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Leonardo-Finmeccanica, Fincantieri e non solo, ecco i dossier sul tavolo di Guerini alla Difesa

Conversazione con Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa (Rid). Proseguono gli approfondimenti di Start Magazine sulle prospettive dell'industria del settore

 

Passaggio di consegne alla Difesa. Ecco alcuni dei principali dossier che il nuovo titolare, Lorenzo Guerini (Pd), subentrato a Elisabetta Trenta (M5S), troverà sul tavolo di lavoro. Ne abbiamo parlato con Pietro Batacchi, direttore di Rid.

L’ITALIA AFFIANCA GB E SVEZIA NEL TEMPEST

Primo tra tutti, l’adesione italiana al programma Uk Tempest: il caccia multi-ruolo di sesta generazione che sarà realizzato per ora da Gran Bretagna e Svezia.

Negli ultimi mesi think tank, addetti ai lavori e aziende italiane del settore (Leonardo-Finmeccanica) avevano chiesto più o meno esplicitamente al governo Conte 1 di decidere sulla prossima generazione di velivoli da combattimento tra il progetto made in Uk e quello franco-tedesco.

Il programma britannico sarà in competizione infatti con l’iniziativa del Fcas (Future Combat Air System) franco-tedesco, guidata da Airbus e dalla francese Dassault. A febbraio al programma si è aggiunta anche la Spagna.

Tuttavia, non dovrebbero esserci stravolgimenti all’orizzonte. “Penso ci sarà continuità, non vedo motivazioni per cui il Conte 2 debba discostarsi dal Conte 1”.

Una scelta dunque piuttosto scontata per Batacchi e non solo perché il velivolo è sviluppato da un team guidato da BAE Systems, che agisce come prime contractor, e comprendente pure Rolls-Royce, Mbda e la divisione britannica dell’italiana Leonardo (ex Finmeccanica). Infatti oggi l’Italia ha firmato l’accordo.

“Il governo ha fatto una scelta di continuità, in linea con le esperienze pregresse come la partecipazione all’Eurofighter ed al Tornado”, ha detto Batacchi. Aderire a un programma britannico rappresenta anche uno smacco dall’asse franco-tedesco? “Scartare l’iniziativa Fcas non significa l’allontanamento di Roma da Parigi-Berlino, anzi. Piuttosto sono stati i tedeschi che si sono allontanati da quanto fatto in campo aeronautico negli ultimi cinquant’anni aggregandosi con i francesi che hanno sempre sviluppato da soli i propri velivoli”. “Partecipare in un programma aeronautico con inglesi e svedesi non vuol dire automaticamente abbracciare un discorso antieuropeo nel nome della Brexit”, sottolinea il direttore della rivista Rid.

CONFERMATO IL P.1HH MA NON ESCLUDE ALTRI DRONI

La scorsa settimana è avvenuta la firma sul decreto ministeriale per l’acquisto dei droni P1HH da parte dell’Aeronautica Militare.  Si tratta di una delle commesse più importanti attese dal gruppo Piaggio Aerospace, che sempre la scorsa settimana ha depositato il programma per il rilancio della società presso il Mise prima del termine di scadenza previsto.

Più volte l’Aeronautica aveva espresso perplessità sull’utilità del drone di Piaggio Aerospace. Tuttavia, secondo Batacchi la scelta del ministero della Difesa non preclude la partecipazione dell’Aeronautica agli altri progetti concorrenti. Da una parte l’Euromale, un programma multinazionale volto a dar vita ad un drone di capacità simili ma non uguali a quelle che erano previste per il P2HH, la versione 2 del P.1HH sviluppata insieme a Leonardo. Dall’altra il nuovo Falco Xplorer di Leonardo, derivante dalla piattaforma del Falco Evo già ampiamente collaudata, e concepito per sostituire i Predator-A.

GUERINI, UN MINISTRO PRO-DIFESA?

Torniamo al nuovo titolare di Palazzo Baracchini: “Ora si ripartirà dal nuovo ministro Guerini, che credo più vicino alla nostra idea del da farsi che non a quella del suo predecessore”, ha scritto Germano Dottori, analista di relazioni internazionali, docente di geopolitica alla Luiss e consigliere scientifico di Limes, dopo la fine del suo incarico di consigliere per gli affari delegati del sottosegretario alla Difesa, Raffaele Volpi (Lega). Chiara dunque la frecciatina all’uscente ministro Elisabetta Trenta e ai mai celati dissensi con i vertici militari e con il movimento di Matteo Salvini. Né d’accordo né in disaccordo con l’esternazione di Dottori il direttore di Rid: “Non mi sento di esprimere un giudizio sul merito finché non avremo contezza delle scelte operate dal neo ministro Lorenzo Guerini”.

F-35, LENTAMENTE VERSO LA CONFERMA

Altra urgenza che si presenterà al neo ministro è la decisione sugli F-35. L’Italia è partner di Livello II del programma Joint Strike Fighter (Jsf), cacciabombardiere di quinta generazione, assemblato da Leonardo (ex Finmeccanica) per conto della statunitense Lockheed Martin nello stabilimento Faco di Cameri (Novara). Come ricordava già a giugno Batacchi, l’Italia avrebbe dovuto acquisire ed impegnarsi per 38 velivoli entro il 2020, ma come noto questo numero è sceso a 27-28, ed al momento non c’è nessun impegno per i velivoli successivi al lotto n.14. Adesso l’esecutivo non può più rimandare, altrimenti il programma rischierebbe ulteriori ritardi con relative conseguenze industriali.

“Non vedo impedimenti sul proseguimento del programma, a parte la probabile opposizione di una componente della maggioranza (parte del M5S e LeU) da sempre contraria agli F-35”, spiega Batacchi. A spingere l’esecutivo verso la conferma dei velivoli per il direttore di Rid “contribuirà anche l’orientamento favorevole del Quirinale, in continuità con la Presidenza Napolitano, e nell’ambito della tradizionale relazione bilaterale con gli Usa”.

LONTANO IL CAMPIONE LEONARDO-FINMECCANICA

Infine, come ha sottolineato l’analista Arcangelo Milito, è riemerso “un interessante dibattito riguardante le prospettive dell’Italia nell’industria europea e con attenzione specifica sia alla politica della difesa in senso stretto, sia al binomio Leonardo-Fincantieri, prodotti della scomposizione del gruppo Finmeccanica negli anni 2000. Oggi si parla insistentemente di fusione Leonardo-Fincantier. Grazie anche alla presenza a Bruxelles del commissario italiano Paolo Gentiloni torneranno in auge le suggestioni sul campione unico Leonardo-Fincantieri? “Improbabile, non di certo nel breve periodo”, risponde Batacchi. D’altronde “Fincantieri si è staccata da Finmeccanica 50 anni fa e ora sarebbe davvero pronta a riunirsi? Senza dimenticare che il colosso triestino della cantieristica navale è decisamente occupato su altri fronti: dalla neo joint-venture con Naval Group all’attesa dell’appovazione da parte dell’antitrust europeo dell’operazione sugli Chantiers de l’Atlantique”.

Infine, Batacchi ricorda come “un’altra urgenza ha che fare con il completamento del sistema G2G italiano, in particolare riguardo alla modifica del Codice dell’Ordinamento Militare, all’Art.537 Ter, per consentire alla Difesa di condurre pure attività “contrattuale” apponendo la propria firma su un’offerta e/o un contratto per la fornitura di beni e servizi militari dell’industria nazionale ad un Passe estero. Questa riforma consentirebbe finalmente anche all’Italia di mettersi sullo stesso piano degli altri grandi attori internazionali e rafforzerebbe notevolmente il nostro export militare”. Senza dimenticare che è necessario anche riprendere in mano la Riforma Di Paola, “pessimamente attuata e distante da come Di Paola l’aveva pensata”.

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