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Realeys, l’azienda che chiede agli attori di insegnare le emozioni all’IA

Pagati per provare emozioni. No, non è una proposta indecente. Realeyes, un'azienda di intelligenza artificiale (IA) sta pagando attori professionisti per insegnare ai bot a emulare i sentimenti, proprio mentre a Hollywood gli sceneggiatori sono da poco tornati al lavoro, ma gli attori stanno continuando lo sciopero più lungo della loro storia per l'aumento dei salari e per non farsi sostituire dall'IA

 

Pagare attori professionisti fino a 150 dollari l’ora per fargli condividere emozioni verbali e non verbali davanti alla telecamera, non per girare un film ma con l’unico scopo di insegnare all’intelligenza artificiale (IA) a imitarli. È un progetto lanciato dall’azienda Realeys a Los Angeles, proprio dove per mesi attori, registi, doppiatori, sceneggiatori e tutto il mondo che gravita intorno a cinema e televisione hanno incrociato le braccia per chiedere salari migliori e per opporsi a copioni scritti da chatbot o voci clonate.

L’ANNUNCIO DI LAVORO DI UN’AZIENDA DI IA

“Grazie per il vostro interesse nel nostro progetto di ricerca sull’intelligenza artificiale! Stiamo cercando attori professionisti a Los Angeles per partecipare a un progetto entusiasmante che prevede l’espressione di diverse emozioni per avatar virtuali. Questo formulario ci aiuterà a raccogliere informazioni importanti sulla vostra esperienza di recitazione, disponibilità e comprensione degli obiettivi del progetto”, si legge nell’annuncio pubblicato da Realeyes, un’azienda inglese fondata nel 2007 che si occupa di IA ed emozioni umane.

COSA FA REALEYES

“Umanizzare la tecnologia” è la mission che Realeys dichiara sul suo sito. L’azienda sfrutta le reazioni emotive delle persone quando guardano brevi video e poi offre ai suoi oltre 200 clienti un feedback sull’efficacia del contenuto. Attraverso le webcam scruta infatti l’identità, l’attenzione e le emozioni degli utenti che hanno effettuato l’accesso per migliorare l’efficacia della pubblicità, ridurre al minimo le frodi di identità, migliorare le app per il benessere, le soluzioni di telesoccorso e altro ancora.

REALEYES VUOLE SOSTITUIRE GLI ATTORI CON L’IA?

Vista la bufera del momento riguardo ai timori che l’IA possa sostituire molti professionisti, tra cui appunto gli attori, Realeys nel suo annuncio assicura ai professionisti – che si presenteranno in uno studio con tre telecamere e uno schermo verde per insegnare un’ampia gamma di emozioni ai bot – che la loro immagine “non sarà utilizzata per scopi commerciali”. Tuttavia, come osserva Quartz, questo avviene in un momento in cui attori come Tom Hanks stanno mettendo in guardia gli utenti sul fatto che su internet circolano false versioni di loro stessi usate proprio per ingannare le persone o sfruttare la loro immagine per fini commerciali.

L’attore ha infatti recentemente denunciato di esser stato clonato a sua insaputa dall’intelligenza artificiale per lo spot di un’assicurazione dentistica.Al contrario c’è chi invece, come la super modella Kendall Jenner o il miliardario Elon Musk, ha venduto la propria immagine a Meta, che ha usato i loro avatar per realizzare sofisticati chatbot con le loro sembianze e i loro interessi in modo da poterli far interagire con gli utenti. La paga, in questo caso, andrebbe da 1 a 5 milioni di dollari per sei ore di lavoro.

COSA STA SUCCEDENDO A HOLLYWOOD

Intanto, a Hollywood, mentre gli sceneggiatori sono tornati al lavoro, gli attori continuano lo sciopero più lungo della loro storia. Sabato scorso infatti ha raggiunto il traguardo dei 100 giorni dopo la rottura delle trattative, che dovrebbero riprendere domani. Per il New York Times “gli scioperi sono stati devastanti dal punto di vista finanziario per molti, sia all’interno che all’esterno del settore” e “si stima che l’economia californiana abbia perso 5 miliardi di dollari”.

Come osserva un articolo della MIT Technology Review a essere più preoccupati sono soprattutto gli attori secondari, alcuni dei quali, durante una sessione di registrazione, hanno scoperto sul set che le loro voci, i loro volti, movimenti e le loro espressioni sarebbero stati utilizzati per aiutare ad addestrare gli avatar virtuali di Meta.

“Non si tratta di una battaglia contrattuale tra un sindacato e un’azienda”, ha dichiarato Duncan Crabtree-Ireland, capo negoziatore del sindacato Usa del settore SAG-AFTRA, durante un panel sull’IA nell’intrattenimento quest’estate. “È una questione esistenziale”.

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