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General Motors Concessionari

L’auto elettrica elettrizza i rapporti tra General Motors e i concessionari Usa

Dopo la rivolta che ha dimezzato i rivenditori di Buick, l'auto elettrica continua a logorare i rapporti tra General Motors e i concessionari

Continua, negli Usa, la rivolta dei concessionari nei confronti dell’auto elettrica stante l’impantanarsi della domanda (che, giova ricordarlo, negli Stati centrali nemmeno era mai partita). E a farne le spese è sempre General Motors che già sotto Natale si era ritrovata con la metà dei rivenditori sfilati dal franchising del marchio Buick, storico nell’industria automobilistica statunitense.

I CONCESSIONARI USA RUMOREGGIANO CON GENERAL MOTORS

Nessuno al momento vuole lasciare l’etichetta GM, ma secondo il Wall Street Journal, che sta seguendo da vicino la vicenda, i concessionari statunitensi starebbero esercitando pressioni sulla Casa di Detroit che ha in portafogli anche Chevrolet, Cadillac, ACDelco, Cruise e OnStar, per avere in negozio nuovi modelli ibridi da esporre, piuttosto che continuare la sostituzione con i nuovi arrivi a batteria, che prendono evidentemente polvere.

Secondo la testata finanziaria di New York, a fare attività di lobby sarebbe un “gruppo influente di proprietari di concessionarie” che non vede di buon occhio la strategia di elettrificazione annunciata da General Motors e ritenuta dai rivenditori eccessivamente aggressiva e ideologizzata.

I PIANI ELETTRICI DI GM SPAVENTANO

Il timore, evidenzia chi ha maggior polso della situazione avendo quotidianamente a che fare con le richieste di possibili interessati al cambio della propria vettura, è che con una offerta basata solo sull’auto elettrica, General Motors (e dunque i concessionari associati) perda gran parte della propria clientela, non solo negli Stati centrali nei quali, come si anticipava, le auto a batteria non hanno ancora messo pneumatico.

LA PROPOSTA DEI RIVENDITORI

I concessionari di General Motors chiedono al colosso di Detroid una brusca inversione di marcia ma, riconoscendo la necessità di esporre motorizzazioni più favorevoli all’ambiente, paiono voler attuare un compromesso che faccia perno sui veicoli ibridi.

Tasto dolente però per GM, che già provò a vendere ibridi negli Usa, con pessimi risultati. E infatti al momento i soli modelli prodotti sono diretti al mercato cinese, assai più ricettivo di quello statunitense. Per questo si andrà quasi certamente a un muro contro muro.

LA RIVOLTA DEI CONCESSIONARI BUICK

Non è la prima volta – si anticipava – che le auto a batteria elettrizzano i rapporti tra GM e i concessionari: pochi mesi fa circa il 50% dei rivenditori Buick ha rotto con la Casa madre nel portafogli di General Motors accusando il Gruppo di Detroit di un comportamento tirannico nella gestione del franchising in vista della transizione verso le propulsioni elettriche.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Detroit Free Press, General Motors oltre a non aiutare i concessionari, avrebbe chiesto alla Buick di pretendere dai propri dealer investimenti particolarmente onerosi per adeguare le proprie infrastrutture all’arrivo delle nuove elettriche.

LA RICHIESTA DELLA CASA MADRE

Si tratta di cifre che oscillano tra i 300 e i 400 mila dollari. Una richiesta prontamente rispedita a Buick dalla metà dei suoi concessionari. E a nulla sono valsi gli ultimatum del costruttore statunitense perché i dissidenti hanno preferito uscire dal franchising, sostenendo che per rientrare della spesa dovrebbero avere certezza di vendere nell’immediato decine di migliaia di auto elettriche mentre il mercato delle vetture alla spina, è noto, langue pure negli Usa.

I rappresentanti avevano inoltre sottolineato che tale situazione sarebbe stata insostenibile non solo per i dealer più piccoli ma soprattutto per quelli localizzati in Stati ancora ostili all’auto elettrica, nei quali non si è investito per l’infrastruttura o nei quali comunque la mentalità della popolazione – specie nelle aree rurali – non permette di pronosticare grandi affari. I rivenditori avevano ricordato pure che i costruttori di auto, per passare alla nuova tecnologia, godono di incentivi governativi decisi a livello federale e nazionale, mentre non si prevedono aiuti di alcun tipo per le concessionarie. Ma a quanto pare GM ha fatto orecchie da mercante.

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