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Leonardo Knds Cingolato

Leonardo, collaborazione con Knds o Rheinmetall sul futuro cingolato per l’Esercito?

Il governo italiano prevede di investire circa 5 miliardi di euro da qui al 2037 a fronte di fabbisogno complessivo di 15 miliardi di euro per il sostituto del Dardo dell’Esercito. L’Italia deve ancora decidere quale veicolo acquistare o sviluppare. Tra i potenziali partner ci sono Knds, con cui Leonardo ha già avviato un'alleanza strategica, e il gruppo Rheinmetall, che ha già proposto la piattaforma Lynx da costruire in Italia insieme ai campioni nazionali dell’Industria della Difesa per dar vita al polo terrestre Europeo

La Difesa deve scegliere il sostituto del cingolato Dardo per l’Esercito italiano.

Una grande novità del Dpp 2023-2025 è l’investimento infatti per i veicoli da combattimento dell’esercito: 15 miliardi di euro previsti per l’acquisizione di un sistema di sistemi per la fanteria pesante (Armored Infantry Combat System – Aics attualmente denominato A2CS- Army Armored Combat System), incentrato su piattaforme sia combat (Armored Infantry Fighting Vehicle – Aifv) sia di supporto. Per quest’ultimo programma dell’esercito, il governo italiano ha già stanziato 5 miliardi di euro da qui al 2037.

Il piano prevede l’acquisizione di circa 1.000 veicoli cingolati blindati.

In realtà, ancora  non è chiaro quale veicolo l’Esercito intende acquistare o sviluppare.

L’Italia sceglierà partner industriali per iniziare a lavorare su un nuovo importante programma di veicoli da combattimento cingolati entro “pochi mesi”, ha detto a Defense News il generale Francesco Olla, responsabile del reparto pianificazione della forza armata.

“Da un punto di vista programmatico, tutti i documenti relativi alle esigenze operative sono stati approvati e il Ministero della Difesa ha stanziato una parte importante del budget necessario”, ha sottolineato il generale Olla aggiungendo che “Pertanto, le attività di approvvigionamento inizieranno nei prossimi mesi”.

Il governo italiano prevede inoltre di stabilire una cooperazione con partner stranieri. Questa non può prescindere da Leonardo che, insieme a Cnh Industrial, controlla il consorzio Iveco-Oto Melara (Cio), capofila dell’industria negli armamenti terrestri. Tra i potenziali partner ci sono Knds, con cui Roma intende collaborare nel programma Mgcs e con cui Leonardo ha siglato una recente partnership, e il gruppo Rheinmetall, che aveva già proposto il veicolo da combattimento per fanteria KF41 Lynx.

Rapporti precedenti indicavano anche l’interesse dell’Esercito Italiano per il veicolo da combattimento di fanteria anglo-svedese CV90, prodotto della Bae Systems Hägglunds.

Tutti i dettagli.

IL PROGRAMMA A2CS

Il 16 ottobre la Difesa ha pubblicato e trasmesso al Parlamento il documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa per il triennio 2023-2025. Quest’ultimo ufficializza la previsione di spesa di 8,2 miliardi per l’acquisto dei carri armati tedeschi Leopard 2 e di 15 miliardi per l’acquisizione di un sistema di sistemi per la fanteria pesante (A2CS), incentrato su piattaforme sia combat (Armored Infantry Fighting Vehicle – Aifv) sia di supporto. Per quest’ultimo programma dell’esercito, fino allo scorso anno era previsto un fabbisogno complessivo di 6 miliardi, quindi nel nuovo Dpp la spesa raddoppia.

Si inaugura così il decennio dell’Esercito, con questo programma che è di fatto una “legge terrestre”, una occasione di crescita per il comparto nazionale della difesa. “Ecco l’AICS vale oltre 2 volte la Legge Navale,” del 2015, sottolineava di recente Pietro Batacchi, direttore di Rid.

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE NECESSARIA

Ma oltre al ruolo dell’industria nazionale, è imprescindibile una cooperazione internazionale.

A Defense News il generale Olla ha spiegato che ciò è dovuto al fatto che attualmente nessuna nazione europea può permettersi di sviluppare un proprio veicolo.

“Non vedo nessun paese [dell’Unione europea] in grado di sviluppare da solo un programma tecnologico così complesso a causa dei costi associati e del know-how tecnologico richiesto. Pertanto, ci aspettiamo di vedere una cooperazione multinazionale in questo senso, e sono sicuro che il recente accordo firmato da Leonardo e Knds sia un passo molto incoraggiante verso quella direzione”, ha osservato.

Proprio sulla necessità di una maggiore cooperazione europea su programmi di grandi dimensioni ha puntato i riflettori anche il numero uno di Leonardo, Roberto Cingolani, e “A2CS potrebbe essere un catalizzatore primario in un momento in cui il principale carro armato europeo è impantanato in ritardo” ha evidenziato la testata americana.

KNDS O RHEINMETALL?

Quindi il programma potrebbe rivelarsi un catalizzatore per l’integrazione industriale nel settore, non appena Roma potrà decidere per le italiane Leonardo e Iveco i potenziali partner tra il consorzio franco-tedesca Knds e la tedesca Rheinmetall.

L’ALLEANZA STRATEGICA TRA LEONARDO E KNDS

Lo scorso 13 dicembre il colosso della difesa italiano e Knds, il gruppo nato dell’aggregazione di Kmw e Nexter, due dei principali produttori europei di sistemi terrestri militari con sede in Germania e Francia, di concerto con il ministero della Difesa Italiano, “hanno siglato un’alleanza strategica per definire e sviluppare ulteriormente una collaborazione più stretta”. “Obiettivo dell’accordo – si legge nella nota della società di Piazza Monte Grappa – è la creazione di un gruppo di Difesa Europeo e il rafforzamento della collaborazione nel campo dell’elettronica terrestre”.

Non solo, “l’alleanza strategica consentirà di implementare programmi di collaborazione tra le nazioni europee attraverso il rafforzamento delle proprie basi industriali e lo sviluppo della futura generazione di piattaforme per veicoli blindati, tra le quali l’Mgcs (Main Ground Combat System)”. L’Mgcs è un progetto franco-tedesco di Knds in cooperazione con Rheinmetall.

Nell’accordo si parla anche di una possibile partnership sul programma A2CS, secondo una fonte a conoscenza dell’accordo citata da Defense News.

LA POSIZIONE DEL CONSORZIO FRANCO-TEDESCO

Nel frattempo, un portavoce di Knds ha affermato che “il veicolo italiano potrebbe essere un programma per una possibile cooperazione tra l’industria italiana e Knds”.

Secondo Defense News, il consorzio franco-tedesco potrebbe prendere in considerazione l’idea di offrire all’Italia la versione cingolata del suo veicolo Boxer, che ha testato e mostrato allo spettacolo della difesa Eurosatory del 2022 in Francia; la piattaforma non è in produzione.

LA PROPOSTA DI RHEINMETALL

Dall’altra parte c’è Rheinmetall, che già da gennaio 2021 si è impegnata a identificare i requisiti operativi per il sostituto del Dardo dell’Esercito.

“Noi ci offriamo di costruire in Italia e insieme ai campioni nazionali dell’Industria della Difesa il più grande polo terrestre Europeo che permetterà all’Italia di essere protagonista non solo nella dimensione avionica e navale ma anche nella componente tecnologica terrestre” aveva ribadito l’ad di Rheinmetall Italia, Alessandro Ercolani, in una recente audizione parlamentare.

In particolare, il gruppo tedesco ha proposto il suo veicolo cingolato Lynx e si è detto pronto a cedere l’autorità di progettazione.

“Il Lynx è il veicolo da combattimento di fanteria più moderno oggi disponibile. Ha un’architettura aperta e poiché controlliamo il prodotto possiamo dare all’Italia il trasferimento tecnologico e l’autorità del design”, ha affermato Ercolani a Defense News. Secondo l’ad di Rheinmetall italia il nostro paese rischierebbe di ritardare il programma se provasse a sviluppare un veicolo da zero. “L’Italia avrebbe bisogno dai cinque ai sette anni per progettare un nuovo IFV o carro armato, qualcosa che non faceva dagli anni ’90, e ci sarebbero i costi di sviluppo da considerare”, ha aggiunto. Alla domanda se Rheinmetall sia in svantaggio dal momento che Leonardo ha già firmato un accordo strategico con Knds, Ercolani ha risposto: “Non siamo in svantaggio perché Knds non ha un IFV da offrire in questo momento”.

I DESIDERATA DELL’ESERCITO

Sempre alla testata americana, il generale Olla ha riferito di essere diffidente nei confronti dell’acquisto da parte dell’Italia di un veicolo esistente, aggiungendo che vorrebbe vedere l’industria italiana assumere il ruolo di autorità del design.

“Non è solo una questione di investimenti e di posti di lavoro ottenuti nella nostra patria, ma anche un problema operativo se si pensa alla logistica dei sistemi e allo sviluppo e agli aggiornamenti necessari che porteranno con sé”, ha spiegato a Defense News.

“Ciò non significa che l’Italia sarà autosufficiente, ma dobbiamo recuperare le nostre capacità industriali per produrre piattaforme di alta qualità, che rappresentano lo strumento migliore che possiamo mettere nelle mani dei nostri guerrieri per dare loro maggiori probabilità di realizzare la loro missione e tornare a casa sani e salvi”, ha aggiunto.

COSA FARÀ LEONARDO?

Quel che è molto probabile al momento è il coinvolgimento di Leonardo tramite il consorzio Iveco-Oto Melara (Cio), capofila dell’industria negli armamenti terrestri.

“L’Italia ha una competenza importante in Oto Melara ma anche nella componente Iveco con cui siamo partner nel consorzio” ha ricordato lo scorso novembre il direttore generale di Leonardo, Lorenzo Mariani, in audizione alla Commissione Difesa della Camera nell’ambito dell’esame del Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2023-2025.

Nel 2021, il gruppo ex Finmeccanica aveva messo in vendita la controllata armamenti terrestri insieme a Wass, cessione rimasta in stand-by. Nel frattempo, la Difesa ha confermato l’intenzione di comprare i carri armati Leopard 2, prodotti dalle tedesche Kmw e  Rheimmetall (entrambe avevano fatto un’offerta per la controllata di Leonardo). Ora il gruppo guidato da Roberto Cingolani punta al coinvolgimento di Oto Melara nel programma. “Probabilmente sarà opportuno avere una collaborazione a livello europeo perché non credo ci sia spazio per più piattaforme: stiamo cercando una collaborazione dignitosa sia in termini di partecipazione che di tecnologia e il supporto finanziario che deriva dal Dpp è un ottimo viatico” aveva concluso Mariani.

Secondo Defense News, Leonardo ha riflettuto sull’acquisto di Iveco Defence Vehicles – la filiale di Iveco con cui gestisce il Cio – al fine di incrementare le sue attività di operazioni terrestri in vista di un potenziale consolidamento europeo nel settore.

D’altronde, Il “sogno” di Leonardo è essere “un catalizzatore per unire le forze dei grandi gruppi europei per creare uno spazio europeo della difesa” ha precisato il ceo di Leonardo Cingolani nel corso di una recente intervista a Bloomberg Tv .

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