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Electrolux

Gli Usa permetteranno ai cinesi di Midea di risucchiare Electrolux?

Dopo il fallito tentativo di acquisizione delle attività europee di Whirlpool, il colosso cinese degli elettrodomestici Midea ha messo gli occhi su Electrolux. La società svedese ha cinque stabilimenti in Italia: si teme per l'occupazione. Ma gli Usa potrebbero intervenire.

 

Electrolux, azienda svedese di elettrodomestici che possiede cinque stabilimenti produttivi in Italia, sarebbe vicina ad essere acquistata dal gruppo cinese Midea.

MIDEA VUOLE ESPANDERSI, MENTRE ELECTROLUX È IN DIFFICOLTÀ

L’operazione, ha scritto il quotidiano friulano FriuliSera (Electrolux ha una fabbrica a Porcia), “è data per certa”. Midea dispone infatti di capitali da investire per espandersi all’estero, e aveva già provato ad acquisire gli assetti europei e mediorientali di Whirlpool (passati però sotto il controllo della turca Arçelik). Electrolux, d’altra parte, è in difficoltà sia sul mercato nordamericano che su quello europeo, dove la concorrenza è tanta e i consumatori resistono a spendere a causa dell’inflazione.

L’ALLARME DELLA FIM-CISL

La FIM-CISL, che rappresenta gli interessi dei lavoratori metalmeccanici, ha dichiarato che, “visto il momento di calo di vendite -20% sul 2022, con il conseguente stop alla produzione e intensificazione della cassa integrazione in tutto il settore dell’elettrodomestico, la preoccupazione tra i lavoratori [di Electrolux, ndr] circa il proprio futuro occupazionale a fronte anche di queste indiscrezioni cresce”.

Il sindacato ha chiesto al ministero delle Imprese e del made in Italy di convocare “un tavolo ministeriale […] per discutere interventi di sostegno all’intero comparto dell’elettrodomestico”.

Ci si chiede se Midea, qualora dovesse effettivamente assumere la proprietà di Electrolux e dei relativi marchi e tecnologie, conserverà gli attuali livelli occupazionali.

NESSUNA COMUNICAZIONE UFFICIALI: LE POSSIBILI SPIEGAZIONI

Dalla società svedese non sono arrivate comunicazioni ufficiali in merito all’acquisizione da parte cinese. Le spiegazioni possibili sono due, ha fatto notare Il Gazzettino: che “o le trattative sono in corso nell’assoluto silenzio, cosa, però, alla quale credono in pochi e neppure dai piani più alti escono conferme”, oppure che “se esiste l’interessamento cinese a comperare, non esiste, invece da parte di Electrolux la volontà di vendere”.

IL COMMENTO DI LIVA (PD)

Il primo politico a commentare l’ipotetico affare Electrolux-Midea è stato Renzo Liva, segretario regionale del Partito democratico per il Friuli-Venezia Giulia, che ha invitato le istituzioni a “verificare, indagare, stare in guardia a tutti i livelli istituzionali per evitare brutte sorprese e poi amare recriminazioni se davvero Electrolux dovrà finire in mani cinesi. La proprietà è svedese ma la produzione più rilevante, il personale tecnico col know how, gli investimenti sono in Italia e questo è a tutti gli effetti un asset italiano. E come tale abbiamo sempre difeso gli impianti e i posti di lavoro”.

L’INDUSTRIA DEGLI ELETTRODOMESTICI È DAVVERO STRATEGICA?

Liva definisce l’industria degli elettrodomestici un “asset strategico” per l’Italia, benché il settore non sia paragonabile, per impatto sulla sicurezza nazionale e sulla competitività economica futura, ad altri comparti davvero sensibili come i microchip, il 5G o i dispositivi per la difesa.

A questo proposito, il giornalista esperto di industria e lavoro Dario Di Vico si è domandato sul Foglio se “anche un’industria come quella degli elettrodomestici, che non può essere minimamente paragonata a quella dei semi-conduttori, [obbedisca] a regole di geopolitica corrente nel nuovo contesto internazionale”.

FRIEND-SHORING E (POSSIBILI) RICHIAMI DA WASHINGTON

Nella sua riflessione Di Vico fa riferimento all’affare Whirlpool-Arçelik sul controllo delle attività nell’area EMEA: l’amministrazione di Whirlpool (che è statunitense: la sede centrale si trova nel Michigan) ha preferito fare affari con i turchi di Arçelik piuttosto che con i cinesi di Midea, che pure si erano mostrati interessati. C’entrano “ragioni di friendshoring“, ha scritto l’ex vicedirettore del Corriere della sera, cioè di delocalizzazione manifatturiera tra paesi amici: nonostante la tensione nei rapporti bilaterali, la Turchia è infatti alleata degli Stati Uniti nella NATO; la Cina, invece, è la sua principale avversaria politica ed economica.

Secondo Di Vico, è possibile che Washington possa fare pressioni sul governo della Svezia (che vorrebbe peraltro entrare nell’alleanza atlantica) per fare sì che chieda, a sua volta, ad Electrolux di rinunciare all’operazione con Midea, in modo da contrastare la presenza economica-industriale della Cina in Europa.

TUTTO SU MIDEA

Midea è una società cinese di elettrodomestici, famosa soprattutto per i condizionatori. Fondata nel 1968, ha sede a Beijao, nella provincia del Guangdong (un importante centro manifatturiero e tecnologico) e conta all’incirca 150.000 dipendenti nel mondo. È quotata alla borsa di Shenzhen ed è presieduta da Hongbo Fang.

Il principale azionista di Midea, con una quota del 31 per cento circa, è He Xiangjian, miliardario cinese e co-fondatore dell’azienda.

Midea è proprietaria di diversi marchi di elettrodomestici, come Toshiba (originariamente giapponese), Comfee, Eureka (fondato negli Stati Uniti) e COLMO.

Il gruppo possiede una presenza manifatturiera in sedici paesi, con oltre trenta stabilimenti tra Europa (Italia, Svezia, Germania, Bielorussia, Ungheria, Austria, Israele), Asia (Cina, India, Giappone, Thailandia, Vietnam), Africa (Egitto), Sudamerica (Argentina, Brasile) e Nordamerica (Stati Uniti).

La divisione italiana di Midea, Midea Italia s.r.l., ha sede a Milano.

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