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CK Hutchison Wind

Lo zampino di Iliad nella marcia indietro di Hutchison sulla rete Wind

CK Hutchison, il conglomerato di Hong Kong proprietario di WindTre, annulla l'accordo per la vendita da 3,4 miliardi di euro della quota di maggioranza della rete della telco al fondo svedese Eqt. Ecco perché

Niente da fare per la Netco di WindTre con il fondo svedese Eqt.

A dichiarare la parola fine è il proprietario della telco, CK Hutchison Holdings, precisando che l’operazione annunciata lo scorso 12 maggio per la costituzione di una newco della rete e la vendita di una partecipazione del 60% di tali infrastrutture al fondo “è stata interrotta a causa del mancato rispetto delle condizioni sospensive per la chiusura entro una data concordata, del 12 febbraio 2024”. “Di conseguenza, la transazione non avrà luogo”.

L’operazione con Eqt aveva un enterprise value da 3,4 miliardi e sarebbe stata la prima operazione di scorporo dell’infrastruttura prima ancora della cessione di Netco di Tim a Kkr.

In realtà lo scorporo della rete dell’operatore lanciato nel 2017 a seguito della fusione di Wind e 3 Italia parte del gruppo Ck Hutchison e guidato oggi da Gianluca Corti e Benoit Hanssen appariva già incerto da tempo, dopo lo slittamento di tre mesi a novembre. Senza contare che le sigle sindacali erano in allarme per le incognite sulla vendita dell’infrastruttura annunciata da Wind.

Ma più che le pressioni sindacali sembra che sull’operazione abbiano influito gli accordi di terze parti relativi al 5G con i rivali di Wind Tre. Proprio un anno fa Windtre aveva annunciato il perfezionamento del closing per Zefiro, la joint venture paritetica con Iliad per condividere e gestire le rispettive reti di telefonia mobile, incluse quelle 5G, nelle aree meno densamente popolate del territorio nazionale.

Che l’operazione di consolidamento del settore sia saltata a causa di Iliad?
Tutti i dettagli.

SFUMATA L’OPERAZIONE WINDTRE-EQT

Ripartiamo dal principio: lo scorso maggio CK Hutchison aveva pianificato di trasferire al fondo svedese Eqt Infrastructure le attività relative alle apparecchiature di rete e ai servizi all’ingrosso di comunicazioni mobili e fisse della sua attività italiana di telefonia mobile Wind Tre.

L’accordo prevedeva che Eqt acquisisse una quota del 60% nella nuova impresa di rete di Wind Tre, comprendente antenne radio, stazioni base e contratti associati. L’accordo aveva fissato un valore aziendale per la società di joint venture pari a 3,4 miliardi di euro.
Ma alla scadenza del closing, il proprietario cinese di Wind ha reso noto l’interruzione dell’operazione con Eqt “a causa del mancato rispetto delle condizioni sospensive”.

Comunque il conglomerato di Hong Kong, prosegue la nota, “continuerà a esplorare possibili transazioni infrastrutturali alternative per apportare valore alla società, comprese possibili transazioni infrastrutturali con Eqt Infrastructure qualora si presentasse l’opportunità appropriata”.

LA POSIZIONE DEL FONDO SVEDESE

Posizione condivisa anche dal fondo svedese: “Eqt Infrastructure continuerà ad esplorare transazioni infrastrutturali alternative, anche con Ck Hutchison, qualora si presentassero ulteriori opportunità” si legge nel comunicato, senza precludere l’adozione di un nuovo approccio per un accordo per lo spin-off delle infrastrutture di Wind Tre.

“Concomitanza che fa pensare come le parti non si siano affatto lasciate male (non chiudendo quindi la porta a un possibile nuovo tentativo, in futuro)”, osserva oggi il Sole 24 Ore.

LO ZAMPINO DI ILIAD

A intralciare l’operazione sarebbero stati gli accordi di condivisione della rete esistenti con i rivali di Wind Tre, Iliad e Fastweb.

Come già detto, proprio Iliad e Wind Tre sono socie nella joint venture paritetica creata a gennaio 2023, Zefiro, creando un nuovo grossista 5G focalizzato sulla fornitura di copertura 5G per le zone rurali del Paese. “Gli accordi fra i due operatori contenevano clausole di rinegoziazione obbligatoria, qualora uno dei due contraenti avesse cambiato proprietario. E Iliad non avrebbe mancato di far notare che la vendita della rete Wind al fondo svedese sarebbe rientrata nella fattispecie, esigendo una revisione degli assetti di Zefiro” segnala il Corriere della Sera aggiungendo che “Simile dibattito avrebbe riguardato anche un’altra alleanza di Wind, quella con Fastweb sul 5G”.

La telco di proprietà di CK Hutchison ha anche un accordo di condivisione della rete 5G con Fastweb che avrebbe influenzato dall’accordo, anche se all’epoca sembrava che la questione si sarebbe risolta rapidamente.

Secondo il quotidiano confindustriale, il conglomerato di Hong Hong “a un certo punto ha dovuto proprio fare i conti con una Iliad che ha messo sul tavolo le clausole contenute negli accordi in caso di cambio di assetti proprietari. E contestualmente anche la necessità di rivedere quegli accordi”.

“Da qui la decisione di CK di stoppare l’affare senza perciò rinunciare a «esplorare possibili operazioni infrastrutturali alternative», magari con la stessa Eqt e coinvolgendo Iliad e Fastweb” chiosa il Corriere.

L’ACQUISTO DI OPNET

Per un’operazione di consolidamento che non è andata in porto, un’altra è salpata.

 A inizio mese Wind Tre ha annunciato l’acquisizione le attività di OpNet (ex Linkem), specialista in FWA (Fixed Wireless Access) per il mercato all’ingrosso.

L’operazione, “soggetta ad approvazioni governative e regolamentari”, sarà realizzata “mediante l’acquisto da parte di Wind Tre del 100% di una società nella quale OpNet conferirà il relativo ramo d’azienda, con esclusione di Tessellis e le altre società controllate o partecipate da OpNet”.

Ma quella di OpNet e della parte rete della ex Linkem è senz’altro un’opportunità per rafforzarsi nello sviluppo del 5G per l’operatore controllato da Ck Hutchison, oltre che una prima mossa verso il consolidamento del mercato italiano del mobile, tanto auspicato finora.

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