L’italiana Leonardo apre all’adesione dell’Arabia Saudita a bordo del progetto per il sistema di combattimento aereo di prossima generazione Global Combat Air Programme (Gcap), programma trilaterale di Regno Unito, Italia e Giappone.
Presente al Salone aeronautico di Farnbourogh, l’ad del colosso dell’aerospazio e difesa Roberto Cingolani ha affermato al Financial Times che “un quarto partner potrebbe essere molto conveniente” per il Gcap.
In occasione dell’apertura dell’Air Show londinese, lunedì le tre nazioni partner del Gcap hanno presentato un nuovo modello concettuale del caccia di sesta generazione. Il notevole progresso industriale per far progredire il design dell’aereo contrasta però con l’incertezza politica che incombe sullo sforzo trilaterale negli ultimi giorni. Il neo primo ministro britannico Sir Keir Starmer ha elogiato infatti il programma trilaterale per costruire un jet da combattimento di sesta generazione come “importante” e che sta facendo “progressi significativi”, ma non è arrivato a confermare che la partecipazione della Gran Bretagna continuerà mentre conduce la revisione della politica di difesa.
Ed ecco che se le Londra dovesse rivedere il suo coinvolgimento nel progetto, torna in auge la proposta di adesione al Gcap da parte del Regno saudita.
Tutti i dettagli.
TORNA SUL TAVOLO L’ADESIONE DELL’ARABIA SAUDITA AL GCAP
Lo scorso 14 dicembre a Tokyo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, assieme agli omologhi di Giappone e Regno Unito, Minoru Kihara e Grant Shapps, hanno firmato l’accordo sul Global Combat Air Programme (Gcap). La sigla del contratto è giunta un anno esatto dopo la firma dell’accordo nel dicembre 2022 con cui Regno Unito, Italia e Giappone hanno stabilito di unificare i rispettivi progetti di sviluppo di velivoli da combattimento di nuova generazione.
I leader industriali del programma sono Bae Systems per il Regno Unito, Leonardo per l’Italia e Mitsubishi Heavy Industries per il Giappone. I Lead Sub-System Integrator del programma sono: Avio Aero (Italia), Gruppo ELT (Italia), IHI (Giappone), Leonardo (Italia e UK), Mbda (Italia e UK), Mitsubishi Electric (Giappone) e Rolls-Royce (Regno Unito).
Sotto la supervisione di un ente di coordinamento, il consorzio formato dalla italiana Leonardo, la giapponese Mitsubishi Heavy Industries e la britannica Bae Systems, punta a completare i lavori di progettazione entro il 2027.
La scorsa estate il principe ereditario e leader de facto Mohammed Bin Salman ha chiesto al Regno Unito, al Giappone e all’Italia di diventare partner a pieno titolo nel nel programma congiunto per costruire la prossima generazione di aerei da combattimento, in una mossa sostenuta dal governo britannico, come riportava il Financial Times.
L’interesse del regno, tuttavia, ha suscitato preoccupazione per il fatto che la scadenza già serrata per avere un jet in volo entro il 2035 potesse essere a rischio, ricorda il quotidiano britannico.
LA POSIZIONE DEL PREMIER STARMER
Ma nel frattempo nel Regno Unito il governo conservatore ha ceduto il passo a quello laburista. E, come riporta la stampa britannica, c’è preoccupazione circa l’impegno di spesa del neo governo Starmer sul programma da miliardi di sterline Gcap nel mezzo della Strategic Defence Review (SDR).
In settimana il primo ministro britannico, Keir Starmer, non ha preso alcun impegno nei colloqui con l’Arabia Saudita in merito a un’eventuale adesione del Paese del Golfo al progetto Global combat air program (Gcap). Durante la sessione di question time in Parlamento, l’ex premier conservatore, Rishi Sunak, ha dichiarato che il suo governo aveva avviato delle discussioni preliminari con l’Arabia Saudita per unirsi alla coalizione tra Regno Unito, Italia e Giappone e ha chiesto a Starmer se avrebbe proseguito tali colloqui. Starmer ha definito il Gcap un “programma davvero importante”, ma non ha risposto specificamente alla domanda, riportava ieri Agenzia Nova.
LA POSIZIONE DELL’AD DI LEONARDO CINGOLANI
Se Downing Street resta dunque cauta sulla questione, una delle tre industrie coinvolte nel programma guarda con favore all’ingresso di Riad nel progetto.
Il numero uno di Leonardo Roberto Cingolani sarebbe “personalmente molto disponibile” a una riallocazione delle risorse in seguito alla revisione delle spese per la difesa del nuovo governo laburista britannico. “Avere un quarto partner potrebbe essere molto conveniente per il consorzio [e] in quel caso potrebbe ovviamente essere l’Arabia Saudita”, ha precisato Cingolani al Farnborough Airshow in un’intervista al Financial Times.
Cingolani ha spiegato che l’Arabia Saudita potrebbe portare sia capacità industriale che alcune nuove risorse di manodopera come potenziale partner.
IL COMMENTO DEGLI ANALISTI
Gli analisti del settore ritengono che il regno saudita potrebbe ancora assicurarsi un ruolo di partnership anche se il Regno Unito non riducesse il suo supporto, rileva ancora il Ft.
Portare Riad a bordo potrebbe aprire altri paesi del Medio Oriente come potenziali mercati di esportazione. Consentire all’Arabia Saudita di entrare nel programma potrebbe anche aprire la strada a un nuovo ordine di jet Typhoon dal Regno Unito, in trattative per la vendita di altri 48 velivoli, ricorda il quotidiano finanziario britannico.
A CHE PUNTO È IL PROGRAMMA
Intanto, le tre aziende partner stanno cercando di finalizzare la struttura dell'”organizzazione industriale” che sosterrà Gcap. Ci si aspettava che un accordo di massima potesse essere annunciato a Farnborough, ma le discussioni su questioni come la proprietà della proprietà intellettuale hanno rallentato le discussioni, riporta la stampa del settore.
Una nuova joint venture tra Bae Systems, Mitsubishi Heavy Industries e Leonardo che sarà responsabile del lato industriale del programma di caccia di sesta generazione GCAP sarà probabilmente finalizzata nei prossimi due-tre mesi, ha affermato Lorenzo Mariani, co-direttore generale di Leonardo, a Breaking Defense questa settimana.
Mariani ha riferito che le aziende si sono incontrate questa settimana per definire alcuni dettagli dell’accordo, ma ha detto che c’erano troppe cose da elaborare in una volta sola.
L’obiettivo della nuova joint venture sarà quello di agire come controparte industriale della Gcap International Government Organisation (GIGO), un ufficio governativo trilaterale istituito per gestire il programma per conto di Regno Unito, Italia e Giappone. Per quella governativa deve prima essere ratificato dal Parlamento il trattato per l’istituzione dell’organizzazione governativa internazionale del Global Combat Air Programme, firmato a Tokyo lo scorso 14 dicembre dai ministri della Difesa di Italia, Giappone e Regno Unito.
Dal Consiglio dei Ministri convocato il 22 luglio è arrivato il via libera al disegno di legge “Ratifica ed esecuzione della Convenzione sull’istituzione dell’organizzazione governativa internazionale Gcap”.