“Il dominio aerospaziale è, oramai, chiaramente la frontiera sulla quale si sta già svolgendo e si svolgerà la competizione in ambito scientifico, economico e militare a livello globale”.
È quanto sostiene il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) nella relazione sullo spazio approvata nella seduta odierna, ha reso noto il presidente, senatore Adolfo Urso.
“In considerazione dei servizi erogati attraverso le infrastrutture spaziali, questo dominio vede costantemente crescere il suo ruolo nel contesto della tutela della difesa e della sicurezza delle Nazioni”, sottolinea la relazione del Comitato.
E “Il conflitto tra Russia e Ucraina ha dimostrato in maniera evidente quanto ciò sia vero” ha aggiunto il Copasir.
Inoltre, secondo il Copasir “non si può trascurare la presenza di attori privati” nel settore. Negli ultimi anni si è assistito infatti a una corsa da parte di attori privati alla realizzazione di sistemi di accesso allo Spazio: come le statunitensi SpaceX e BlueOrigin e la britannica Virgin Galactic.
E la competizione vedrà contrapposti i Paesi occidentali — attraverso i loro programmi di cooperazione — e la Cina, sostiene il Comitato. Il paese del Dragone, partito “inizialmente in ritardo rispetto agli altri competitor internazionali, rapidamente colmato il divario anche attraverso il ricorso a pratiche spregiudicate ed aggressive per l’acquisizione di conoscenza e tecnologia dagli attori più avanzati nel settore”.
La relazione “si è avvalsa del contributo di 13 audizioni e di tre missioni, una al Comando operazioni aerospaziali (Coa) dell’Aeronautica militare di Poggio Renatico, e due all’estero negli Stati Uniti ed a Bruxelles” ha precisato il presidente Urso.
Ecco tutti i dettagli sulla ‘Relazione sul dominio aerospaziale quale nuova frontiera della competizione geopolitica’.
SPAZIO: L’INDAGINE AVVIATA DAL COPASIR
Il Comitato, spiega ancora Urso, “ha attivato una specifica indagine conoscitiva sul dominio aerospaziale a seguito del ritiro della coalizione internazionale in Afghanistan, avvenuto nell’agosto del 2021. Un evento che ha costituito un punto di svolta nello scenario geopolitico e militare, determinando un percorso di radicale ripensamento strategico per l’Alleanza atlantica, i Paesi occidentali e soprattutto per l’Unione europea chiamata a una maggiore assunzione di responsabilità nell’ottica di costruire una più incisiva politica estera e di sicurezza comune e per una sua maggiore autonomia strategica. Queste necessità, emerse in quel dato frangente storico, si sono poi confermate e rinforzate alla luce della invasione Russia dell’Ucraina, che ha fatto emergere proprio il ruolo del dominio aerospaziale nelle attività belliche così come le conseguenze del sistema sanzionatorio nello sviluppo del settore”.
LA PRESENZA DI ATTORI PRIVATI
Inoltre, “non si può trascurare come in un ambito dalle spiccate caratteristiche duali come quello in esame, la presenza di attori privati possa imprimere un salto di qualità ma anche determinare dinamiche da governare affinché gli Stati nazionali possano mantenere il controllo dei propri assetti strategici” si legge nelle conclusioni della Relazione.
Basti pensare al ruolo svolto dalla costellazione Starlink della già citata SpaceX in Ucraina durante il conflitto. SpaceX e l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid) hanno inviato in Ucraina 5.000 terminali Starlink, il servizio Internet satellitare della compagnia di Elon Musk. E la rete satellitare Starlink non garantisce soltanto la connessione Internet al popolo ucraino. Il sistema Starlink sta supportando l’esercito ucraino che pilota i droni anche in caso di interruzioni di Internet o di corrente, frequenti nell’Ucraina colpita dall’offensiva militare russa.
FATTORE CINESE…
Passando alla competizione nel dominio aerospaziale, per il Copasir questa “si svolgerà vedendo contrapposti i Paesi occidentali attraverso i loro programmi di cooperazione e la Cina che, partita inizialmente in ritardo rispetto agli altri competitor internazionali, rapidamente colmato il divario anche attraverso il ricorso a pratiche spregiudicate ed aggressive per l’acquisizione di conoscenza e tecnologia dagli attori più avanzati nel settore”.
…E NON SOLO: L’ATTIVISMO DI GERMANIA E INGHILTERRA INSIEME ALLA FRANCIA
Dunque, secondo il Comitato, “per affrontare questa sfida diventa cruciale la collaborazione sul piano internazionale”. Affinché il nostro Paese possa mantenere quel livello di eccellenza che lo caratterizza fin dagli albori della cosiddetta ‘corsa allo spazio’.
Ma secondo il Copasir “tale posizionamento è oggi minacciato dal crescente attivismo di aziende britanniche e tedesche, accanto alla storica competizione con i partner francesi, nel settore dell’accesso allo spazio che ha visto fino ad oggi, con il lanciatore Vega, il nostro Paese protagonista in questo segmento della catena del valore delle attività spaziali”.
LA CONCORRENZA PER IL VEGA
Nel segmento dell’accesso allo Spazio, rappresentato dai lanciatori, l’Italia vanta infatti un ottimo posizionamento con le diverse versioni del vettore Vega di Avio Spa, sottolinea il Copasir.
Le aziende britanniche e soprattutto tedesche, sostenute anche da parziale supporto dell’Esa (Agenzia spaziale europea), “stanno acquisendo rapidamente capacità tali da costituire un temibile concorrente per le aziende del nostro Paese in questo specifico contesto di mercato” ha aggiunto il Comitato.
E sempre riguardo il lanciatore Vega, il Copasir ricorda che “i miglioramenti previsti dalla nostra industria hanno causato reazioni politiche a Parigi che teme una potenziale concorrenza con l’Ariane in segmenti promettenti di mercato come le costellazioni di piccoli satelliti”.
NECESSITÀ DI UN QUADRO GIURIDICO
Sul piano della governance internazionale invece, secondo il Copasir c’è la “necessità di integrare ed aggiornare un corpus normativo stratificato nel tempo e, per certi versi, inadeguato alle sfide dei nostri giorni”.
“Si pensi ad un quadro giuridico che copra aspetti come la protezione di asset in orbita oppure, guardando anche in questo caso alle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina, all’impiego militare del dominio spaziale ed alla previsione, da parte della Nato, di includere il dominio aerospaziale tra gli ambiti per i quali può essere invocato da un paese membro il ricorso all’articolo 5 del Trattato” si legge nella relazione.
Inoltre, “Il nostro Paese, per il ruolo che da sempre riveste sul piano internazionale in questo settore — aggiunge il Copasir —, è fortemente interessato ad una architettura istituzionale che consenta la miglior governance e il pieno sviluppo delle politiche spaziali, rafforzando allo stesso tempo la partecipazione nei consessi internazionali, bilaterali e multilaterali, assicurando all’Italia una presenza influente”.
INVESTIMENTI GUIDATI DA CDP
Infine – conclude la relazione – “massimo sostegno deve essere assicurato al settore della ricerca e della produzione italiana, costituito prevalentemente da piccole e medie imprese in grado di esprimere un altissimo livello di competenza sul piano tecnologico e realizzativo”.
A questo proposito il Copasir invoca “da un lato l’utilizzo con la massima efficacia dello strumento del golden power”. Ovvero la normativa che conferisce poteri speciali al governo per evitare la cessione di asset strategici a potenze straniere.
“Dall’altro — prosegue il Copasir — un piano di investimenti, favorito anche dall’intervento di un soggetto istituzionale come Cassa depositi e prestiti (Cdp), possono valorizzare i punti di forza di questo tessuto e metterlo in condizione di stare al passo con le sempre più pressanti esigenze derivanti dalle nuove e più avanzate infrastrutture spaziali”.
In particolare, Cdp “fungerebbe da incubatore incentivando la raccolta di fondi privati”. “Ruolo che Cdp già in parte ha iniziato a ricoprire, ad esempio con la partecipazione, al primo fondo italiano che investe nel settore, il Fondo Primo Space, gestito da Primomiglio Sgr” segnala MF.
I FONDI SPAZIALI
A proposito di fondi, il Copasir ricorda anche che l”Italia “si colloca al settimo posto – dopo USA, Russia, Francia, Arabia Saudita, Giappone e Cina, ma prima della Germania – in termini di budget di spesa pubblica destinato al settore spaziale, in rapporto al PIL, nel 2020”. Per il settore dello Spazio le risorse a disposizione complessive sul bilancio nazionale, al netto della contribuzione per l’ESA, sono circa 2 miliardi di euro sul piano triennale dell’Agenzia spaziale italiana e 2,3 miliardi di euro tramite il Pnrr e il fondo complementare, quindi 4,3 miliardi di euro.
Come ha ricordato di recente il ministro per l’Innovazione Coalo tutti i fondi sono stati assegnati all’Agenzia spaziale italiana (Asi) e all’Esa. “Puntiamo al rilancio della leadership italiana nei segmenti dello spazio” ha osservato, ricordano poi la collaborazione con Cdp per l’erogazione di fondi a piccole imprese innovative nel settore.
E infatti la scorsa settimana Avio si è aggiudicata i primi due contratti per implementazione “Next Gen Eu” per i lanciatori spaziali europei. Dunque la società italiana leader nella propulsione spaziale che realizza il vettore Vega guiderà i progetti per i nuovi motori eco-sostenibili per l’accesso allo Spazio.
Gli ordini legati a questi due contratti da 340 milioni di euro sono da spalmare su 4 anni (2023-26). Tutti i progetti finanziati dal Pnrr dovranno infatti essere completati entro il 2026. Ma proprio il fattore tempo impensierisce le altre aziende del settore spazio in Italia. “Speriamo che i tempi di realizzazione stretti non favoriscano l’assegnazione dei progetti solo alle grandi aziende”, aveva avvertito su L’Economia Marina Scatena, presidente di Aipas, associazione delle imprese delle attività spaziali.