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Chip

Cosa farà l’America sui chip contro la Cina

L'articolo di Giuseppe Gagliano.

 

Nuovo episodio della guerra Washington-Pechino: venerdì la Camera dei rappresentanti ha adottato un disegno di legge per individuare la produzione di chip elettronici, essenziali per la produzione di smartphone e automobili, negli Stati Uniti.

Il testo è stato votato, con 222 voti favorevoli, 210 contrari, poche ore dopo il lancio dei Giochi Olimpici Invernali di Pechino, che viene letta come una iniziativa che rafforza il soft power e che gli Stati Uniti hanno deciso di boicottare diplomaticamente.

La legge America Competes fornisce 52 miliardi di dollari per rivitalizzare l’industria americana dei semiconduttori, ora prodotta principalmente in Asia.

Un testo simile era già stato adottato al Senato a giugno, votato dai rappresentanti eletti di entrambi i partiti.

I chip per computer sono essenziali per un gran numero di settori e prodotti che vanno dalle auto agli smartphone, alle apparecchiature mediche e persino agli aspirapolvere. Ma, con la pandemia, i produttori hanno visto le loro riserve di semiconduttori diminuire a un livello allarmante.

Il disegno di legge della Camera dei Rappresentanti fornisce anche 45 miliardi di dollari per rafforzare la catena di approvvigionamento degli Stati Uniti.

Risponde “all’imperativo economico e di sicurezza nazionale di sostenere l’industria e i lavoratori americani”, ha dichiarato venerdì la presidente della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi. Permette agli Stati Uniti “di non essere alla mercé di altri paesi”, ha detto in una conferenza stampa.

Tuttavia quasi all’unanimità, i repubblicani alla Camera si sono opposti al testo, poiché hanno sottolineato che non mette in risalto il fatto che la Cina viola i diritti umani e soprattutto non fa gli investimenti necessari contro i cambiamenti climatici.

Ad ogni modo l’amministrazione Biden ha esortato il Congresso ad adottare un testo finale approvato da entrambe le camere senza indugio, sperando che si arriva ad una soluzione condivisa così da poterlo annunciare il 1° marzo.

Il presidente americano ha anche sottolineato alla fine di gennaio l’enorme potenziale economico di questi chip prendendo l’esempio delle auto, in cui il 4% dei componenti sono attualmente semiconduttori. Nel 2030, questi rappresenteranno il 20% della produzione automobilistica.

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