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Fincantieri Navantia

Che cosa farà Fincantieri fra commesse Usa e aumento di capitale

Scivolano le azioni di Fincantieri in Borsa dopo i rumors su un aumento di capitale. Avviata indagine negli Usa su problemi che coinvolgerebbero le navi del progetto Litoral Combat Ship. Intanto si avvicina la scadenza l'operazione ex Stx. Fatti, numeri e indiscrezioni su Fincantieri

 

Seduta difficile per Fincantieri a Piazza Affari.

Giovedì le azioni di Fincantieri sono scese di oltre il 3% nelle prime negoziazioni, estendendo le perdite della sessione precedente. Il titolo è crollato dopo che un servizio di Bloomberg affermava che il gruppo della cantieristica stava valutando un aumento di capitale fino a 1,5 miliardi di euro per resistere alla pandemia.

A pesare sul titolo anche l’indagine avviata dalla Us Navy su ripetuti problemi che coinvolgerebbero le navi militari Litoral Combat Ship (LCS). Fincantieri ha partecipato alla progettazione e realizzazione delle LCS con il cantiere Fincantieri Marinette Marine della controllata Fincantieri Marine Group.

Tutti i dettagli tra le ultime commesse per il gruppo e l’approssimarsi della scadenza per l’acquisizione dei cantieri francesi ex Stx.

AUMENTO DI CAPITALE IN VISTA PER FINCANTIERI?

Secondo Bloomberg Fincantieri – il gruppo cantieristico controllato al 71% da Cdp Industria – sta valutando opzioni straordinarie per compensare il colpo inferto alle sue finanze dalla pandemia. Sono crollati i ricavi di Fincantieri nei primi 9 mesi dell’anno, anche se non c’è stata alcuna cancellazione di ordini.

Tra le potenziali operazioni allo studio ci sarebbe un aumento di capitale fino a 1,5 miliardi di euro che potrebbe essere approvato all’inizio del prossimo anno, ha scritto l’agenzia di stampa.

Come sottolinea Bloomberg, le azioni di Fincantieri sono calate di circa il 33% da inizio anno, e se l’aumento di capitale andasse avanti sarebbe superiore all’intera capitalizzazione di mercato della società, che è di poco superiore al miliardo di euro.

PROFONDO ROSSO IN BORSA

Le azioni sono scese dell’8,9%, il massimo dal 27 marzo, a Milano dopo che Bloomberg ha riferito che la società sta rivedendo le opzioni.

Si muove in profondo rosso il principale complesso cantieristico al mondo, che è in forte flessione, mostrando una perdita del 4,67% sui valori precedenti.

L’IMPATTO COVID SUI CONTI

Fincantieri ha dichiarato a novembre che i volumi di produzione sono diminuiti del 19% rispetto a stime precedenti che non tenevano conto dell’impatto del Covid-19.

La Posizione finanziaria netta consolidata presenta un saldo negativo (a debito) per euro 1.425 milioni, quasi raddoppiata rispetto al 2019 (a debito per euro 736 milioni al 31 dicembre 2019).

LA POSIZIONE DEL GRUPPO DI TRIESTE

Circa i rumors sull’aumento di capitale in vista, Fincantieri non ha commentato.

“L’azienda sta valutando diverse opzioni per operazioni straordinarie, come fa abitualmente. Nessuna decisione è stata ancora presa”, ha dichiarato un portavoce.

IL COMMENTO DI EQUITA SUL PROBABILE AUMENTO DI CAPITALE DI FINCANTIERI

Secondo Equita, alla luce dell’impatto del Covid sul debito e delle incertezze ancora presenti nel business crocieristico è “credibile che la società stia valutando l’opzione di un aumento di capitale anche se la dimensione appare eccessiva”. Già assumendo un aumento di capitale da 800 milioni, continua il broker, l’operazione sarebbe molto diluitiva. Pertanto Equita continua “a ritenere il titolo non interessante considerando la bassa visibilità del business crocieristico e le incertezze legate al rischio di aumento di capitale”. Equita ha giudizio “hold” su Fincantieri con prezzo obiettivo a 0,57 euro.

E QUELLO DI BANCA AKROS

Anche secondo Akros l’ipotesi di un aumento di capitale è “realistica” e se fosse da 1,5 miliardi sarebbe molto diluitivo. Dunque, la raccomandazione viene ridotta a “reduce” mentre il target price resta a 0,5 euro pur non riflettendo in toto lo scenario della ricapitalizzazione.

LA DIVERSIFICAZIONE AVVIATA DA BONO

Come ha scritto il Sole 24 Ore “vero è, però, che qualsiasi iniziativa, anche guardando agli ultimi risultati messi in campo dall’azienda, non deve essere necessariamente vista come un’azione difensiva dal momento che la società guidata da Giuseppe Bono ha avviato da tempo una politica di diversificazione che sta dando significativi esiti e che l’ha portata a potenziarsi molto anche nel settore delle infrastrutture, dall’alleanza con Autostrade Tech (gruppo Aspi) e Ibm per il monitoraggio delle reti autostradali nazionali ed estere, alla prossima acquisizione di Inso, società del gruppo Condotte attiva nei grandi appalti e negli interventi in project financing. Senza contare il rilancio della controllata Vard che è riuscita a uscire fuori dalle secche della crisi dell’offshore conquistando un importante posizionamento in altri business”.

IL CONTRATTO PER I SOTTOMARINI ALLA MARINA MILITARE ITALIANA

In settimana ci sono state anche buone notizie per il gruppo, come la notifica di una commessa italiana. Il ministero della Difesa acquisirà fino a quattro sottomarini Near Future (NFS) di tipo U212 da Fincantieri attraverso l’Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti (Occar), secondo un avviso pubblicato il 9 dicembre sulla banca dati ufficiale delle gare dell’Ue.

Il contratto notificato a Fincantieri ha un valore di 1,35 miliardi di euro per la costruzione dei primi due U212 Nfs, prevedendo un totale di quattro sommergibili per la Marina militare italiana.

Non è stato ancora comunicato da Fincantieri, ma il programma per la costruzione di quattro sommergibili U-212 Nfs pare finalizzato, dopo aver incassato il doppio via libera parlamentare l’anno scorso.

Ma per Banca Akros al 15 dicembre il titolo del gruppo non stava ancora prezzando questa probabile novità positiva, come ha scritto MF/Milano Finanza.

LE NOVITÀ SUL FRONTE AMERICANO

Anche dall’altro lato dell’Atlantico giungono notizie interessanti per il gruppo di Trieste. La Us Navy raddoppia le fregate FFG(X) costruite Fincantieri nel cantiere Marinette Marine.

Lo scorso maggio il gruppo aveva vinto la gara per le future fregate FFG(X) della US Navy, battezzate Constellation. Il requisito per le FGG(X) dell’US Navy è di venti unità. All’epoca era stata autorizzata la costruzione della prima unità con le altre nove in opzione del primo lotto, mentre le altre dieci, sempre opzionali, saranno allestite successivamente.

Secondo la stima della Us Navy, ognuna dovrebbe costare 870 milioni di dollari.

Come ha riportato Repubblica, “in una delle sue ultime iniziative di governo, il ministro della Difesa Mark Esper ha pianificato di aumentare l’acquisto delle fregate Fincantieri fino a 38 esemplari. Una previsione inclusa nel bilancio presentato dall’amministrazione uscente. Ma al Pentagono molti ritengono che per tenere testa alla flotta cinese siano necessarie ben 70 Constellation”.

MA NIENTE È SCONTATO SULLE ULTERIORI FREGATE CONSTELLATION

Tuttavia, il raddoppio del lavoro per il cantiere di Fincantieri in Wisconsin non è scontato. Come ha sottolineato l’analista Aurelio Giansiracusa su Start “è importante notare che, tecnicamente, Fincantieri Marinette Marine fornisce all’US Navy il progetto di cui il governo statunitense è legittimo proprietario. Questo dettaglio è cruciale, perché, come si legge nel comunicato del Dipartimento della Difesa, dopo il primo lotto di 10 fregate (esercitate le opzioni) allestito da Fmm, la costruzione dell’eventuale lotto opzionale di ulteriori 10 unità potrebbe essere assegnato dal DoD ad altro cantiere sulla base di una gara”.

L’INDAGINE AVVIATA NEGLI STATI UNITI PER LE LCS

Sempre dagli Stati Uniti inoltre, si addensano nubi sul lavoro di Fincantieri.

Oltre al recente traguardo delle fregate FFG(X) il gruppo sta sviluppando per la Marina americana anche il programma Littoral Combat Ships (LCS), che prevede la costruzione di 16 navi (di cui 10 già consegnate).

Ma la Marina militare statunitense sta indagando su potenziale difetto di design delle navi LCS Freedom-class. Secondo alcune indiscrezioni riportate anche da Mf/Milano Finanza, diversi e ripetuti fallimenti riguardanti il treno di propulsione sulle navi “Little Rock” e “Detroit” del programma Littoral Combat Ships, hanno sollevato alcune preoccupazioni a proposito di un possibile difetto di progettazione che si estenderebbe a tutta la classe di imbarcazioni, il quale potrebbe costringere gli addetti ai lavori ad operare una costosa rielaborazione di un componente cruciale su ben diciassette dei piccoli combattenti di superficie della Us Navy.

La classe Freedom è stata progettata da Lockheed Martin e costruita presso il cantiere Marinette Marine di Fincantieri. Ci sono 10 fregate in servizio oggi, con altre sette in costruzione o sotto contratto, secondo il bilancio 2021 della Us Navy.

IL GIUDIZIO DI BANCA AKROS

Su questa notizia, stamani Banca Akros ha ricordato che “Fincantieri ha anche vinto un contratto per la fornitura di quattro Multi-mission Surface Combatants per la marina saudita, e sembra che anche la marina greca sia interessata alla piattaforma. Un difetto di progettazione sarebbe chiaramente una notizia negativa per Fincantieri, che si occupa della costruzione delle navi americane presso il proprio cantiere di Marinette. Anche se da confermare, tali notizie potrebbero avere un impatto decisamente negativo per il titolo.”

Ricordiamo che al momento Fincantieri cede il 6% a Piazza Affari, a quota 0,55 euro.

IN ATTESA DEL VIA LIBERA DI BRUXELLES PER I CANTIERI FRANCESI DI SAINT-NAZAIRE

Infine, si sta avvicinando il termine sul dossier della cessione degli Chantiers de l’Atlantique ((ex Stx France di cui l’84,3% nelle mani dello Stato francese) a Fincantieri.

L’accordo di vendita scade infatti il 31 dicembre 2020. Il colosso della cantieristica di Trieste ha fatto sapere che deciderà entro la fine di dicembre se sostenere la sua offerta per Chantiers de l’Atlantique. Senza necessariamente aspettare che Bruxelles si pronunci sulla validità dell’operazione.

L’operazione è in attesa della decisione della Commissione europea — sulla scia di timori per una minore concorrenza nel mercato mondiale della costruzione di navi da crociera — che ha richiesto documenti aggiuntivi e sospeso la revisione dell’operazione.

PIANO B PER L’EX STX?

Da parte francese, si fanno insistenti i timori invece circa i rapporti tra Fincantieri e la Cina. Il gruppo italiano ha stretto una partnership con CSSC per la prima nave da crociera cinese.

Anche se sia il ministro dell’Economia Bruno Le Maire sia il primo ministro Jean Castex continuano a difende l’accordo, legislatori e sindacati mostrano seri dubbi.

Senza dimenticare che ci sarebbe lo zampino anche di altri player a ostacolare l’operazione. Come aveva scritto Repubblica, “si parla di un possibile ingresso nel capitale dell’olandese Damen o di alcuni dei principali clienti dei cantieri francesi, tra cui Msc Crociere”.

E proprio sulla possibilità per Parigi di defilarsi dalla vendita dei cantieri navali di Saint-Nazaire a Fincantieri, l’ultima dichiarazione giunge dal sindaco di Saint-Nazaire. Quest’ultimo ha assicurato ieri alla stampa:”Il piano B (sull’ex Stx) non è una fantasia o un incantesimo”.

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