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Fincantieri

Come Covid zavorra Fincantieri

Crollano i ricavi di Fincantieri nei primi 9 mesi dell’anno, comunque nessuna cancellazione degli ordini. Numeri e confronti del gruppo della cantieristica controllato da Cdp Industria   Effetto Covid sui risultati dei primi 9 mesi di Fincantieri, il gruppo della cantieristica italiana controllato da Cdp Industria. La società di Trieste ha registrato l’Ebitda al 30…

 

Effetto Covid sui risultati dei primi 9 mesi di Fincantieri, il gruppo della cantieristica italiana controllato da Cdp Industria.

La società di Trieste ha registrato l’Ebitda al 30 settembre 2020 pari a euro 200 milioni, in calo del 34% rispetto a 306 milioni di euro al 30 settembre 2019, su ricavi per 3,534 miliardi di euro, il 16,2% in meno rispetto ai 4,217 miliardi di euro dello stesso periodo dell’anno precedente.

I risultati dei nove mesi rispecchiano le avversità affrontate dall’economia mondiale e da Fincantieri, ha osservato l’amministratore delegato Giuseppe Bono. In risposta alle domande degli analisti, da Fincantieri hanno indicato che un recupero di redditività è atteso a partire dal prossimo anno. Il 2020 resta “un anno difficile”.

Il titolo Fincantieri sembra tenere in Borsa dopo la comunicazione dei risultati tanto da guadagnare + 1% in mattinata.

Tutti i dettagli.

I RICAVI

Nei primi nove mesi dell’anno Fincantieri ha conseguito ricavi pari a 3,534 miliardi di euro (4,217 miliardi al 30 settembre 2019), in flessione del 16,2% che risentono della perdita di valore della produzione per gli effetti Covid-19. Ore di produzione -19% rispetto alle previsioni (3,1 milioni di ore produzione di cui 2,7 milioni nel solo primo semestre) e circa euro 945 milioni di ricavi non sviluppati.

I ricavi del segmento cantieristica sono stati di 3,104 miliardi di euro, in calo del 17,8% rispetto ai primi nove mesi del 2019. I ricavi delle navi da crociera sono stati di 2,258 miliardi di euro, rispetto ai 2,677 miliardi di euro dello stesso periodo dell’anno precedente.

CONTRAZIONE DELLA PROFITTABILITÀ

L’ebitda pari a euro 200 milioni (-34%), sconta la riduzione dei volumi di produzione dei siti italiani del gruppo (euro 306 milioni al 30 settembre 2019).  In miglioramento l’ebitda margin di 5,7%, rispetto al 5,0% del primo semestre (7,3% al 30 settembre 2019). La perdita di ebitda, dovuta allo slittamento dei programmi produttivi, è stata calcolata in circa euro 71 milioni (di cui euro 6 milioni nel terzo trimestre 2020). È quanto si legge nella nota.

E IL DEBITO?

“La Posizione finanziaria netta consolidata presenta un saldo negativo (a debito) per euro 1.425 milioni (a debito per euro 736 milioni al 31 dicembre 2019)”. Si legge nella nota di Fincantieri. “L’incremento è da ricondurre principalmente alle dinamiche tipiche del capitale circolante relativo alla costruzione di navi da crociera, accentuato dallo slittamento della data di consegna di due unità cruise, la cui consegna è stata riprogrammata nel quarto trimestre 2020, e di parte degli incassi commerciali attesi nel periodo. Le dilazioni concesse ai propri clienti riflettono la strategia del gruppo di salvaguardare l’ingente carico di lavoro acquisito e di rafforzare i rapporti con le società armatrici, impegnate a rendere la propria flotta più efficiente con nuove navi pienamente conformi agli stringenti standard di sicurezza sanitaria e di normativa ambientale. L’aumento del fabbisogno finanziario è stato solo parzialmente attenuato dalla riduzione dei volumi produttivi derivanti dalla temporanea chiusura dei cantieri italiani del gruppo”.

COSTI

Le spese di 149 milioni di euro relative a Covid-19 sono attribuibili alla minore leva operativa guidata dalla flessione dei volumi di produzione durante il lockdown in Italia e al graduale aumento dei cantieri navali. Nonché ai costi per garantire la salute e la sicurezza dei dipendenti.

FRONTEGGIATA L’EMERGENZA COVID-19

Proprio riguardo l’emergenza Covid, il gruppo ha fatto sapere inoltre di aver intrapreso “efficaci azioni di contrasto alla diffusione del virus che hanno consentito la tempestiva individuazione di casi Covid-19 mantenendo i contagi al di sotto del 3%” attraverso la misurazione della temperatura corporea con termoscanner; ingressi scaglionati e distanziamento sociale; smart working (circa il 48% delle mansioni compatibili); distribuzione giornaliera dei dispositivi di protezione personale in tutte le sedi del Gruppo. La percentuale di soddisfazione dei dipendenti per l’impegno aziendale profuso per fronteggiare l’emergenza è pari al 91%.

Tuttavia, la ripresa della produzione resta “ancora fortemente condizionata dall’implementazione dei nuovi protocolli di sicurezza”.

PORTAFOGLIO ORDINI

Nonostante la crisi del settore crociere dovuta agli effetti della pandemia, nessuna cancellazione degli ordini per Fincantieri.

La società ha dichiarato un avanzamento del programma produttivo rimodulato a seguito del fermo delle attività nei cantieri italiani, verificatosi nel primo semestre dell’anno. Per quanto riguarda il mercato delle crociere è stato revocato “No Sail Order” negli Stati Uniti mentre non c’è stato alcun fermo delle attività in Italia.

La società ha un portafoglio ordini totale di 36,8 miliardi di euro, quasi 6,3 volte i suoi ricavi del 2019. Il portafoglio ordini complessivo di Fincantieri di 36,8 miliardi di euro è stato integralmente preservato, senza annullamenti di ordini. Ciò include 88 unità da consegnare fino al 2027, contando le opzioni.

UNA GRADUALE RIPRESA

I principali operatori mondiali stanno pianificando una graduale ripresa in piena sicurezza.

Nell’area crocieristica, dopo aver consegnato Enchanted Princess il 30 settembre, la sua centesima nave per Princess Cruises, brand del Gruppo Carnival, e Silver Moon, per Silversea Cruises, brand del gruppo Royal Caribbean a fine ottobre. Fincantieri sta completando inoltre Costa Firenze per soddisfare i suoi impegni legati alle crociere per il 2020.

Il gruppo di Trieste ha consegnato anche una expedition cruise vessel, costruita in Norvegia per Ponant, da Vard. Ricordiamo che da gennaio 2013 Vard è controllata da Fincantieri Oil & Gas SpA, interamente controllata da Fincantieri.

RISCADENZIAMENTO DELLE CONSEGNE

Fincantieri ha concluso i negoziati con gli armatori clienti riguardo al riscadenziamento delle consegne di nuove navi a seguito della pandemia i cui effetti hanno colpito, tra gli altri, il comparto delle crociere. Lo ha indicato nella conference call con gli analisti il cfo Giuseppe Dado aggiungendo che quindi ad oggi la nuova tempistica delle consegne è da considerarsi stabile. Dalle slide diffuse Fincantieri indica nel cronoprogramma 8 navi da crociera e 8 navi militari da consegnare l’anno prossimo mentre nel 2022 sono previste altre 7 navi da crociera e 8 militari.

Il portafoglio ordini complessivo è di 88 navi fino al 2027 e comprende anche le navi speciali e l’offshore. Per il settore trainante delle navi da crociera, Fincantieri indica la consegna di 10 nuove navi nel 2023.

LIQUIDITÀ GRAZIE ANCHE ALLA GARANZIA DI SACE

Risulta una “solida posizione patrimoniale con liquidità e linee di credito sufficienti per affrontare l’attuale situazione e la sua prevedibile evoluzione nel medio termine”.  Sottolineata l’importanza della garanzia Sace sulle linee di credito da 1,15 miliardi concesse da un pool di banche.

GALLIA: “NORMALITÀ ATTESA PER IL 2022”

Il 2021 sarà “un anno di transizione” per Fincantieri mentre “una nuova normalità” è attesa per il 2022. Così il neo direttore generale di Fincantieri, Fabio Gallia, nella conference call sui risultati dei nove mesi parlando delle prospettive del gruppo. Dalle slide mostrate agli analisti emerge un impatto sull’indebitamento di 600 milioni direttamente legato al riscadenziamento delle consegne delle navi da crociera che rappresentano oltre il 50% del business per il gruppo italiano che ha 40 navi da crociera nel portafoglio ordini.

Riguardo al settore militare Gallia ha menzionato la prospettiva di un rinnovo della flotta della Marina italiana e i progressi per degli ordini da parte del ministero della difesa del Qatar. Il manager, già amministratore delegato di Cdp, ha indicato che i volumi di produzione nel quarto trimestre sono stimati a livelli pre-Covid.

LE RACCOMANDAZIONI DEGLI ANALISTI

Infine, MF/Milano Finanza riporta che “gli esperti di Equita hanno, quindi, confermato il rating hold e il target price a 0,61 euro sul titolo Fincantieri che ora in Borsa sale dell’1,03% a 0,586 euro. Lo stesso rating di quelli di Banca Akros (neutral e target price a 0,50 euro) che hanno giudicato i risultati del terzo trimestre non lontani dalle loro stime, “ma la dinamica dell’indebitamento finanziario netto supera chiaramente le stime. L’azienda sostiene di avere una solida capacità di finanziamento, ma ammette anche che il debito si riprenderà nei prossimi anni. Manteniamo un atteggiamento cauto sul titolo”. Gli hanno fatto eco quelli di Intesa Sanpaolo (hold e target price a 0,63 euro) che, da una parte, hanno valutato positivamente il miglior trend operativo nel terzo trimestre che ha evidenziato una ripresa delle attività produttive in linea con il periodo pre-Covid. D’altra parte, però, anche loro ritengono che il livello del debito netto nel terzo trimestre possa “sollevare alcune preoccupazioni”.

 

IL DOCUMENTO COMPLETO SUI RISULTATI AL 30 SETTEMBRE 2020 DI FINCANTIERI

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