Ottobre sarà un mese cruciale per capire i tempi per il ritorno all’accesso allo spazio dell’Europa.
In una conferenza stampa del 4 settembre, l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha dichiarato che prevede di fissare una finestra per il primo lancio dell’Ariane 6 all’inizio di ottobre, dopo aver completato una serie di test sui motori.
Il prossimo di questi è previsto per il 5 settembre, dopo che i lavori per accendere il motore della sezione principale, presso il sito di lancio nella Guyana francese, sono stati rinviati il 29 agosto. Un test separato del complesso stadio superiore è stato effettuato con successo in Germania il 1 settembre.
Il direttore generale dell’Esa Josef Aschbacher ha rifiutato di impegnarsi per un lancio completo nella prima metà del prossimo anno, ma ha precisato che i risultati finora indicano un debutto di prova “non troppo tardi” nel 2024, seguito dalla prima missione commerciale circa 6 mesi dopo.
Dunque Tierry Breton, il commissario europeo al Mercato interno, responsabile dello spazio, e in particolare delle infrastrutture spaziali europee Galileo e Copernicus, molto probabilmente quest’autunno dovrà decidere, scriveva ieri La Tribune.
Senza Ariane 6, e con il ritiro di Ariane 5, il Falcon 9 della statunitense SpaceX è l’unica alternativa praticabile per l’Esa per trasportare in orbita satelliti compreso il lancio di 4 satelliti Galileo.
La scelta è tra lanciare i prossimi satelliti della costellazione Galileo a partire dal 2024 su un lanciatore Falcon 9 oppure aspettare fino al 2025 per un volo dedicato per il sistema globale di navigazione satellitare su Ariane 6, evidenzia il quotidiano francese. Fare affidamento sulla compagnia aerospaziale di Elon Musk mina l’insistenza dell’esecutivo dell’Ue sulla costruzione di un’autonomia strategica, osservava di recente Politico.
Tutti i dettagli.
LE PAROLE DEL DG DELL’ESA
“Abbiamo completato alcuni importanti passi su Ariane 6 – ha annunciato Aschbacher – grazie ai test svolti alla base di Kourou e quelli svolti presso il centro tecnico dell’Agenzia aerospaziale tedesca Dlr a Lampoldshausen”.
Si tratta di due differenti tipi di test necessari al debutto del nuovo grande lanciatore europeo, che sarà in grado di portare in orbita bassa carichi fino a circa 20 tonnellate e che nasce parallelamente al Vega C. Di quest’ultimo l’Arane 6 condivide i motori del primo stadio, utilizzati come booster laterali, specifica l’Ansa.
L’IMPORTANZA DEL DEBUTTO DEL LANCIATORE PESANTE EUROPEO
Come ricorda Reuters, Ariane 6 è in fase di sviluppo con un costo di 4 miliardi di euro e succederà ad Ariane 5, che ha terminato le operazioni a luglio, lasciando le nazioni europee con un vuoto di accesso autonomo allo spazio per la prima volta in più di quattro decenni.
Il primo lancio di Ariane 6 era inizialmente programmato per il 2020, ma una serie di ritardi lo hanno fatto slittare al 2024.
IL SUCCESSO DEGLI ULTIMI TEST IN VISTA DEL LANCIO DI ARIANE 6
Intanto lo scorso 1 settembre una nuova prova a fuoco dello stadio superiore dell’Ariane 6, rappresentativa del volo inaugurale, è stata effettuata presso il sito dell’agenzia spaziale tedesca (DLR) a Lampoldshausen. La prova ha permesso di testare l’intero stadio superiore e tutte le sue attrezzature, tra cui il motore riaccendibile Vinci e l’unità di potenza ausiliaria (APU), al fine di qualificare lo stadio per il primo lancio.
Ora un’ultima prova di accensione è prevista nei prossimi mesi, prima della qualificazione finale dello stadio superiore di Ariane 6, con l’obiettivo di testarne il funzionamento durante diversi tipi di missione così come in condizioni degradate, aveva già fatto sapere sabato una nota di ArianeGroup, prime contractor e autorità di progettazione del lanciatore.
QUALE COMPAGNIA LANCERÀ I SATELLITI GALILEO?
Quindi, in attesa di conoscere la data del debutto di Ariane 6, come si muoverà Bruxelles per il lancio dei satelliti di Galileo. La costellazione comprende ora 28 satelliti in orbita, riassume La Tribune spiegando che i restanti 10 satelliti di prima generazione dovevano essere lanciati nel 2022, 2023 e 2024, anche da Soyuz. Ciò non è avvenuto a causa del conflitto russo-ucraino e dei ritardi dell’Ariane 6.
Pertanto per il commissario europeo Breton si profila un dilemma difficile da risolvere, secondo il quotidiano francese: “la firma di un contratto con SpaceX sarà terribilmente difficile da giustificare all’opinione pubblica quello che è uno dei sistemi sovrani più emblematici d’Europa; ma aspettare il 2025 significa anche correre il rischio di vedere interrotti i servizi del sistema Galileo data la durata di vita (circa 12 anni) dei primi satelliti IOV (Airbus) lanciati nel 2011, poi nel 2012”.
Per La Tribune “è imperativo lanciarli due volte nel 2024”. In servizio dalla fine del 2016, questo sistema ad alte prestazioni fornisce un servizio di posizionamento, navigazione e sincronizzazione temporale a oltre tre miliardi di utenti in tutto il mondo. Sarebbe un disastro per Galileo, che è diventato un riferimento mondiale in questo campo. Il sistema potrebbe quindi perdere gran parte della sua legittimità presso gli utenti, evidenzia il quotidiano francese.
E VEGA C?
Infine, resta a terra Vega C, il lanciatore leggero realizzato quasi interamente in Italia da Avio, in stand-by dal dicembre 2022, dopo il fallimento del primo volo commerciale. Aschbacher ha affermato che i tempi del ritorno in funzione di Vega C saranno fissati dopo il rapporto della commissione alla fine di questo mese. “Il lavoro non è ancora finalizzato, ci stanno lavorando, sarà finito entro fine settembre e vi informeremo dei risultati” ha spiegato il dg Esa.
Vega C è l’evoluzione dell’attuale lanciatore Vega ed è il programma spaziale più importante al quale contribuisce l’italiana Avio, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nella realizzazione e nello sviluppo di lanciatori spaziali e sistemi di propulsione. Nel frattempo, il prossimo lancio di Vega – ovvero la generazione precedente – è prevista per il prossimo 4 ottobre dallo spazioporto europeo della Guyana francese.