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Ecco le novità sull’accordo Fincantieri-Naval (e le ricadute per Leonardo-Finmeccanica)

Ecco i dettagli decisi per la fase finale del progetto di intesa tra l'italiana Fincantieri e la francese Naval Group

Il progetto di accordo tra Naval Group e Fincantieri sarebbe ormai pronto. E’ quanto emerge dalla stampa francese molto vicina o, comunque, in ottimi rapporti con Thales, azionista di maggioranza di Naval Group e, quindi, ben informata sui movimenti della controllata navale.

‎Nonostante le ripetute stilettate che Parigi e Roma si sono inferte a livello politico, con la temperatura salita oltre i limiti di guardia in occasione dell’avvicinarsi delle elezioni europee per il rinnovo del Parlamento e della Commissione, la decisione di avviare la fase finale del progetto sarebbe stata presa il 17 aprile dal consiglio di amministrazione di Naval Group in riunione straordinaria. In tale sede il cda di Naval Group avrebbe dato il benestare al progetto di accordo di una joint venture al 50-50 per cento con Fincantieri.

L’accordo prevede che l’amministratore delegato della nuova società sarà responsabile delle vendite francesi ed italiane; la nuova società avrà sede a Genova e il centro di ricerca sarà stabilito a Ollioules nel Var.

Tra i due gruppi industriali non ci sarà alcun scambio di capitale azionario, come risultava dalla prima versione degli accordi stabiliti all’epoca del settennato di Hollande e del governo Gentiloni, allorquando Fincantieri decise di rilevare Stx France dal Tribunale fallimentare di Seul in Corea.

Questa joint venture è destinata a creare una centrale unica di acquisti, indirizzare la ricerca e sviluppo (R&D) e l’esportazione di navi da guerra di superficie. È soprattutto su quest’ultimo aspetto che Parigi ha posto la maggiore attenzione e vigilanza.‎ Fincantieri, infatti, ha esportato solo per 39,7 milioni di euro nel 2018, dopo aver ottenuto uno dei suoi pochi ordini, ‎la mega fornitura siglata con l’Emirato del Qatar nel 2017 ‎‎per 3,8 miliardi di euro per la quale sono iniziate le costruzioni delle prime unità.

Molto importanti per Parigi, si apprende dalla stampa francese, saranno le clausole di salvaguardia che Naval Group intende apporre agli accordi proprio in materia di esportazione; in parole povere, i francesi non vogliono ripetere le esperienza brasiliana dove Naval Group e Fincantieri si sono date battaglie senza peraltro ottenere alcun contratto da parte della Marina Brasiliana che ha privilegiato Thyssen Krupp Marine Systems per il programma Tamandaré, o come nella vicenda rumena, nella quale il gruppo francese e quello italiano hanno perseguito vie diverse, entrando in competizione diretta.

L’idea francese è quella di ottenere la torta più grande possibile da condividere. Per la precisione, Naval Group, essendo controllata da Thales Group, ha tutto l’interesse a promuovere i prodotti del sistemista francese, socio di Leonardo-Finmeccanica in Thales Alenia Space ma ferrea concorrente del gruppo italiano in quasi tutti gli altri settori.

Da parte italiana si è registrato un rilancio della Orizzonte Sistemi Navali, società formata al 50% da Fincantieri che si occupa della progettazione e costruzione navale e da Leonardo-Finmeccanica che fornisce i sistemi e gli armamenti quelli principali (la parte missilistica è di competenza di MBDA, società internazionale nella quale Leonardo è socia).

Peraltro, l’intesa nasce sotto ottimi auspici perché la Marine Nationale ha ottenuto dal governo di Parigi l’autorizzazione ed i fondi per costruire quattro nuove unità rifornitrici di squadra che saranno derivate dalla nuova LSS Vulcano prossima ad entrare in servizio con la Marina Militare, dopo le vicissitudini legate all’incendio cagionato da un fulmine che, durante l’allestimento, devastò la sovrastruttura, rendendo necessario ricostruire l’opera e buona parte dei sistemi andati perduti a causa del violento rogo sprigionatosi.

Oltre alle quattro rifornitrici di squadra, per le quali Fincantieri presterà assistenza tecnica e sarà interessata dalla costruzione di alcune sezioni delle navi, l’accordo con Naval Group punta alla riedizione di quanto fu siglato a suo tempo con le fregate FREMM, questa volta per una piattaforma più piccola, la EPC (European Patrol Corvette), destinata a ricoprire, in diverse versioni e con diversi allestimenti, i compiti oggi svolti nella Marine Nationale dalle vecchie residue corvette A69 nonché dalle unità di sorveglianza d’oltremare Floreal e nella Marina Militare dalle (Nuove) Unità Minori Combattenti Comandanti, dai pattugliatori Vega e da quelli più risalenti classe Cassiopea nonché dalle già radiate corvette classe Minerva-Urania che avevano, principalmente, compiti di scorta ravvicinata e di protezione antisommergibile.

Inoltre, al centro degli accordi tra i due gruppi industriali, è stato posto il programma congiunto di ammodernamento delle quattro unità da difesa d’area complessivamente allestite nella prima decade del presente secolo per la Marina Militare e per la Marine Nationale, rispettivamente classe Doria e Forbin, che dovranno ricevere il nuovo missile antibalistico Aster 30 Block 1 NT, di prossima introduzione, oltre l’aggiornamento dei sistemi radar principali e del CMS (Combat Management System).

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