Non è stato un anno facile, il 2023, per l’auto elettrica, com’è noto in piena ‘bolla‘. Una situazione che ha portato molte Case automobilistiche a inchiodare sui loro progetti inerenti la transizione ecologica e a una inusuale rivolta dei concessionari statunitensi.
LA RIVOLTA DEI CONCESSIONARI BUICK
Tutto ciò accade in questi giorni negli USA, dove circa il 50% delle concessionarie Buick ha rotto con la Casa madre nel portafogli di General Motors accusando il Gruppo di Detroit di un comportamento tirannico nella gestione del franchising in vista della transizione verso le propulsioni elettriche.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Detroit Free Press, General Motors oltre a non aiutare i concessionari, avrebbe chiesto alla Buick di pretendere dai propri dealer investimenti particolarmente onerosi per adeguare le proprie infrastrutture all’arrivo delle nuove elettriche.
LA RICHIESTA DELLA CASA MADRE
Si tratta di cifre che oscillano tra i 300 e i 400 mila dollari. Una richiesta prontamente rispedita a Buick dalla metà dei suoi concessionari. E a nulla sono valsi gli ultimatum del costruttore statunitense perché i dissidenti hanno preferito uscire dal franchising, sostenendo che per rientrare della spesa dovrebbero avere certezza di vendere nell’immediato decine di migliaia di auto elettriche mentre il mercato delle vetture alla spina, è noto, langue pure negli Usa.
Viene inoltre sottolineato che tale situazione sarebbe insostenibile non solo per i dealer più piccoli ma soprattutto per quelli localizzati in Stati ancora ostili all’auto elettrica, nei quali non si è investito per l’infrastruttura o nei quali comunque la mentalità della popolazione – specie nelle aree rurali – non permette di pronosticare grandi affari. I rivenditori ricordano pure che i costruttori di auto, per passare alla nuova tecnologia, godono di incentivi governativi decisi a livello federale e nazionale, mentre non si prevedono aiuti di alcun tipo per le concessionarie.
I RIVENDITORI CHIEDONO L’INDIPENDENZA
Una rievocazione moderna della celebre “tassa sul té” che diede il via alla rivolta dei coloni statunitensi e che potrebbe avere per il marchio statunitense conseguenze ugualmente dirompenti. Buick infatti lancerà i primi modelli elettrici nei prossimi mesi, in ritardo rispetto a tanti altri marchi e non potrà certamente affrontare le sfide della transizione perdendo la metà dei concessionari brandizzati. Al marchio resteranno appena un migliaio di rivenditori ufficiali sparsi in tutti i 50 Stati americani.