La casa automobilistica americana ha intenzione di tagliare circa 3200 posti di lavoro in varie parti d’Europa per spostare una parte delle attività negli Stati Uniti. L’avvertimento è stato lanciato lunedì dalla IG Metall, il sindacato tedesco dei metalmeccanici: proprio la Germania sarebbe il paese più colpito.
Stando alla IG Metall, Ford eliminerà fino a 2500 posti di lavoro nella fase di product development (sviluppo del prodotto) e fino a 700 ruoli amministrativi in Europa, soprattutto in Germania. Gli operai dello stabilimento di Colonia – che conta all’incirca 14.000 persone, di cui 3800 in un centro di sviluppo nell’area di Merkenich – sono stati messi al corrente dei piani della società questo lunedì, durante una riunione.
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COSA (NON) HA DETTO FORD
Da Ford non sono arrivate comunicazioni ufficiali. Il portavoce della casa automobilistica in Germania ha detto solo che la transizione alla mobilità elettrica richiede dei cambiamenti strutturali e che i piani di riorganizzazione non sono ancora conclusi.
Un rappresentante di Ford in Michigan, dove si trova la sede centrale, non ha fornito dettagli, limitandosi a dire che la società deve essere “più competitiva” in questa fase di passaggio ai veicoli elettrici, che richiedono peraltro meno manodopera di quelli a motore endotermico.
L’AUMENTO DEI COSTI E LA “GUERRA DEI PREZZI” DI TESLA
Come spiega Reuters, i produttori automobilistici stanno accusando da un lato l’aumento dei prezzi dei materiali per le batterie dei veicoli elettrici, e dall’altro i rallentamenti economici in Europa: la combinazione di questi due fattori li sta inducendo a ridurre i posti di lavoro per contenere le spese.
Un ulteriore elemento di pressione è rappresentato da Tesla, che ha deciso di abbassare i prezzi delle sue vetture, sfruttando i grandi ricavi dell’anno scorso – 15.653 dollari di profitto lordo per veicolo venduto nel terzo trimestre del 2022, il doppio di Volkswagen e cinque volte tanto rispetto a Ford – per aumentare il suo vantaggio competitivo rispetto alle altre case automobilistiche.
COSA FARÀ FORD IN GERMANIA?
Solo un anno fa Ford aveva annunciato un investimento di 2 miliardi di dollari per aumentare la produzione nello stabilimento di Colonia, con l’obiettivo di realizzare un modello completamente elettrico pensato per il mercato di massa. Al momento nel sito si realizzano Ford Fiesta, motori e trasmissioni.
Ford conta all’incirca 45.000 dipendenti in Europa, dove vuole realizzare sette nuovi modelli di auto elettriche un sito di assemblaggio di batterie in Germania e una joint venture per la manifattura di celle al nichel in Turchia. Ha anche avviato una collaborazione con Volkswagen per produrre 1,2 milioni di veicoli elettrici nel giro di sei anni utilizzando la piattaforma modulare MEB sviluppata dalla casa tedesca.
Stando ai rappresentanti di Ford e Volkswagen, la collaborazione tra le due aziende rimane in vigore. La società statunitense ha tuttavia aggiunto che il ruolo di Volkswagen nei piani di Ford per la nuova generazione di veicoli elettrici europei deve ancora essere definito.
I MARGINI
Nei primi nove mesi del 2022 ha riportato margini di profitto ante imposte del 2,2 per cento in Europa, molto al di sotto di quelli in Nordamerica.
L’INFLUENZA DELL’INFLATION REDUCTION ACT
Il trasferimento delle operazioni di Ford negli Stati Uniti è stato probabilmente influenzato dall’Inflation Reduction Act, la legge di Joe Biden sui sussidi alla manifattura “verde” che prevede – tra le altre cose – dei crediti d’imposta fino a 7500 dollari solo per i veicoli elettrici assemblati in Nordamerica e contenenti batterie prodotte nella regione. Tutti gli altri, ad esempio quelli fabbricati in Europa, non potranno accedere ai bonus, perdendone in competitività di prezzo.
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Questo aspetto dell’Inflation Reduction Act preoccupa in particolare le case automobilistiche tedesche, che esportano parecchio negli Stati Uniti.
Il rincaro delle materie prime, gli alti prezzi dell’energia in Europa e i generosi aiuti della Casa Bianca hanno spinto la società statunitense di microchip Intel a posticipare i lavori di costruzione della fabbrica di semiconduttori a Magdeburgo, nella Germania orientale, previsti per la prima metà del 2023. La decisione potrebbe avere ripercussioni anche sull’Italia, dove Intel ha in programma di aprire di un impianto di confezionamento di chip.