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Avio Vega C

Vega: Avio e Arianespace divorzieranno?

Il quotidiano francese La Tribune rilancia rumors sul divorzio tra Arianespace e Avio, il produttore italiano dei lanciatori della famiglia Vega. Tutti i dettagli in vista dello Space Summit di Siviglia in programma per il 6 e 7 novembre.

Guerre stellari in vista tra Parigi e Roma sulla commercializzazione del Vega, il lanciatore leggero europeo progettato e prodotto dall’italiana Avio?

È l’ipotesi che rilancia, a distanza di un anno, il quotidiano francese La Tribune, in vista dello Space Summit di Siviglia in programma per il 6 e 7 novembre. Secondo la stampa d’Oltralpe, l’anno scorso l’allora governo Draghi aveva chiesto di portare Vega fuori dall’orbita di Arianespace, in una lettera indirizzata all’Agenzia spaziale europea (Esa).

Arianespace è la società controllata dal colosso franco-tedesco ArianeGroup che gestisce i lanciatori europei Vega (prodotto da Avio) e Ariane (realizzato da Arianegroup). Dunque la Francia attraverso Arianspace ha un’esclusiva per commercializzare Vega, ma con ArianeGroup ha lanciato il progetto Maia che può porsi in diretta concorrenza.

Nel 2021 Parigi aveva spiazzato infatti il nostro paese annunciando lo sviluppo di Maia, un piccolo lanciatore riutilizzabile progettato dal colosso franco-tedesco ArianeGroup.

Alla fine, dopo la ministeriale Esa dello scorso novembre, lo scorso marzo Italia e Francia hanno siglato una nuova intesa per rafforzare la cooperazione nello spazio. Il ministro francese Le Maire aveva sottolineato l’importanza di “garantire il successo di Ariane 6 e far tornare a volare Vega C”.

Ma ora, secondo la Tribune, il governo italiano ha presentato una richiesta ufficiale per rimuovere i lanciatori Vega dall’orbita di Arianespace. Contattato dalla testata, Avio ha risposto che “non aveva informazioni sull’argomento”.

Tutti i dettagli.

LA STRATEGIA DI RANZO

Secondo il quotidiano francese, la rottura tra Francia e Avio sembra definitiva.

Anche se l’amministratore delegato di Avio, “Giulio Ranzo, vorrebbe restare al Centro Spaziale della Guyana per lanciare Vega-C, e poi sicuramente Vega E (+ 20% di performance)”, secondo La Tribune, che ricorda come sia “un sogno di Giulio Ranzo volare in proprio commercialmente dalla fine degli anni 2010 per questioni di autonomia strategica”.

A questo proposito la testata rammenta anche che Giulio Ranzo è contemporaneamente ceo di Avio e maggiore azionista di In Orbit.

Come si legge sul sito della società di Colleferro, il capitale di Avio si divide in 26.359.346 azioni senza valore nominale. Oltre che da Leonardo (che detiene quasi il 30% del capitale) Avio è partecipata anche dal veicolo d’investimento fondato e costituito interamente dai manager, “InOrbit”, con circa il 4% di partecipazione al capitale. (Per saperne di più qui l’approfondimento di Startmag Perché il Pd manda un siluro ad Avio e Ranzo).

UN MOMENTO COMPLICATO PER VEGA C

Tuttavia, questa nuova iniziativa arriva in un momento difficile per Vega C, la versione aggiornata del lanciatore europeo Vega realizzato da Avio negli stabilimenti italiani di Colleferro.

L’Esa ha stabilito infatti che Vega C tornerà a volare nel quarto trimestre del 2024, a seguito della conclusione dei lavori della Commissione d’Inchiesta Indipendente (Iec) istituita dall’Agenzia per esaminare l’anomalia verificatasi durante il test del motore Zefiro 40 di Vega-C lo scorso 28 giugno.

Il lanciatore era rimasto bloccato sulla rampa di lancio a seguito del fallimento del primo volo commerciale di Vega C lo scorso 20 dicembre. Il fallimento ha inflitto un duro colpo agli sforzi europei per mantenere l’autonomia nel lancio. Il Vega C è stato uno dei capisaldi di quella strategia, insieme all’Ariane 6 ancora in attesa della data di debutto.

E UN MOMENTO DELICATO PER L’ACCESSO ALLO SPAZIO DELL’EUROPA

“Chiaramente la decisione dell’Italia non è una buona decisione per i lanciatori spaziali europei, che stanno diventando sempre più un campo in rovina in termini di cooperazione”, osserva La Tribune.

A questo proposito, il quotidiano francese rammenta che “Avio e ArianeGroup dovranno comunque mantenere la collaborazione sui booster P120C che equipaggiano sia Vega C che Ariane 6. Nell’ambito della razionalizzazione del modello industriale dei lanciatori Ariane e Vega, i due produttori producono ciascuno parte dei propri booster, contenenti 142 tonnellate di propellente solido al decollo dai due lanciatori”.

Come già detto al momento Avio sta lavorando anche su Vega E, ultima evoluzione del lanciatore Vega. Ma il futuro mini lanciatore riutilizzabile Maia farà concorrenza diretta al vettore di Avio? Secondo quanto riportava l’anno scorso il Sole 24 Ore era andata a vuoto la richiesta di Palazzo Chigi “di coinvolgere direttamente l’industria italiana anche nel progetto Maia con la prospettiva di sviluppare un’alternativa al Falcon di Elon Musk”.

Quindi più la logica di cooperazione sembra lasciar il posto a una concorrenza nella famiglia dei lanciatori europei. Eppure non è così secondo La Tribune che sottolinea come Arianespace abbia “sempre giocato la partita per Avio aggiudicandosi satelliti per Vega poi per Vega-C, il cui carnet di lancio è pieno (17 lanci previsti) mentre la famiglia dei lanciatori italiani sta attraversando un periodo estremamente complicato”.

COSA DICEVA LA RELAZIONE DEL COPASIR (PRESIEDUTO ALL’EPOCA DA URSO, OGGI MINISTRO RESPONSABILE DELLO SPAZIO)

Quindi, l’intera industria dei lanciatori dipende dalla posizione del governo italiano, se confermare o meno il ritiro di Vega.

L’anno scorso, proprio in questo periodo, all’esecutivo Draghi è subentrato il governo Meloni e la palla sulla questioni spaziali è passata ad Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy con delega allo spazio.

Proprio Urso si è occupato di spazio anche in qualità di presidente del Copasir, firmando una lunga relazione nel luglio 2022. Il nostro Paese può mantenere quel livello di eccellenza che lo caratterizza fin dagli albori della cosiddetta ‘corsa allo spazio’. Ma secondo il Copasir “tale posizionamento è oggi minacciato dal crescente attivismo di aziende britanniche e tedesche, accanto alla storica competizione con i partner francesi, nel settore dell’accesso allo spazio che ha visto fino ad oggi, con il lanciatore Vega, il nostro Paese protagonista in questo segmento della catena del valore delle attività spaziali”.

Nel segmento dell’accesso allo Spazio, rappresentato dai lanciatori, l’Italia vanta infatti un ottimo posizionamento con le diverse versioni del vettore Vega di Avio Spa, sottolineava l’anno scorso il Copasir. Le aziende britanniche e soprattutto tedesche, sostenute anche da parziale supporto dell’Esa, “stanno acquisendo rapidamente capacità tali da costituire un temibile concorrente per le aziende del nostro Paese in questo specifico contesto di mercato” ha aggiunto il Comitato. E sempre riguardo il lanciatore Vega, il Copasir ricordava che “i miglioramenti previsti dalla nostra industria hanno causato reazioni politiche a Parigi che teme una potenziale concorrenza con l’Ariane in segmenti promettenti di mercato come le costellazioni di piccoli satelliti”.

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