Stando alle fonti di Reuters, tra le sanzioni che gli Stati Uniti potrebbero imporre alla Russia in caso di attacco all’Ucraina c’è anche il divieto, per le istituzioni finanziarie americane, di gestire transazioni per le principali banche russe.
SANZIONI, NON ARMI
L’amministrazione di Joe Biden ha detto più volte di non voler fermare Mosca con le armi, in caso di aggressione a Kiev, ma con le sanzioni economiche. La misura rivelata in esclusiva da Reuters – non l’unica: Washington ha messo a punto un pacchetto più ampio – mira a troncare i rapporti bancari “corrispondenti” tra le banche russe e quelle americane che permettono i pagamenti internazionali.
CONGELAMENTO DEGLI ASSET
Gli Stati Uniti, inoltre, potrebbero inserire individui e società russe nella lista degli “Specially Designated Nationals” (SDN). Si tratta dello strumento sanzionatorio più potente nelle mani di Washington, perché gli consente di espellere i soggetti colpiti dal proprio sistema bancario, impedendogli di commerciare e congelando le loro proprietà nel paese.
LE BANCHE RUSSE COLPITE DALLE SANZIONI
Le fonti di Reuters hanno detto di non conoscere quali saranno le entità bersagliate dalle sanzioni, ma hanno comunque elencato alcuni nomi possibili: VTB Bank, Sberbank, VEB e Gazprombank; sono alcune delle banche più importanti della Russia.
RESTRIZIONI ALLE TRANSAZIONI IN DOLLARI
L’OBIETTIVO DELLE SANZIONI
Come spiegato da Peter Harrell, funzionario americano e membro del Consiglio per la sicurezza nazionale, l’obiettivo delle sanzioni contro la Russia, in caso di invasione dell’Ucraina, è “innescare la fuga di capitali” dal paese, “innescare l’inflazione, fare sì che la banca centrale russa provveda a salvare le proprie banche”.