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Russia Google

Perché la Russia ha multato Google

Google condannata in Russia per violazione della legge su dati. Che cosa è successo

 

La Russia ha comminato a Google una multa di 34.500 euro per non aver archiviato i dati degli utenti russi nel Paese.

È la prima volta che il colosso americano viene condannato nel Paese per tale ragione.

In particolare il tribunale di Mosca ha dichiarato Google colpevole di violazione della legge sull’archiviazione dei dati. Pertanto, la società dovrà pagare una multa di tre milioni di rubli (circa 34.500 euro al tasso attuale), ha detto un portavoce del tribunale all’agenzia pubblica Ria Novosti.

Il governo russo ha cercato di rafforzare il controllo sul segmento russo del web e di sviluppare una cosiddetta “internet sovrana“. Dal 2014 la legge russa obbliga le imprese del web a stoccare i dati dei loro utenti russi in Russia.

Tutti i dettagli.

LA MULTA INFLITTA DALLA RUSSIA A GOOGLE

Giovedì il tribunale distrettuale di Tagansky di Mosca ha dichiarato Google colpevole di violazione delle leggi sulla localizzazione dei dati, imponendo una multa di 3 milioni di rubli. La multa massima prevista per un caso simile è pari a sei milioni di rubli.

LA PRIMA VOLTA PER BIG G PER QUESTA RAGIONE

Questa è la prima volta che l’azienda statunitense è condannata per aver violato la controversa legge approvata nel 2014. Quest’ultima prevede la conservazione dei dati personali degli utenti russi all’interno della Russia.

L’anno scorso Mosca ha condannato per lo stesso motivo Facebook e Twitter. A differenza del sito web di networking Linkedin, bloccato dalla Russia dopo aver rifiutato di trasferire i dati degli utenti russi.

I GUAI RUSSI DI TWITTER, FACEBOOK & CO

Negli ultimi mesi, la Russia ha avviato azioni legali contro le società tecnologiche straniere, in particolare i social network, per non aver eliminato i contenuti su richiesta dell’autorità di vigilanza statale dei media.

I critici del Cremlino affermano che il governo Usa il pretesto di proteggere i minori e combattere l’estremismo per rimuovere i contenuti legati all’opposizione, che si basa in gran parte online.

Facebook e Google sono state multate per non aver rimosso i contenuti illegali, mentre Twitter ha visto i suoi servizi strozzati dal regolatore dei media del governo russo all’inizio di quest’anno. L’authority ha anche minacciato di vietare completamente Twitter se il contenuto considerato illecito non fosse stato rimosso.

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