skip to Main Content

Leonardo Hensoldt

La tedesca Hensoldt mira all’elettronica di Leonardo? Fatti, rumor e allarmi

Il ceo di Hensoldt ha dichiarato che la società tedesca sta valutando l’ipotesi di acquisire il segmento dell’elettronica per la difesa di Leonardo (che detiene una partecipazione del 25,1% in Hensoldt) nell’ambito di una strategia di consolidamento europeo. I fatti e le analisi Prima era Leonardo che si consolidava in Germania con Hensoldt, ora è…

Prima era Leonardo che si consolidava in Germania con Hensoldt, ora è quest’ultima che punta al consolidamento in Europa.

In occasione di un evento a Monaco il 27 aprile, Thomas Mueller, ceo uscente di Hensoldt, ha dichiarato che la società tedesca sta valutando l’ipotesi di acquisire il segmento dell’elettronica per la difesa di Leonardo nell’ambito di una strategia di consolidamento europeo.

“Sarebbe una possibile strada da percorrere” e sarebbe ipotizzabile nel breve termine, ha evidenziato Mueller. “Nel lungo termine, dobbiamo essere alla pari con gli americani”.

Era gennaio 2022 quando il gruppo dell’aerospazio e difesa italiano ha finalizzato l’acquisizione del 25,1% di Hensoldt, azienda attiva nel campo dei sensori per applicazioni in ambito difesa e sicurezza. E ora, a poco più di un anno di distanza, la società tedesca parla di acquisire il segmento dell’elettronica per la difesa di Leonardo (uno dei motori di crescita dei ricavi del gruppo di piazza Monte Grappa).

“Evidentemente qualcosa è cambiato”. Ha commentato così il generale Mario Arpino, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e della Difesa a Startmag aggiungendo che “Potrebbe essere il primo mattone di una frana. Potrebbero venirci tutti addosso, tutti avrebbero da guadagnare e continuerebbe il depredamento dei gioielli di famiglia italiani”.

“Una dichiarazione davvero sorprendente, poiché operazioni di tal fatta vengono normalmente negoziate e decise con il massimo riserbo e non certo enunciate quasi incidentalmente in un discorso pubblico”, osserva sempre a Startmag il generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare e della Difesa, attuale consigliere scientifico dello IAI.

Pochi altri commenti sulla notizia delle intenzioni di un gruppo tedesco di acquisire attività di un colosso nazionale, passata quasi in sordina sulla stampa generalista italiana. “Da predatori rischiamo di diventare prede”, ha rimarcato il vicedirettore del quotidiano La Verità, Claudio Antonelli, sul quotidiano fondato e diretto da Maurizio Belpietro.

Ecco fatti, commenti e approfondimenti.

LE INTENZIONI DI HENSOLDT SU LEONARDO E NON SOLO

Hensoldt, che produce radar per il sistema di difesa aerea Iris-T, prenderebbe in considerazione l’acquisizione di parti di Thales, sebbene la Francia consideri la difesa di particolare importanza strategica, ha affermato Mueller. “La Francia dovrà affrontare la realtà che non puoi fare tutto da solo”, ha detto. Anche le transazioni interne con società del calibro di Rheinmetall erano tra le opzioni per raggiungere il consolidamento, ha affermato Mueller. Dunque nel radar di Hensoldt finiscono sia Thales e Rheinmettal ma soprattutto il segmento dell’elettronica per la difesa di Leonardo.

Dall’azienda tedesca hanno risposto che “Hensoldt ha comunicato fin dalla sua fondazione che l’obiettivo strategico è quello di guidare il consolidamento europeo dell’industria elettronica della Difesa da una posizione di forza e di salvaguardare la tecnologia chiave tedesca. Sebbene lo scenario descritto da Reuters segua una logica solida, è solo una delle numerose opzioni immaginabili”, salvo poi concludere: “Non ci sono piani o preparativi concreti per nessuno di questi scenari”.

OK IL CONSOLIDAMENTO DELL’INDUSTRIA DELLA DIFESA IN EUROPA, MA…

“È certo una verità intellettualmente condivisa che un consolidamento dell’industria della difesa in Europa sia indispensabile e ineludibile, ma è una partita da giocare in primis dai governi coinvolti a carte rigorosamente coperte. Lanciare un sasso del genere rischia invece di generare una reazione di rigetto a qualsiasi ipotesi di negoziato”, ha commentato il generale Camporini.

“Fare poi in pubblico — prosegue Camporini — il nome di un gigante come la francese Thales, tenuto conto della sensibilità di Parigi su questi temi appare addirittura provocatorio. Mi domando quali possono essere le reazioni del mercato e se Mueller le abbia preventivamente considerate”.

“Infine, per venire a noi, l’elettronica per Leonardo è un gioiello della corona e non sarei sorpreso da reazioni molto irritate, tenuto anche conto della cospicua partecipazione azionaria detenuta in Hensoldt”, ha concluso il generale Camporini.

LA STRATEGIA DELL’EX AD DI LEONARDO SULL’ELETTRONICA CON HENSOLDT

L’ormai ex ceo di Leonardo, Alessandro Profumo, aveva dichiarato lo scorso anno che il gruppo mira a diventare il leader nell’elettronica per la difesa in Europa e aveva acquistato una partecipazione in Hensoldt per raggiungere il suo obiettivo. “Il nostro obiettivo in Europa è diventare polo di aggregazione per il mercato dell’elettronica per la difesa, facendo leva sulle sinergie nei campi della sensoristica, cybersecurity, gestione dati e robotica” aveva sottolineato l’ ex ad di Leonardo.

“Profumo mi era piaciuto molto all’epoca”, ha sottolineato a Startmag il generale Arpino, aggiungendo che: “L’elettronica è davvero qualcosa che possiamo fare. Non richiede grandi industrie, ma molta intelligenza, capacità e ingegneristica”.

PRONTO ALL’AZIONE IL GOLDEN POWER

“Difficile comunque immaginare una reale intenzione dei tedeschi di acquisire in modo ostile un pezzo del nostro colosso della Difesa”, ha sottolineato La Verità: “Va aggiunto che non potrebbe esserci un’Opa ostile perché sia porrebbe sia il tema del Golden power che quello del Golden share, essendo Leonardo partecipata pubblica e per di più operativa in un settore per definizione sensibile”.

IL MESSAGGIO IN ARRIVO DALLA GERMANIA

“Ecco perché il segnale arrivato da Monaco sembra più essere un messaggio destinato al nostro governo che potrebbe essere sollecitato a prendere in mano due dossier molto pesanti. Entrambi riguardano il rapporto con i tedeschi. Uno è appunto la possibilità di portare avanti la partnership nell’elettronica della Difesa e l’altro riguarda i destini incrociati del carro Ue, il quale a sua volta coinvolge il futuro di Oto Melara e Wass di proprietà di Leonardo”, ha proseguito Claudio Antonelli.

LA VICENDA OTO MELARA-WASS

Nel 2021 Leonardo ha avviato la cessione di Oto Melara e Wass, le due controllate armamenti terrestri e navali. Inizialmente su Oto Melara-Wass hanno espresso interesse il consorzio franco-tedesco Knds e Fincantieri. Lo scorso maggio anche la tedesca Rheinmetall ha presentato un’offerta non vincolante a Leonardo dal momento che vuole investire in Italia acquistando fino al 49% di Oto Melara.

“La cessione delle due controllate di Piazza Monte Grappa sarebbe dovuta servire anche a sostenere il progetto di acquisizione Hensoldt. Una sorta di grande gioco Shanghai nel quale bisogna sfilare un bastoncino alla volta senza muovere gli altri. Il fatto è che è tutto fermo da oltre un anno e mezzo” puntualizza La Verità.

“Il modo migliore per resistere è non fare cassa cedendo i gioielli. Solo partnership strategiche. Ma un conto è dirlo e un altro è farlo. Non tanto su Leonardo nello specifico. Ma nel sistema in generale. E non è solo il settore delle Difesa che suona l’allarme” si legge ancora sul sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro.

IL RAPPORTO CON PARIGI E BERLINO

Infine, la questione si lega al ruolo del nostro Paese in vista del programma del carro armato europeo del futuro visto che Oto Melara fa parte insieme a Iveco del consorzio Cio, capofila dell’industria nazionale negli armamenti terrestri.

“È sempre lo stesso discorso. Percepisco un disegno a danno nostro. C’è un modo di entrare nei programmi che è quello di collaborare consolidandosi e un modo di entrare essendo comprati o venduti, che è ben diverso. Alla fine rischiamo di restare all’osso. Ci guadagniamo all’inizio, dopodiché abbiamo eroso all’inizio. Sono personalmente contrario e vedo però che la tendenza è sempre quella con la Parigi e con Berlino (alternativamente). O noi riusciamo a fare triangolo, com’era all’inizio con l’Inghilterra, Francia e Germania e l’Italia marginale. Adesso noi potremmo prendere il posto dell’Inghilterra in qualche modo, con la quale noi continuiamo a lavorare bene e con successo”, ha puntualizzato il generale Arpino.

Back To Top