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Auto elettriche, Ford fugge dall’Ue per i soldi di Biden negli Usa?

Ford taglierà 3800 posti di lavoro in Europa, soprattutto in Germania: la casa americana vuole ridurre i suoi costi mentre prepara la riconversione alla mobilità elettrica. Negli Stati Uniti, però, investirà oltre 3 miliardi di dollari per le batterie. Tutti i dettagli.

Ford cancellerà 3800 posti di lavoro in Europa, per crearne 2500 negli Stati Uniti.

La casa automobilistica statunitense Ford ha annunciato il taglio di 3800 posti di lavoro in Europa, ovvero l’11 per cento del totale regionale, per ridurre i costi nel Vecchio continente e concentrare le sue capacità tecniche negli Stati Uniti.

La società è la più importante sul mercato europeo dei veicoli commerciali, ma fatica a registrare profitti nel segmento delle automobili. Aveva già detto che quest’anno sarebbe stata “molto aggressiva” nella riduzione delle spese per la manifattura e le catene di approvvigionamento.

LA VERSIONE DEI DIRIGENTI DI FORD

L’amministratore delegato Jim Farley ha spiegato varie volte che la produzione di veicoli elettrici – sui quali sta puntando molto, come praticamente tutte le case automobilistiche, per allinearsi agli obiettivi politici sulle emissioni – ha bisogno di meno manodopera, per via del minor numero di componenti, e di notevoli tagli ai costi, per garantire la competitività di prezzo del prodotto finale.

Martin Sander, responsabile della divisione di Ford dedicata ai veicoli elettrici per il mercato europeo, ha dichiarato che “c’è molto meno lavoro da fare sulle trasmissioni mentre abbandoniamo i motori a combustione. Ci stiamo muovendo verso un mondo con meno piattaforme globali, dove è necessario un minore lavoro di ingegneria. È per questo che dobbiamo fare degli aggiustamenti”.

LA GERMANIA SARÀ IL PAESE EUROPEO PIÙ COLPITO DAI TAGLI

I tagli riguardano principalmente posizioni amministrative e di sviluppo prodotto (ingegneri, sviluppatori, collaudatori), e interessano in particolare la Germania. Dei 3800 posti totali che verranno eliminati, infatti, 2300 colpiranno gli stabilimenti di Ford a Colonia e ad Aquisgrana. Altri 1300 toccheranno al Regno Unito, e 200 al resto d’Europa. La società ha detto di voler raggiungere la quota attraverso programmi di uscita volontaria.

Il sindacato tedesco dei metalmeccanici, la IG Metall, aveva anticipato i piani di Ford già il mese scorso. In quell’occasione, i rappresentanti della casa parlarono della necessità di essere “più competitivi” in questa fase di transizione alla mobilità elettrica, anche alla luce della cosiddetta “guerra dei prezzi” lanciata da Tesla.

I NUMERI DI FORD IN EUROPA

Nel 2022, stando ai dati dell’ACEA (l’associazione dei costruttori di automobili europei), Ford ha immatricolato 516.614 automobili in Europa, per un market share del 4,6 per cento. Ma l’azienda si è data degli obiettivi ambiziosi sui veicoli elettrici: vuole arrivare a venderne 600.000 in Europa entro il 2026.

Al momento, tuttavia – ricorda Reuters -, l’offerta per questo mercato regionale è limitata a due SUV completamente elettrici e al furgone E-Transit. Ford intende però offrire sette nuovi modelli entro il 2024: due verranno realizzati in Germania, a Colonia, e uno in Romania.

La società ha investito 50 miliardi di dollari per l’elettrificazione della sua offerta, che sarà composta da pochi modelli con prezzi più elevati di quelli tradizionali, per compensare l’aumento dei costi di produzione di questa tipologia di veicoli.

IL BISOGNO DI MANODOPERA

Il direttore finanziario di Ford, John Lawler, ha detto che i tecnici europei hanno una produttività del 25-30 per cento inferiore rispetto ai livelli richiesti. L’amministratore delegato Farley si è chiesto “di quanti ingegneri, quante persone abbiamo bisogno in Europa e di quanto grande profilo abbiamo bisogno nelle autovetture?”.

Durante una conferenza stampa Martin Sander, a capo di Ford Germany, ha spiegato che la società manterrà all’incirca 3400 ingegneri in Europa, che baseranno il loro lavoro sulla tecnologia core fornita dagli impianti statunitensi e la adatteranno alle necessità dei clienti europei.

Il centro di ricerca di Dunton, nel sud-est dell’Inghilterra, sarà la struttura in cui si concentreranno i tagli alla forza lavoro di Ford nel Regno Unito.

IL PIANO GENERALE NON CAMBIA, NONOSTANTE I TAGLI

Nonostante i massicci tagli alla manodopera, Ford ha precisato che i suoi piani sulla mobilità elettrica in Europa non subiranno modifiche: rimane, cioè, l’obiettivo di arrivare al 2030 con un’offerta di sole automobili elettriche, per poi elettrificare l’intera flotta di veicoli entro il 2035.

Sander ha anche fatto sapere che nei prossimi mesi Ford lancerà il suo primo veicolo elettrico realizzato in Europa, a Colonia, a partire dalla piattaforma MEB di Volkswagen. La società sta inoltre valutando di portare una piattaforma propria nel continente, forse nello stabilimento di Valencia.

INTANTO, FORD INVESTE MASSICCIAMENTE NEGLI USA

Parallelamente ai 3800 tagli in Europa, lunedì Ford ha annunciato un investimento da 3,5 miliardi di dollari in una fabbrica di batterie in Michigan, negli Stati Uniti, che creerà 2500 posti di lavoro.

La casa automobilistica punta ai crediti d’imposta dell’Inflation Reduction Act, e la sua mossa sembra allinearsi perfettamente ai piani della Casa Bianca per rinvigorire le aree industriali e “americanizzare” le filiere della transizione ecologica. Ma c’è un problema: le tecnologie che verranno utilizzate nello stabilimento di Ford sono del colosso cinese CATL. Diversi politici hanno sollevato il rischio, per Washington, di finire a sussidiare Pechino, che già domina il mercato globale delle batterie e di molte altre tecnologie per le energie pulite.

L’estate scorsa Ford ha tagliato circa 3000 posti di lavoro in sviluppo prodotto negli Stati Uniti, in Canada e in India.

GLI INVESTIMENTI IN EUROPA

Ford aveva detto di voler investire 2 miliardi di euro nello stabilimento di Colonia, in modo da prepararlo alla produzione di veicoli elettrici, e 380 milioni di sterline nel sito di Halewood, nel Regno Unito, dove realizzerà componenti per le vetture a batteria.

Ha tuttavia intenzione di vendere la fabbrica a Saarlouis, nella Germania ovest.

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