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Vostok Oil

Uss, Putin, Vostok Oil e Maire Tecnimont

Fino a poche settimane prima dell'invasione dell'Ucraina, Putin lodava le partecipazioni italiane al grande progetto petrolifero russo Vostok Oil. Due erano gli uomini chiave: Aleksandr Uss e Antonio Fallico di Banca Intesa Russia. E Repubblica sottolinea il caso di Maire Tecnimont

 

Vostok Oil era la grande scommessa della Russia: il progetto petrolifero più imponente dai tempi dell’Unione sovietica, localizzato nel nord del paese e capace – secondo le stime – di produrre ed esportare 2 milioni di barili di petrolio al giorno entro il 2030. Visto il basso contenuto di zolfo, poi, il greggio estratto dal progetto avrebbe rivaleggiato direttamente con il Brent, la qualità estratta nel mare del Nord e riferimento per il mercato europeo e internazionale.

COSA NE È STATO DI VOSTOK OIL

Nel suo intervento alla Camera di commercio italo-russa, poche settimane prima dell’invasione dell’Ucraina, il presidente Vladimir Putin dichiarava che “i produttori italiani di attrezzature ad alta tecnologia stanno anche contribuendo attivamente al progetto Vostok Oil”, realizzato dalla compagnia petrolifera statale Rosneft.

La guerra e le sanzioni imposte dall’Occidente verso Mosca hanno cambiato molte cose. Vostok Oil ha perso il sostegno delle società di commercio di materie prime Trafigura e Vitol, che hanno entrambe ceduto le loro quote di partecipazione (10 e 5 per cento, rispettivamente).

Senza i capitali e le tecnologie occidentali, il futuro del progetto Vostok Oil è incerto.

ACCORDI E DIETROFRONT DI MAIRE TECNIMONT IN RUSSIA

Quanto all’Italia, la società di impiantistica e chimica verde Maire Tecnimont ha sospeso le sue attività in Russia a seguito dell’invasione. Solo nel gennaio 2022, però, si era aggiudicata un contratto da 1,1 miliardi di euro con la Ryazan Oil Refining Company, una sussidiaria di Rosneft, per la costruzione di una raffineria vicino Mosca. “Metteremo a disposizione le nostre migliori competenze ingegneristiche e tecnologiche”, dichiarava l’allora amministratore delegato di Maire Tecnimont Pierroberto Folgiero (attuale capo azienda di Fincantieri).

GLI UOMINI CHIAVE: ALEKSANDR USS E ANTONIO FALLICO

L’uomo chiave di Vostok Oil è Aleksandr Uss, governatore del Krasnoyarsk Krai, il territorio della Russia settentrionale dove sorgerà il progetto. Aleksandr è il padre di Artem Uss, l’imprenditore russo che il mese scorso è evaso dagli arresti domiciliari a Basiglio, nella città metropolitana di Milano: era in attesa dell’estradizione negli Stati Uniti.

Repubblica scrive che Aleksandr Uss avrebbe “personalmente incontrato gli emissari di aziende come Eni, Danieli e Saipem oltre a promuovere attraverso l’Istituto per il Commercio Estero altri piani di sviluppo nella sua regione”.

Quanto all’Italia, invece, il principale promotore di Vostok Oil è stato Antonio Fallico: considerato “l’italiano più potente di Mosca”, è presidente di Banca Intesa Russia (sussidiaria locale di Intesa Sanpaolo) e dell’Associazione Conoscere Eurasia, oltre che console onorario della Federazione russa a Verona.

Fino a pochi giorni prima dell’inizio dell’invasione, con centinaia di migliaia di truppe russe già schierate vicino alla frontiera con l’Ucraina, Fallico dichiarava che gli affari tra Italia e Russia dovevano “svolgersi regolarmente”.

I RAPPORTI TRA INTESA SANPAOLO E ROSNEFT

Intesa Sanpaolo ha partecipato alla privatizzazione di Rosneft (il governo russo rimane comunque l’azionista di maggioranza) e nel 2017 ha sostenuto, con un finanziamento di 5,2 miliardi di euro, l’acquisizione della quota del 19,5 per cento della società da parte di Glencore e Qatar Investment Authority.

In quell’anno Putin ha decorato con l’Ordine dell’amicizia, un’onorificenza di stato, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina e il presidente di Banca Intesa Russia Fallico.

Due anni prima, nel 2015, il ministero degli Esteri russo aveva consegnato un’onorificenza a Fallico “per il valido contributo alla collaborazione internazionale”.

Nel 2014 la Russia aveva annesso la penisola della Crimea, sottraendola illegalmente e con la forza all’Ucraina.

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