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Europee

Quale sarà l’impatto delle Europee sul centrodestra?

La campagna per le elezioni europee avrà l'effetto di trasformare ogni fisiologica differenza dentro la maggioranza di centrodestra in presagio di crisi. La nota di Paola Sacchi.

Le Europee ormai sono destinate a incombere inevitabilmente su ogni evento della politica da qui al prossimo giugno. Uno scenario che avrà come costante le opposizioni pronte a trasformare ogni fisiologica differenza dentro la maggioranza di centrodestra, alla vigilia di una competizione con il proporzionale, come antipasto di crisi o pre-crisi che però scompaiono una volta che si è consumato l’evento preso a pretesto.

E così sarà probabilmente anche dopo la vicenda di Ilaria Salis, sulla quale Matteo Salvini, pur appoggiando l’operato del governo, che si è attivato con il premier Giorgia Meloni e il vicepremier, ministro degli Esteri Antonio Tajani, perché siano rispettate le norme di civiltà fondamentali per il trattamento dei detenuti, e pur condannando le immagini “scioccanti” della detenuta in Ungheria con manette ai polsi e ai piedi per la quale chiede “detenzione civile e giusto processo”, rispetto agli alleati non si ferma però solo al garantismo.

Salvini ricorda anche che Salis, detenuta in Ungheria, era presente nel 2017 a Monza a una manifestazione di estrema sinistra in cui alcuni partecipanti assaltarono un gazebo della Lega. L’avvocato di Salis replica subito che la sua assistita fu assolta. Ma il leader leghista, vicepremier e ministro di Infrastrutture-Trasporti dice anche che se Salis risultasse colpevole per i fatti di cui è accusata in Ungheria “non sarebbe compatibile” con il suo lavoro di “insegnante elementare”. Cosa per la quale si scatenano le accuse di Pd, Cinque Stelle e Italia Viva che rimproverano a Salvini la vicinanza con il premier ungherese Orban, di non essere garantista, di volere “il Medioevo”.

Accuse che però paradossalmente rimettono insieme quelle stesse forze che mandarono Salvini al processo Open Arms. Vicenda quella di cui furono protagonisti in Senato Pd, Cinque Stelle e Iv (unica eccezione Pier Ferdinando Casini che votò no) che con il garantismo fa decisamente a pugni.

Ma a parte questo, evidente che Salvini vuole rimarcare nella vicenda Salis oltre alla linea garantista sul trattamento della detenuta italiana in Ungheria, anche quella linea d’ordine di cui la Lega si fa paladina da sempre. La Lega controbatte: “La sinistra è attenta solo agli amici, così dimentica i 2000 detenuti italiani all’estero tra cui Chico Forti”. E al di là di questa specifica vicenda, ormai è chiaro che la Lega per risalire nei consensi e tornare alle Europee a doppia cifra cercherà di occupare quel fronte lasciato scoperto a destra da FdI per il profilo istituzionale e di centro impresso dal fatto di esprimere il premier che è al tempo stesso presidente del partito

Salvini sempre ieri da Bruxelles, dove ha incontrato i suoi europarlamentari, ha rimarcato un altro distinguo tutto politico con gli alleati. Ha detto che lui non voterebbe per un altro mandato a Ursula von der Leyen ed ha attaccato la politica “disastrosa” della Commissione Ue, ribadendo che il centrodestra deve essere unito anche in Europa e “se qualcuno preferisce i socialisti lo spiegherà”. Evidente riferimento a Antonio Tajani che ha sempre detto no all’alleanza con Marine Le Pen e l’Afd tedesca, ma anche un evidente messaggio a Meloni. Ma i distinguo del leader della Lega sono ben lungi da quelle che per le opposizioni sarebbero ogni volta avvisaglie di crisi o pre-crisi. Lo stesso segretario azzurro Tajani ieri sera in Tv a Porta a Porta, annunciando che von der Leyen sarà la candidata dei Popolari, ha ricordato che non è la prima volta che il centrodestra si trova diviso in Europa ma sempre unito in Italia.

Tajani ha anche sottolineato che l’attuale presidente della Commissione UE fu anche eletta come contraltare a Frans Timmermans il vicepresidente socialista, ritenuto l’ “integralista” sulle politiche green. Contro le quali il centrodestra in Europa, compresa Identità e democrazia, il gruppo dove si trova la Lega, ha già trovato alcune pragmatiche convergenze.

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