In arrivo nel prossimo Dpp 2023-2025 il programma di acquisto per i carri armati Leopard 2.
La conferma è arrivata ieri dal Sottosegretario di Stato alla Difesa Isabella Rauti, rispondendo a un’interrogazione a risposta immediata depositata dal capogruppo M5s Marco Pellegrini in sede di Commissione Difesa della Camera.
A fine giugno infatti il Movimento 5 Stelle aveva annunciato un’interrogazione rivolta al ministro della Difesa Guido Crosetto sull’acquisto dei carri armati Leopard a seguito delle indiscrezioni di stampa che davano l’Italia prossima a formalizzare l’ordine di nuovi carri armati Leopard 2A8 dalla tedesca Kmw (Krauss-Maffei Wegmann). L’azienda ha sviluppato il Leopard 2 con Rheinmetall, che produce il cannone, le munizioni, il sistema di controllo del fuoco e quello di guida.
Il sottosegretario Rauti ha annunciato che il programma di acquisizione dei nuovi carri Leopard 2 “verrà ricompreso tra quelli di previsto avvio nel DPP 2023-2025 di prossima emanazione”, ovvero nel prossimo Documento programmatico pluriennale (Dpp) della Difesa per il triennio. Le risorse previste dalla Difesa sono pari a 4 miliardi di euro a partire dal 2024 a fronte di un’esigenza complessiva stimata di circa 8 miliardi di euro. Quindi il programma, inserito tra le iniziative di previsto avvio, sarà sottoposto al vaglio parlamentare.
Allo stesso tempo, la rappresentante del Dicastero retto da Crosetto ha confermato che proseguirà “l’ammodernamento dei carri Ariete” gestito dal CIO, il Consorzio Iveco Defence Vehicles – Oto Melara (Leonardo).
“La somma delle due citate linee d’azione (acquisizione MBT Leopard e ammodernamento carri Ariete) permetterà di assicurare un numero di piattaforme complessivamente sufficienti a soddisfare i requisiti Nato che prevedono, per l’Italia, la disponibilità di 2 Brigate pesanti e 1 corazzata” ha spiegato Rauti.
Tutti i dettagli.
LE MOTIVAZIONI
Come ricordava l’esperto Aurelio Giansiracusa di Ares Difesa su Startmag, “In Italia, dopo più di venti anni di servizio operativo, nel 2018 si è deciso di lanciare un programma di ammodernamento degli Ariete C1, l’unico carro armato attualmente in linea con l’Esercito Italiano”.
Tuttavia, la guerra in Ucraina ha messo in luce le gravi carenze nel nostro settore meccanizzato e per l’Italia è diventato urgente dover ponderare la necessità di ottenere in tempi “rapidi” un “gap filler” che integri l’Ariete AMV per un periodo più lungo di quello inizialmente previsto dal momento che l’entrata in servizio del nuovo carro armato europeo Mgcs ormai non è più prevista nel 2035 ma più prudenzialmente spostata nel 2040, spiegava Giansiracusa.
E proprio “il deterioramento del quadro di sicurezza internazionale, principalmente a causa del conflitto russo-ucraino”, ha osservato Rauti in Commissione “ha reso necessaria una ulteriore riflessione sullo stato di efficienza complessivo dello Strumento militare, che ha confermato e determinato un’accelerazione nel garantire l’ammodernamento della componente pesante terrestre, divenuta nuovamente determinante alla luce dell’evoluzione dello scenario geopolitico”.
“In questo contesto, — ha proseguito il Sottosegretario Rauti — particolare importanza riveste l’esigenza di dotare la componente terrestre di piattaforme cingolate corazzate (carri armati) idonee ad operare negli attuali e nei futuri scenari operativi, per i quali sono ormai da ritenersi imprescindibili elevati standard di protezione e capacità di ingaggio, di sopravvivenza dell’equipaggio e di comando e controllo!.
IL REQUISITO DELL’ESERCITO
In occasione dell’audizione in commissione Difesa il 21 febbraio, il capo di Stato maggiore dell’Esercito generale Pietro Serino aveva fatto sapere che l’Esercito ha individuato i due mezzi “dal punto di vista tecnico-militare” e “la scelta è all’esame del vertice del Dicastero”.
Secondo quanto illustrato dal Sottosegretario Rauti in Commissione Difesa, “Dal punto di vista prettamente numerico, l’esigenza nazionale, […] prefigura la dotazione di una componente pesante che superi i 250 carri armati”.
LA STRATEGIA DELLA DIFESA
Pertanto, “la Difesa ha deciso di adottare una specifica strategia di sviluppo capacitivo idonea a contemperare il giusto bilanciamento tra esigenze capacitive, tempistiche di soddisfacimento e sinergie internazionali a sostegno del Sistema Paese” ha spiegato Rauti.
Questa soluzione prevede: “nel breve termine, l’acquisizione di piattaforme di nuova generazione, già disponibili in commercio, per dotare i reggimenti carri dell’Esercito di una reale ed efficace capacità di combattimento; il complementare rinnovamento delle piattaforme in uso, ossia l’ammodernamento dei carri Ariete; nel lungo termine, l’avvio dei programmi di collaborazione per lo sviluppo di un Main Battle Tank (MBT) europeo di futura generazione”.
IL PROGRAMMA DI PREVISTO AVVIO PER I CARRI LEOPARD 2 NEL DOPP 2023-2025
Per la prima linea d’azione, “la soluzione individuata è quella di dotarsi di carri armati Leopard 2 di ultima generazione, in versione combat e configurazione A8 e delle relative piattaforme derivate nelle versioni recupero e soccorso, gittaponte e pioniere” ha confermato Rauti.
Dunque, “Il programma verrà ricompreso tra quelli di Previsto Avvio nel Documento Programmatico Pluriennale (DPP) 2023-2025, di prossima emanazione, con un finanziamento sul bilancio del Ministero della difesa per circa 4 miliardi di euro a partire dal 2024 a fronte di un’esigenza complessiva stimata di circa 8 miliardi di euro”.
NECESSARIA L’APPROVAZIONE PARLAMENTARE
Allo stesso tempo, il sottosegretario ha tenuto a precisare che “ad oggi, non sia stato consolidato alcun processo di procurement, in quanto il programma, preliminarmente al suo avvio, dovrà esperire il previsto iter autorizzativo parlamentare ai sensi dell’articolo 536 del COM”. “In questo senso, si prevede che il relativo schema di decreto interministeriale possa approdare all’esame delle Commissioni di Camera e Senato una volta presentato il citato Dpp” ha aggiunto Rauti.
AMMODERNAMENTO DEI CARRI ARIETE IN PARALLELO
Dopodiché, il rappresentante della Difesa ha confermato il proseguimento dell’ammodernamento dei carri Ariete.
“Nello specifico, gli interventi di ammodernamento dei carri Ariete sono finalizzati ad intervenire su 125 piattaforme, con lo scopo di incrementare la mobilità tattica e le condizioni di sicurezza degli equipaggi a bordo dei carri. Anche in questo caso, il programma risulta finanziato nell’ambito dei fondi già destinati al Bilancio del Ministero della difesa ed il previsto decreto ai sensi dell’articolo 536 del COM è stato perfezionato nel novembre 2022” ha ricordato il sottosegretario Rauti.
IL COMMENTO DELL’ESPERTO GIANSIRACUSA
“Circa 850 milioni sono stati già stanziati nel corso del 2022 ed i tre prototipi previsti sono stati completati e, pertanto, l’Esercito Italiano, dopo diversi anni (all’epoca Ariete C1 e Leopard 1A5) tornerà ad avere una doppia linea carri armati” ha osservato l’esperto Giansiracusa su Ares Difesa aggiungendo che “è probabile che i due programmi non viaggeranno completamente paralleli perché l’Ariete C2 AMV è ormai giunto alla “fase industriale” e, comunque, dovrebbe concludersi nel 2034”.
FOCUS SULLA PARTECIPAZIONE AL PROGETTO MGCS
Infine, per il governo rimane prioritaria la partecipazione al programma franco-tedesco Main Ground Combat System (Mgcs), il Sistema principale di combattimento terrestre.
“Nell’ottica della cooperazione internazionale, l’acquisizione di carri Leopard di nuova generazione creerà condizioni vantaggiose per l’espansione della partnership al programma di sviluppo del futuro MBT europeo, ossia la terza linea d’azione già citata. Infatti, una cooperazione più profonda con la controparte tedesca potrà facilitare l’inserimento nel progetto franco-tedesco Main Ground Combat System – MGCS, il quale si prevede non entrerà in linea prima del 2040” ha sottolineato Rauti.
A CHE PUNTO È IL PROGRAMMA
Lanciato nel 2017 da Francia e Germania, l’Mgcs è un progetto di Knds, consorzio franco-tedesco formato dai gruppi per la difesa Krauss-Maffei Wegmann (Kmw, Germania) e Nexter Defence Systems (Francia). Si tratta di uno dei due grandi programmi intrapresi nell’ambito della cooperazione franco-tedesca nel campo della difesa ma che hanno faticato a concretizzarsi.
Il primo è il programma Fcas (Future Air Combat System) a guida francese. Anche il progetto Fcas ha subito un lungo stallo a causa di disaccordi tra Dassault Aviation e Airbus sulla suddivisione dei lavori. Frizioni superate solo lo scorso dicembre dopo un’intensa pressione politica.
L’altro è appunto il programma per il nuovo carro armato europeo noto come Mgcs a guida tedesca, che dovrebbe entrare in servizio intorno al 2035, rimasto impantanato nelle rivalità tra i franco-tedeschi Knds – jv che combina il tedesco KMW e Nexter – e la tedesca Rheinmetall. I produttori non hanno ancora raggiunto un accordo sulla distribuzione dei compiti.
SVEZIA E ITALIA OSSERVATORI DEL PROGRAMMA
Fin da subito, sia l’Italia sia la Polonia hanno ripetutamente chiesto di aderire al programma Mgcs, ma Parigi e Berlino hanno voluto mantenere il progetto esclusivamente bilaterale fino allo sviluppo di un prototipo.
Ma la cooperazione franco-tedesca si è incrinata e il progetto è rimasto bloccato nella fase di studio dell’architettura, regolarmente prorogata per diversi mesi. Nel frattempo, Svezia e Italia si aggiunti come osservatore nel programma Mgcs, prima Stoccolma nel 2021, poi Roma l’anno scorso.
Dopo più di tre anni di stallo, a inizio settimana i ministri della Difesa di Germania e Francia si sono incontrati a Berlino per discutere delle “ulteriori fasi” del Mgcs così da rilanciare il progetto.
L’OBIETTIVO DELLA DIFESA ITALIANA
E per l’Italia l’adesione al programma resta obiettivo prioritario, come emerge dalle parole del Sottosegretario della Difesa. “Il programma, strategico per il rafforzamento della capacità di combattimento e supporto di fuoco della Componente terrestre, prioritario per l’Europa ancor prima dell’invasione russa dell’Ucraina, offre un’opportunità unica per il consolidamento di un polo industriale terrestre nazionale, pronto ad inserirsi nei futuri meccanismi di cooperazione internazionale, in ambito europeo e non” ha evidenziato il sottosegretario Rauti in Commissione Difesa.
“In tale contesto, l’approccio internazionale fornirà i presupposti di competitività dell’industria nazionale per rafforzare la cooperazione strategica ed industriale con paesi Alleati e partner, posizionando il Paese quale contributore e beneficiario dei futuri sviluppi nel segmento capacitivo dei mezzi pesanti/corazzati, elevandone le capacità tecnologiche, l’interoperabilità e conseguendo un’ancor più spiccata sostenibilità dell’intera impresa, abbracciando l’intera vita operativa della futura famiglia di piattaforme” ha concluso Rauti.