caso Cecchettin e non solo. Mancano analisi serie di tipo scientifico e psichiatrico per capire quanto l’assassino e lo stupratore siano da considerare quali malati di mente, una diagnosi scomoda poiché costringerebbe ad abbandonare l’illusione di risolvere il problema con gli interventi sociali tramite scuola e famiglia. Il corsivo di Battista Falconi
Lo sciacallaggio politico su Giulia Cecchettin
Sarebbe ora che almeno di fronte a certi fenomeni drammatici come il femminicidio la politica scoprisse il dovere o quanto meno il buon gusto di non dividersi e di esercitare in positivo la pratica bipartisan. Il corsivo di Damato.
Giulia Cecchettin, i femminicidi e i numeri
Dati Istat alla mano, è difficile sostenere che la matrice dei femminicidi italiani sia da ricondurre a una specificità dei maschi italici o della cultura italiana, a meno di non argomentare che c’è una cultura particolarmente più maschilista in paesi come Austria o Germania. Estratto dalla newsletter Appunti a cura di Stefano Feltri
Cosa fare davvero contro i femminicidi?
Non c’è un modo solo -giuridico, legislativo o pedagogico- per contrastare l’intollerabile numero dei femminicidi. La chiave di volta e di svolta sta proprio nell’insieme di prevenzione, punizione e una nuova educazione nei rapporti uomo-donna fin dalla scuola e in famiglia. Il taccuino di Guiglia
Per porre fine ai femminicidi serve una rivoluzione nell’educazione in famiglia e a scuola
L’ultima vicenda che ha sconvolto l’Italia, e che ha fatto finire in carcere Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano incinta di sette mesi, dimostra che il male oscuro viene da lontano. E che una società ha il dovere di sradicarlo anche scavando nell’approccio malato-criminale di certi rapporti fra uomo e donna. L’articolo di Federico Guiglia
Da dove nasce la piaga sociale della violenza sulle donne e dei femminicidi?
Non chiamiamo raptus o follia i troppo frequenti episodi di violenza sulle donne, che spesso finiscono tragicamente in femminicidi, perché si tratta piuttosto di un lucido e delirante disegno criminale. L’intervento di Francesco Provinciali, già dirigente ispettivo MIUR e giudice on. Tribunale per i minorenni di Milano
La tragedia di Catania: Medea, Crono e la “degenerazione”
Il corsivo di Battista Falconi