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Draghi

Draghi e Giavazzi congelano il passaggio di Sace da Cdp al Mef?

Perché il governo Draghi ha congelato il passaggio di Sace da Cassa depositi e prestiti (Cdp) al ministero dell'Economia? Fatti, nomi, numeri e indiscrezioni

 

Perché il Tesoro deve versare a Cdp 4,5 miliardi di euro in titoli di Stato per acquistare Sace, che è di fatto già del Tesoro?

E’ la domanda alla base del dossier Sace messo in freezer da Palazzo Chigi. E c’è chi ritiene che il piano di Conte e Gualtieri non sarà scongelato.

Chi ha già le idee chiare – secondo rumors di consulenti che finora hanno lavorato al dossier – è Francesco Giavazzi, economista e consigliere speciale del presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Giavazzi non si capaciterebbe della ratio contabile del piano architettato dal ministero dell’Economia quando era retto da Roberto Gualtieri (Pd) secondo cui la controllata di Cassa depositi e prestiti – Sace, attiva nell’assicurazione delle aziende italiane che esportano – doveva passare dalla Cdp (controllata dal Mef e partecipata dalle fondazioni bancarie) direttamente al ministero dell’Economia.

Il piano, però, non trovò una precisa trasposizione del decreto Liquidità.

Anche se – come sottolineò Start – il braccio di ferro tra Pd e M5s è stato vinto dal Pd e dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: la controllata Sace del gruppo Cdp attiva nel settore dell’assicurazione e della riassicurazione per le imprese finisce di fatto sotto il cappello del dicastero dell’Economia e delle Finanze (Mef) perché non è più “soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Cdp”. Sace rimane all’interno del gruppo Cdp (la Cassa depositi e prestiti sarà sempre azionista unico di Sace) ma cambia la propria governance diventando più autonoma, come ha previsto in sostanza il decreto Imprese pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 aprile 2020.

Sace concorderà dunque con Cdp strategie per massimizzare le sinergie del gruppo ma, per attuare misure di sostegno all’export al rilancio degli investimenti “non è soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Cdp”. Deve inoltre consultare il ministero dell’Economia per le decisioni importanti e concordare con Mef, che opera in concerto con gli Affari Esteri (Mae), i diritti di voto e le nomine.

Quel decreto – che fu una sorta di compromesso fra Pd e Tesoro che spingevano per il passaggio tout court di Sace al Mef (perché con le rilevanti operazioni di State account a favore di grandi gruppi come Fincantieri, Eni, Saipem, Leonardo e non solo) e il Movimento 5 Stelle (e l’ex numero uno di Cdp, Fabrizio Palermo) che invece frenavano (tanto che gli inizi Palermo prefigurava che Sace dovesse diventare una sorta di divisione interna di Cdp).

Il compromesso consentiva – come auspicato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio – di non trasferire tra l’altro al Mef la controllata di Cdp, Simest, che lavora anche su fondi della Farnesina.

Nel frattempo tra Mef, Cdp e Sace si giunse – sempre in epoca governo Conte 2 – a un accordo in base al quale – con l’aiuto di diversi advisor (Kpmg, Laghi e Fiori) – si indicò in 4,25 miliardi il prezzo di Sace (il decreto Agosto prevedeva un prezzo massimo fino a 4,5 miliardi).

Tanto che il 5 marzo scorso il cda di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ha approvato l’accordo preliminare per il passaggio di Sace, società specializzata nell’assicurazione dei crediti all’esportazione, sotto le insegne del ministero dell’Economia: “L’operazione necessita ora di un decreto del Tesoro per essere completata, riferiscono due fonti vicine al dossier, scrisse Reuters:  “A fronte del 100% di Sace, il Tesoro verserà a Cdp 4,25 miliardi in titoli di stato, attingendo alla dote di 44 miliardi prevista lo scorso anno per il varo di Patrimonio Rilancio, il fondo con cui l’Italia intende sostenere le aziende di maggiori dimensioni”.

Ma da allora il decreto del Mef con il trasferimento azionario e il pagamento effettivo non c’è mai stato.

Solo un caso?

No, secondo la ricostruzione di Start.

“Perché il Tesoro deve versare a Cdp 4,5 miliardi di euro in titoli di Stato per acquistare Sace, che è di fatto già del Tesoro?”, è questo – come detto – l’interrogativo che ci si pone tra Palazzo Chigi e ministero dell’Economia e che è alla base dello stallo.

Per non parlare – fanno notare alcuni economisti che seguono il dossier – dei dubbi governativi sul fatto che il Mef debba attingere addirittura al fondo del Patrimonio Rilancio (o Patrimonio Destinato) per un’operazione del genere che stride con la natura e gli obiettivi dello stesso Patrimonio Destinato.

E pure il nuovo numero uno di Cdp nominato da Draghi, Dario Scannapieco, non sarebbe troppo entusiasta del piano del Conte 2: il Corriere della Sera nel giorno della nomina di Scannapieco al posto di Palermo ha scritto che il “piano Sace potrebbe essere rivisto”.

D’altronde Draghi conosce bene Sace visto che è stato il primo presidente della società.

Chi e perché preme per spostare la Sace da Cdp al Mef

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