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Foxconn

Come Apple, anche Foxconn punta sull’India contro la Cina

Foxconn ha acquistato un grande lotto di terra vicino Bangalore, uno dei poli tech dell'India. Il piano - condiviso con Apple - è fare del paese un centro manifatturiero di iPhone alternativo alla Cina. Tutti i dettagli.

 

La società taiwanese di componentistica elettronica Foxconn ha acquistato un grande appezzamento di terreno nei pressi della città di Bangalore, uno dei principali poli tecnologici dell’India. È una notizia importante perché riguarda una delle più importanti aziende partner di Apple (si occupa dell’assemblaggio degli iPhone), ma soprattutto perché racconta il processo di (parziale) distacco manifatturiero dalla Cina in atto a livello internazionale.

COSA SAPPIAMO DELLA MOSSA DI FOXCONN A BANGALORE

Foxconn Hon Hai Technology India Mega Development, la sussidiaria indiana della società taiwanese, ha acquistato un terreno di 1,2 milioni di metri quadrati a Devanahalli, vicino all’aeroporto di Kempegowda che serve l’area metropolitana di Bangalore. L’operazione ha un valore di 37 milioni di dollari.

I PIANI DI FOXCONN PER L’INDIA…

Lo scorso marzo il governatore del Karnataka, dove si trova Bangalore, aveva detto che Apple avrebbe “presto” iniziato ad assemblare iPhone in una nuova fabbrica nello stato. Lo stesso mese Bloomberg aveva scritto che Foxconn stava valutando un investimento di 700 milioni di dollari in un nuovo stabilimento nel Karnataka.

A febbraio il presidente di Foxconn, Young Liu, si è recato in visita nel Karnataka, dicendo di voler “approfondire le partnership […] in nuove aree come lo sviluppo di semiconduttori e i veicoli elettrici”, riporta il quotidiano economico indiano Economic Times. Ha discusso anche con il primo ministro indiano Narendra Modi delle possibilità per lo sviluppo dell'”ecosistema tecnologico e innovativo dell’India”.

– Leggi anche: Chi è Terry Gou, il capo di Foxconn che vuole diventare presidente di Taiwan

Foxconn assembla gli smartphone di Apple in India dal 2019 alla sua fabbrica nello stato del Tamil Nadu. Anche altre due aziende taiwanesi, Wistron e Pegatron, si occupano della manifattura dei dispositivi di Apple in India.

… E QUELLI DI APPLE

Lo scorso settembre Apple ha annunciato che produrrà in India l’iPhone 14, il suo ultimo modello di smartphone. Nel 2022 il paese ha rappresentato il 7 per cento della manifattura globale di iPhone, ma Apple vorrebbe portare la quota al 25 per cento.

Ad aprile, poi, la società tecnologica californiana ha aperto i suoi primi due punti vendita in India. Tanta attenzione al paese non è casuale, ovviamente. C’entra innanzitutto la demografia: la popolazione indiana è più grande, secondo alcune stime, di quella cinese (1,417 miliardi di persone contro 1,412). Alla vastità del mercato si aggiunge il fatto che la classe media indiana sta crescendo e ha voglia di spendere: Apple punta a soddisfare questo bisogno con i suoi iPhone, iPad, iMac e così via.

IL DISTACCO DALLA CINA E IL “MAKE IN INDIA”

Sia nei piani di Apple, sia in quelli di Foxconn, c’è il distacco dalla Cina – dove attualmente si concentra gran parte della loro capacità manifatturiera – per proteggersi dalle tensioni politiche tra Washington e Pechino, che trovano spesso sfogo nel commercio: si parla infatti di “guerra commerciale”.

L’India viene considerata una buona alternativa alla Cina per la ri-localizzazione della produzione. Oltre al vasto mercato interno e alla manodopera, Nuova Delhi è vista come un contrappeso politico a Pechino (data la rivalità bilaterale) e come una nazione più facilmente avvicinabile al blocco delle democrazie occidentali, benché non abbia intenzione di schierarsi (e i suoi stretti rapporti con la Russia lo dimostrano).

Il governo Modi sta cercando di trarre vantaggio dal contesto geopolitico e ha lanciato un piano, chiamato “Make in India”, per trasformare il paese in un grande polo manifatturiero globale: una “fabbrica del mondo”, si potrebbe dire, riprendendo un’espressione un tempo associata alla Cina.

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