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India

Tutte le ultime sintonie commerciali tra India e Russia

L'Unione economica eurasiatica, capeggiata dalla Russia, ha proposto di accelerare le trattative per un accordo di libero commercio con l'India. Tutte le conseguenze, anche per la Cina e l'Occidente.

L’Unione economica eurasiatica, un gruppo di cui fanno pare Russia, Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan, ha deciso di accelerare il processo di approvazione di un accordo di libero scambio con l’India.

LE CONSEGUENZE PER LA CINA (E PER L’OCCIDENTE)

Come spiega l’Economic Times, il principale quotidiano economico indiano, si tratta di una notizia molto rilevante per Nuova Delhi perché, grazie all’intesa commerciale, le aziende indiane si garantiranno un maggiore accesso ai mercati d’Eurasia, una regione ricca di risorse naturale dove la Cina è sempre più presente.

Tra India e Cina c’è un rapporto di rivalità regionale che l’Occidente sta cercando di sfruttare a proprio vantaggio. Nuova Delhi viene vista – soprattutto dagli Stati Uniti – come un possibile contrappeso economico-politico a Pechino e come una nazione più facilmente avvicinabile al blocco delle democrazie, benché non abbia intenzione di schierarsi: i suoi stretti rapporti con la Russia, appunto, lo dimostrano.

L’Economic Times aggiunge che un accordo di libero scambio con l’Unione economica eurasiatica sarebbe conveniente per l’India perché le imprese russe non riuscirebbero a reggere la concorrenza con quelle indiane, a differenza di quelle cinesi.

LA RIUNIONE DELL’UNIONE EURASIATICA

La decisione dell’Unione eurasiatica di far avanzare con più velocità le trattative con l’India è stata presa durante la riunione a Mosca di mercoledì e giovedì scorsi. L’incontro – al quale hanno partecipato i presidenti di Russia, Kazakistan e Kirghizistan, oltre a duemila delegati circa – è servito anche a discutere di un possibile approfondimento della cooperazione con i BRICS (il gruppo economico che riunisce Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e con l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan).

I BRICS si riuniranno in Sudafrica il 2 e giugno, e probabilmente discuteranno della possibilità di un allargamento a nuovi membri.

TUTTI I CONTATTI TRA INDIA E RUSSIA

Giovedì sera il ministro degli Esteri indiano, S. Jaishankar, si è riunito con l’ambasciatore russo Denis Alipov a Mosca per discutere “della nostra cooperazione bilaterale” e del possibile accordo di libero scambio. Il patto era stato oggetto di discussioni anche il mese scorso, quando il vice-primo ministro russo Denis Manturov era andato in visita in India e aveva parlato di “negoziati avanzati”.

Jaishankar ha dichiarato che India e Russia hanno già raggiunto l’obiettivo dei 30 miliardi di dollari di interscambio bilaterale, un valore che si erano prefissati di raggiungere nel 2025. Tra l’aprile 2022 e il febbraio 2023 il commercio tra i due paesi è peraltro salito a 45 miliardi.

A contribuire alla crescita degli scambi è il settore energetico: prima dell’invasione dell’Ucraina, il commercio petrolifero tra Mosca e Nuova Delhi era praticamente inesistente; oggi, al contrario, è rilevantissimo, e il mercato indiano (assieme a quello cinese) sta aiutando la Russia a mitigare il danno economico dell’esclusione dall’Europa.

Nonostante le sanzioni, il greggio russo continua ad arrivare in Europa, in realtà, benché in forma diversa e passando proprio per l’India. Le raffinerie indiane stanno infatti acquistando a sconto il petrolio dalla Russia, che poi lavorano e rivendono – con notevoli margini di profitto – sul mercato europeo. Il tutto senza violare le sanzioni, che permettono questo tipo di triangolazioni.

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