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Portovesme

Litio, Glencore molla l’Italia per Nordamerica o Germania?

Glencore rinuncerà al progetto per la produzione di materiali per le batterie a Portovesme, in Sardegna: colpa delle incertezze sui tempi. L'impianto aprirà forse in Nordamerica, oppure in Germania. Tutti i dettagli.

La compagnia mineraria anglo-svizzera Glencore ha annunciato ieri la cancellazione del progetto per la produzione di litio per le batterie a Portovesme, in Sardegna. L’impianto – dal valore di 5 milioni di euro – verrà spostato all’estero, forse in Germania, per via delle incertezze sui tempi per le autorizzazioni.

IL PROGETTO LI-DEMO PER PORTOVESME

Il progetto di Glencore per Portovesme, chiamato Li-Demo, consisteva in un impianto pilota per la produzione di carbonato di litio e ossidi di metalli misti dal trattamento della black mass: si tratta di materiali necessari alla manifattura delle batterie che alimentano i veicoli elettrici e accumulano l’energia rinnovabili. L’impianto avrebbe avuto un ruolo importante per il sistema industriale e per la sicurezza economica italiana, considerata la rilevanza del settore automotive per il nostro paese e considerato il fatto che la Cina vale, da sola, più del 65 per cento della raffinazione globale di litio.

L’IMPIANTO SI FARÀ IN NORDAMERICA, O FORSE IN GERMANIA

L’annuncio dell’abbandono dei piani per la Sardegna è stato fatto ieri ai sindacati da Portovesme S.r.l., azienda facente capo a Glencore nonché unica produttrice nazionale di piombo e zinco. L’impianto verrà probabilmente realizzato in Nordamerica o in Germania; oppure in Spagna.

COSA È SUCCESSO

Glencore ha deciso di rinunciare al progetto Li-Demo a Portovesme per vie delle incertezze sui tempi. Come ha ricostruito Il Sole 24 Ore, alla presentazione del progetto, la scorsa primavera, era assente la Regione Sardegna, che solo a ottobre – quando l’iter autorizzativo era partito – ha sottoposto il progetto a valutazione di impatto ambientale.

I COMMENTI DI CONFINDUSTRIA E DEI SINDACATI

La decisione di sottoporre il progetto Li-Demo a valutazione di impatto ambientale era stata criticata da Confindustria Sardegna Meridionale, che la giudicò “incomprensibile”.

In una nota, i segretari Filctem-CGIL, Femca-CISL e Uiltec-UIL (Emanuele Madeddu, Vincenzo Lai e Pierluigi Loi) hanno scritto che “la corretta decisione di sottoporre il progetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale si è scontrata, motivo delle nostre preoccupazioni, con l’assenza di certezza dei tempi, condizione inaccettabile per chiunque voglia fare impresa”.

“Siamo di fronte ad una situazione inaccettabile”, proseguono i tre sindacati: “da un lato si spinge e lavora per avviare il processo di decarbonizzazione e dall’altro si rallentano tutti i piani che si inseriscono nell’ambito della transizione energetica”.

COSA SUCCEDE ORA

Secondo le organizzazioni sindacali, la rinuncia al progetto di Portovesme comporterà la perdita di 27mila ore di lavoro. “Il paradosso”, scrivono, “sarà che l’impianto verrà realizzato con know-how progettato dai tecnici della Portovesme S.r.l. e forse realizzato dagli stessi tecnici”.

L’Unione Sarda riporta che “Glencore ha confermato la volontà di proseguire lo sviluppo del progetto definitivo sul litio a Portovesme, ma se rimane l’attuale atteggiamento di Regione e Governo fatto di sola diffidenza il destino appare segnato”.

Lo scorso maggio si era scritto dell’intenzione di Glencore di riconvertire la fonderia di zinco e piombo di Portovesme in uno stabilimento per il recupero di litio, nichel e cobalto dalle batterie delle automobili elettriche e dei dispositivi elettronici. I costi dell’impianto di riciclo di Portovesme non sono ancora chiari, ma dovrebbero aggirarsi sui 500 milioni di euro.

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