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Sia

Governo e Cdp puntano a un campione nazionale con PagoPa, Sia e Nexi?

Che cosa si dice nella maggioranza di governo e in alcuni ministeri su PagoPa, Sia e Nexi. Fatti, parole, rumors, analisi e scenari

Prove tecniche di campione nazionale nel settore dei pagamenti elettronici fra PagoPa, Sia e Nexi?

La base per questo progetto che sta prendendo piede nel governo e nelle istituzioni potrebbe essere la società PagoP, che peraltro non è ancora riuscita a coinvolgere tutte le amministrazioni pubbliche.

La seconda gamba di questo progetto che viene caldeggiato da tempo nella maggioranza di governo e che vedrebbe la Cassa depositi e prestiti in prima linea sarebbe Sia, la società che come maggiore azionista ha un fondo controllato da Cdp e Poste Italiane (che da tempo ha mire e ambizioni proprio su Sia e Nexi).

Ma lo scenario sistemico – che ambienti politici della maggioranza ma anche settori del Tesoro stanno studiando – prevede in una fase successiva il coinvolgimento anche di Nexi, la società appena sbarcata in Borsa per volere dei fondi azionisti e che ha fatto splash (qui e qui gli ultimi approfondimenti di Start Magazine).

Al momento, comunque, a livello governativo il focus è concentrato su PagoPa.

Il decreto sulle Semplificazioni prevede oltre allo sviluppo di io.italia.it – il punto di accesso telematico dei servizi online della PA e la piattaforma digitale nazionale dati, che permetterà di estrarre conoscenza dai big data della Pubblica amministrazione – soprattutto la costituzione di una nuova SpA interamente partecipata dallo Stato sui pagamenti digitali verso la pubblica amministrazione che aiuterà il Presidente del Consiglio a diffondere PagoPA.

Questa nuova spa “in house” passa di fatto da AgID (l’Agenzia per l’Italia digitale ora diretta da Teresa Alvaro) alla presidenza del Consiglio dei Ministri – sono previste spese per 5 milioni di euro all’anno fino al 2021 – con l’obiettivo secondo il governo di rendere più semplice, sicuro e trasparente qualsiasi pagamento verso la Pubblica Amministrazione e per “assicurare la capillare diffusione del sistema di pagamento elettronico attraverso la piattaforma” stessa (qui l’approfondimento di Start Magazine).

Nelle pubbliche amministrazione c’è fermento e ci sono anche auspici. Come quello espresso su Start Magazine da Pietro Soleti, direttore generale di Iconto (Istituto di pagamento di InfoCamere): “La piattaforma pagoPa rappresenta senza dubbio una best practice a livello europeo, ma le difficoltà che incontra nel portare a bordo le pubbliche amministrazioni sono il sintomo della lentezza dello switch off digitale. L’approccio scelto è stato orizzontale ossia quello di proporre alla PA il pagamento con strumenti elettronici di tutti i processi, ma molti di questi sono ancora tradizionali e non digitali; il risultato? Continui rinvii dell’obbligatorietà di pagoPa”, ha scritto.

A breve la piattaforma PagoPa potrebbe approdare in Cassa depositi e prestiti, scrive oggi Mf-Milano Finanza. La società PagoPa, di fatto, è candidata a diventare il nodo unico di pagamento per tutte le amministrazioni pubbliche, visto che già da oggi può contare sull’adesione di 17.000 amministrazioni (più del 73% del totale) e 400 prestatori di servizio aderenti, per oltre 2,3 miliardi di euro di transazioni.

Un collegamento tra PagoPa e Sia c’è già visto che il partner tecnologico di PagoPa è Sia, la società partecipata da Cdp tramite il fondo Fsia Investimenti (che vede Fsi Investimenti di Cdp al 70% e Poste Italiane al 30%) che ha il 49,48% della società guidata da Nicola Cordone. Non solo: alla vicepresidenza di Sia – su indicazione della Cdp – è arrivato Massimo Sarmi, già numero uno di Poste Italiane e ora vicino alla Lega di Matteo Salvini. E tra gli obiettivi dell’ultimo piano industriale della società guidata da Fabrizio Palermo – che giorni fa ha inaugurato nell’ambito di un piano di espansione territoriale del gruppo Cdp una sede a Verona proprio alla presenza di Salvini – c’è la promozione di soluzioni per la digitalizzazione dei pagamenti verso le pubbliche amministrazioni ed enti locali.

Come detto, lo scenario sistemico gradito a livello governativo e istituzionale sarebbe un campione nazionale che includesse anche Nexi. Ma come avviene anche nel caso di Sia, sarebbero le banche azioniste delle due società a nicchiare (qui e qui sul tema gli ultimi approfondimenti di Start Magazine). Anche se alcuni osservatori del settore – al corrente di dossier e pour parler – sono scettici sulla reale fattibilità di questi scenari.

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