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Putin

Come la Russia non russa con Twitter e Facebook

Che cosa combina la Russia con Twitter e Facebook. L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

La politica internazionale è sempre stata caratterizzata da una logica fatta di mosse e contromosse cioè di azioni difensive e offensive.

Lo dimostrano in modo eloquente le iniziative di natura giuridica che sono state prese dalla Federazione Russa allo scopo di impedire che i social media come Twitter o Facebook possano essere utilizzati dalle opposizioni interne – sia che siano autonome o eterodirette da agenzie governative europee ed extra europee – allo scopo di promuovere la disinformazione e la mobilitazione non violenta contro l’attuale governo di Putin.

Nello specifico si fa riferimento al disegno di legge presentato il 21 maggio dalla Camera bassa dell’Assemblea federale della Russia secondo la quale tutte le aziende estere IT che hanno un’utenza che si aggira intorno ai 500.000 devono aprire uffici regolarmente registrati in Russia con lo scopo di dare la possibilità alla Federazione non solo di controllare la loro attività ma eventualmente anche di bloccarla.

Questa disposizione si inserisce in un quadro normativo molto più ampio come la norma 149 del codice penale russo che consente proprio alla Federazione non solo di sanzionare ma anche di bloccare le piattaforme online.

Se da un lato l’insieme di queste norme rappresentano un evidente limite alla libertà di informazione e di stampa inaccettabile – almeno in linea teorica nelle democrazie occidentali – al contrario per la Federazione russa queste limitazioni sono uno strumento indispensabile per consolidare la logica autocratica dell’attuale regime di Putin, cioè funzionali al consolidamento e al mantenimento del suo potere.

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