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Giappone Tempest

Leonardo, cosa cambia dopo l’accordo fra Regno Unito, Italia e Giappone sul Tempest

Il Regno Unito e l'Italia uniranno il loro programma Tempest con il progetto F-X del Giappone per lo sviluppo di un aereo da combattimento di nuova generazione entro il 2035, in base all'accordo congiunto sul lancio del Global Combat Air Programme (Gcap). Tutti i dettagli

Il Giappone sale ufficialmente a bordo del Tempest: una pietra miliare per Tokyo che per la prima volta collaborerà con Roma e Londra nella difesa.

Oggi capi dei governi di Italia, Giappone e Regno Unito hanno annunciato tramite un comunicato congiunto il lancio del Global Combat Air Programme (Gcap) per lo sviluppo di un aereo da combattimento di nuova generazione entro il 2035.

L’accordo combina di fatto il progetto Tempest — a guida britannica a cui partecipa il nostro paese per sostituire i caccia Typhoon — con il programma F-X giapponese in un’impresa chiamata Global Combat Air Program (GCAP),  relativo allo sviluppo di un sistema di sistemi di nuova generazione e operazioni multi-dominio.

Lo storico annuncio, atteso ormai da tempo, arriva pochi giorni dopo che le aziende in Francia, Germania e Spagna si sono assicurate la fase successiva del progetto rivale Fcas, per costruire un caccia di nuova generazione che potrebbe essere operativo dal 2040.

“Se GCAP andrà avanti, sarà il più grande programma di cooperazione per la difesa nippo-europeo mai intrapreso” osserva Defense News.

Tutti i dettagli.

REGNO UNITO, ITALIA E GIAPPONE FANNO CONVERGERE TEMPEST E F-X

Giappone, Gran Bretagna e Italia stanno unendo i loro progetti di caccia di nuova generazione in una partnership che segna la prima grande collaborazione di difesa industriale del Giappone oltre gli Stati Uniti dalla seconda guerra mondiale.

“Questo programma è stato progettato tenendo i nostri Alleati e partner al centro della nostra attenzione. La futura interoperabilità con gli Stati Uniti, con la Nato e con i nostri partner in Europa, nell’Indo-Pacifico e a livello globale si riflette nel nome che abbiamo scelto per il nostro programma” si legge nel comunicato congiunto di Roma, Londra e Tokyo.

“Parole fondamentali che confermano oltretutto le ambizioni dell’Italia – media potenza globale – e il suo ruolo come uno dei principali fornitori di sicurezza del pianeta” commenta Pietro Batacchi, direttore di Rid.

BAE SYSTEMS, MHI E LEONARDO LE INDUSTRIE CAPOFILA

La britannica Bae Systems, la giapponese Mitsubishi Heavy Industries e l’italiana Leonardo guideranno la progettazione del velivolo, che avrà capacità digitali avanzate nell’intelligenza artificiale e nella guerra informatica.

Il programma Tempest prevedeva infatti un caccia di sesta generazione al centro di una rete di capacità più ampie, come velivoli senza equipaggio, sensori, armi e sistemi di dati avanzati.

IL GRUPPO EX FINMECCANICA PARTNER STRATEGICO

“La decisione dei governi di rafforzare la collaborazione con un programma così strategico come il Global Combat Air Programme – sottolinea Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo – è la testimonianza di un modello di cooperazione tra i tre Paesi efficace e promettente. Siamo di fronte a uno dei programmi più sfidanti e avveniristici per l’industria dell’aerospazio e difesa che garantirà l’autonomia tecnologica dei Paesi coinvolti e fornirà alle Forze Armate prestazioni e capacità operative senza precedenti”.

In particolare, “Il Global Combat Air Programme agirà anche da volano di sviluppo per l’industria nazionale nei decenni a venire, a beneficio delle future generazioni. Grazie alla nostra forte presenza nel Regno Unito, Leonardo rappresenta nel programma due delle nazioni partner, ovvero l’Italia e il Regno Unito” puntualizza ancora Profumo.

ANCHE MBDA, AVIO AERO ED ELETTRONICA A BORDO

Inoltre, la compagine italiana oltre a Leonardo – presente nel programma già dal 2018 con Leonardo UK – vedrà coinvolti Avio Aero, Elettronica e Mbda Italia insieme all’intero ecosistema innovativo e produttivo del Paese.

“Il programma – ha dichiarato Lorenzo Mariani ad di Mbda Italia – ci traghetterà nel futuro della Difesa per offrire al mercato nuove prestazioni all’avanguardia e noi in Mbda siamo pronti ad affrontare questa sfida tecnologica con tutto il know-how e le competenze accresciute e rafforzate nel corso degli anni e grazie alla capacità di cooperare trans-nazionalmente.

“Partendo da una rilevante esperienza collaborativa in qualità di co-design per l’electronic warfare dell’Efa Typhoon Fighter, Elettronica porterà nel progetto Global Combat Air Programme (Gcap) una solida maturità ingegneristica e sistemistica, fondamentale in un contesto in cui la sfida dell’electronic warfare è molto complessa e strategica” ha commentato il presidente e amministratore delegato di Elettronica, Enzo Benigni.

“Avio Aero sta lavorando con il nostro Ministro della Difesa, con le industrie italiane e con i nostri partner nel Regno Unito e in Giappone per sviluppare la tecnologia più avanzata per il futuro sistema di potenza e propulsione” ha dichiarato Riccardo Procacci, ad di Avio Aero. “Avio Aero ha una lunga tradizione di cooperazione internazionale e sostiene questa iniziativa con attenzione e con le competenze, la dedizione e la passione dei nostri dipendenti”.

LE RISORSE GIÀ ALLOCATE DAL NOSTRO PAESE

Secondo i tre paesi partner, il programma “produrrà benefici economici e industriali ad ampio raggio, sostenendo l’occupazione in Italia, in Giappone e nel Regno Unito. Attirerà investimenti in ricerca e sviluppo nella progettazione digitale e nei processi di produzione avanzati”.

Inoltre costruirà “una pietra miliare della sicurezza globale, della stabilità e della prosperità nei decenni a venire” si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.

E l’importanza del programma è certificata dall’impegno finanziario previsto dalla nostra Difesa.

Nel documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa per il triennio 2022-2022 pubblicato lo scorso luglio, sono assegnate le risorse per il Tempest: da 2 miliardi di euro allocati lo scorso anno si passa a 3,795 miliardi, con 220 milioni quest’anno e 345 milioni il prossimo.

Anche il Regno Unito ha già impegnato 2 miliardi di sterline per lo sviluppo del caccia di sesta generazione nei prossimi tre anni.

I PROSSIMI PASSI

I tre paesi, tuttavia, devono ancora elaborare alcuni dettagli su come procederà il progetto, comprese le condivisioni di lavoro e dove avverrà lo sviluppo, sottolinea Reuters.

Inoltre, i tre governi partecipanti devono ancora concordare come saranno ripartiti i costi del programma (stimati in decine di miliardi di dollari), evidenzia il Financial Times.

La principale fase di sviluppo del programma dovrebbe essere lanciata nel 2025 con il volo di un primo dimostratore nel 2027, dopodiché la produzione dovrebbe iniziare intorno al 2030 o al 2031 in modo che un prototipo possa essere schierato entro il 2035.

L’APERTURA AD ALTRI PAESI

Altri paesi potrebbero aderire al progetto, ha affermato la Gran Bretagna, aggiungendo che il caccia, che sostituirà i suoi caccia Typhoon e integrerà la sua flotta F-35 Lightning, sarà compatibile con i caccia pilotati da altri partner dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO).

Non è ancora chiaro se la Svezia, che ha avuto un coinvolgimento minore dal 2019, voglia approfondire la sua partecipazione. “Si dice che il dialogo di partenariato con la Svezia stia continuando, con le due parti che esplorano come possono costruire sulla precedente collaborazione con gli inglesi su programmi come il caccia Saab Gripen” scrive Defense News.

LA REAZIONE DI WASHINGTON ALLA PARTECIPAZIONE DEL GIAPPONE NEL TEMPEST

Infine, questa è la prima volta che il Giappone si impegna in un programma di difesa con partner europei piuttosto che con gli Stati Uniti.

Il Giappone aveva inizialmente considerato la costruzione del suo prossimo caccia con l’aiuto del colosso statunitense Lockheed Martin, ma dall’anno scorso ha iniziato a guardare al programma Tempest.

“Gli Stati Uniti sostengono la cooperazione in materia di sicurezza e difesa del Giappone con alleati e partner che la pensano allo stesso modo, anche con il Regno Unito e l’Italia”, ha affermato il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti in una dichiarazione congiunta con il Ministero della Difesa giapponese.

D’altronde il comunicato di Roma, Londra e Tokyo sottolinea l’importanza dell’interoperabilità del programma con gli Stato Uniti, la Nato e i partner in Europa e nell’Indo-Pacifico.

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