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Nato Russia Cina

Ecco come Biden sta preparando la Nato contro un attacco della Russia

I piani degli Stati Uniti per un piano di emergenza in caso di attacco della Russia a un territorio della Nato. L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

Gli Stati Uniti venerdì hanno posto in essere una pianificazione di emergenza per la possibilità di un attacco russo sul territorio della Nato.

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha infatti dichiarato: “Stiamo prendendo in considerazione la possibilità che la Russia scelga di colpire il territorio della NATO e quindi il presidente ha precisato la sua assoluta determinazione a rispondere con decisione insieme agli altri membri della nostra alleanza se la Russia attacca la NATO”.

Il presidente Joe Biden ha affermato che il potenziale uso russo di armi chimiche in Ucraina è “una vera preoccupazione” che incontrerebbe una risposta degli Stati Uniti.

Queste dichiarazioni sono coerenti con le affermazioni fatte da Biden a Varsavia il 26 marzo. Infatti Biden ha detto che l’invasione russa dell’Ucraina minaccia di compromettere la sicurezza globale e che le democrazie devono prepararsi per una lunga lotta contro l’autocrazia.

“L’Occidente è ora più forte, più unito di quanto non sia mai stato. Dobbiamo prepararci per la lunga lotta che ci aspetta”.

Definendo la lotta contro Vladimir Putin una “nuova battaglia per la libertà”, Biden ha affermato che il desiderio di Putin di “potere assoluto” è stato un fallimento strategico per la Russia e una sfida diretta a una pace europea che ha in gran parte prevalso dalla seconda guerra mondiale.

Biden ha detto che ciò che sta accadendo in Ucraina cambierà la storia del 21° secolo e sarà necessario lavorare insieme per garantire che questo cambiamento sia a nostro favore, a favore dell’Ucraina, a favore del mondo democratico.

Il richiamo storico fatto dal presidente americano alla resistenza polacca di Solidarnosc e alla recente scomparsa di Albright – segretario di Stato fra il 1997 e il 2001 durante l’era Clinton – sono significativi. Perché?

La dottrina Albright prevede la disponibilità a ricorrere alla forza, da parte degli Stati Uniti, a sostegno dei loro interessi strategici e dei loro valori. Stiamo insomma parlando del tradizionale interventismo morale statunitense o delle guerre cosiddette umanitarie.

Infatti l’ex segretario di stato fu sempre una sostenitrice degli Stati Uniti come nazione indispensabile, come dimostra il fatto che in relazione all’autonomia strategica europea questa doveva inserirsi in una architettura che era quella della Nato, arrivando a sintetizzare il suo pensiero nelle celebri tre D: no decoupling, no duplication, no discrimination.

Non va dimenticato che fu proprio la Albright non solo a farsi sostenitrice dell’allargamento a est dell’Alleanza atlantica, con l’ammissione di Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria, il 12 marzo 1999, ma che fu soprattutto lei a farsi promotrice dell’intervento della Nato in Kosovo.

Inoltre il fatto che il presidente Biden abbia chiaramente espresso la volontà di liquidare Putin quale leader politico della Federazione russa – definendolo di volta in volta criminale di guerra e macellaio – lascia presagire che gli Stati Uniti, in sinergia con la NATO, vogliano ridefinire a loro favore gli equilibri eurasiatici.

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