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Pentagono F-35

Lockheed Martin, ecco i nuovi F-35 per l’Italia

Un nuovo contratto fra il Pentagono e la Lockheed Martin, siglato l'11 giugno, comprende anche un nuovo ordine da 368 milioni di dollari dall'Italia per altri 6 F-35

 

Avanti tutta con il programma F-35 in Italia, il più costoso programma militare mai realizzato. Giovedì il colosso della difesa statunitense, Lockheed Martin, ha ricevuto dal Pentagono un ordine da 368 milioni di dollari per la consegna di 6 F-35 all’Italia.

Ignorata dunque la recente richiesta di 50 senatori di M5S di sospendere per un anno il programma F-35 per destinare un miliardo alla Sanità, a causa della crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19. Tanto che a fine maggio il ministro della Difesa Lorenzo Guerini (Pd) aveva dichiarato il proseguimento del programma F-35.

Il programma, una volta completato, vedrà l’Italia dotarsi di 90 nuovi velivoli per un costo totale di circa 14 miliardi di euro.

Resta da capire come il governo italiano intende rinegoziare con gli Stati Uniti la parte che manca al completamento della flotta di F-35.

LA NUOVA COMMESSA

Come ha riportato per primo in Italia Giacomo Cavenna su AresDifesa, “i sei F-35 saranno suddivisi in cinque F-35A (Ctol) del lotto 14 ed un F-35B (Stovl, contesi tra Am e MM) sempre del lotto 14.

L’importo per la fornitura dei velivoli si attesta a 368 milioni di dollari (pari a circa 61 milioni di dollari a velivolo, considerare che la versione -B ha un costo superiore alla -A). Tale cifra molto probabilmente copre i costi di produzione del velivolo ma difficilmente include altre voci come motori, ricambi, etc.”.

Si prevede che la consegna si concluda entro giugno 2023.

LA FACO DI CAMERI

Il contratto menziona anche l’autorizzazione per il lavoro presso la struttura di assemblaggio e checkout finale (Faco) di Cameri, in Italia. Si tratta dell’unico sito di assemblaggio e checkout finale per gli F-35 in Europa.

La struttura gestita da Leonardo a Cameri viene utilizzata per assemblare F-35 per Italia e Paesi Bassi.

I VELIVOLI PRESI IN CONSEGNA FINORA

Al momento l’Italia ha preso in consegna 15 aerei F-35 di cui 12 F-35A e tre F-35B.

L’IMPEGNO DELL’ITALIA NEL PROGRAMMA JSF

L’Italia è partner di livello 2 del programma F-35 Joint Strike Fighter con l’impegno di acquistare  90 F-35 (ridotti nel 2012 dagli iniziali 131).

“Messi in hangar 28 aerei – gli ultimi giungeranno a cavallo fra il 2022 e il 2023 – sul totale di 90” – scriveva Silvio Lora Lamia su AnalisiDifesa – c’è da decidere una buona volta che cosa faremo dopo, cioè come, quando e con quanti denari completeremo la commessa con i rimanenti 62 aerei”.

L’IMPEGNO DEL MINISTRO GUERINI SUL PROGRAMMA

In una recente intervista pubblicata dall’Atlantic Council, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha confermato l’impegno nel programma F-35 nonostante le pressioni dei 5 Stelle a rinviare l’acquisto dei cacciabombardieri.

Guerini (Pd) ha affermato che in periodi di recessione “c’è sempre il rischio” che la difesa non sia vista come una priorità e che spesso si verifichi un calo della spesa. Tuttavia, ha aggiunto che il pubblico “deve essere consapevole” che il taglio della spesa per la difesa influisce principalmente sulla ricerca e lo sviluppo. Stessa tesi emersa anche dal recente webinar di Rid con Fincantieri, Leonardo, Mbda Italia, Elettronica e il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo (M5s).

AVVIATA LA FASE 2

Il titolare della Difesa ha ricordato inoltre di aver avviato la fase 2 del programma Jsf a fine novembre.

La Fase 2 riguarda la produzione pluriennale e comprende per l’Italia l’acquisizione di altri 27 velivoli (21 F-35A e 6 F-35B) che andranno ad aggiungersi ai 28 esemplari già ordinati.

“SFRUTTARE IL POTENZIALE DELL’INDUSTRIA DELLA DIFESA”

“Pertanto, in questa fase, dobbiamo sfruttare il pieno potenziale dell’industria della difesa nazionale” aveva sottolineato Guerini. “Un settore che è certamente ricco di diverse piccole e medie imprese ma anche caratterizzato da due principali attori di riferimento, con una presenza internazionale rilevante”. Il riferimento dunque a Leonardo e Fincantieri.

I SUCCESSI DI FINCANTIERI E LEONARDO

Il recente successo di Fincantieri negli Stati Uniti, che segue un’altra importante performance di Leonardo nello stesso mercato, ne è la prova migliore” evidenziava il ministro della Difesa. “Gli investimenti nella difesa sono uno strumento utile per perseguire la crescita e rilanciare il Paese, dato il più alto tasso di innovazione rispetto a qualsiasi altro settore e l’impatto sulle esportazioni, che secondo le stime recenti rappresentano il 70% dell’intera produzione”.

COME LA VENDITA DELLE DUE FREMM ALL’EGITTO

Il governo sta puntando dunque sulla difesa. In quest’ottica si inserisce anche il via libera per la fornitura per le 2 fregate Fremm di Fincantieri all’Egitto, oggetto di polemiche tra la maggioranza M5s-Pd-Leu.

“Per quanto riguarda gli aspetti industriali, Fincantieri porta a casa anche l’opzione per altre 2 Fremm e realizzerà le 2 unità che dovranno andare a rimpiazzare Bianchi e Schergat in seno alla flotta della Marina Militare. “Un’operazione “win win”, dunque, che denota anche – finalmente! – una certa maturità della classe politica che nella vicenda ha saputo tenere separati gli aspetti morali dagli affari di stato” ha commento il direttore di Rid Pietro Batacchi.

Non resta dunque da capire come si articolerà il proseguimento del programma F-35, anche alla luce del nuovo ordine.

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