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Google

Chi beneficerà della libreria di privacy differenziale di Google

La biblioteca di privacy differenziale messa a disposizione da Google ha lo scopo di aiutare i data scientist a costruire prodotti che utilizzano dati aggregati anonimizzati, in modo che la privacy resti protetta

 

Big G ti aiuterà a fare come Big G. Google ha annunciato che renderà open source la sua libreria di privacy differenziale. Si tratta di uno strumento interno che il colosso di Mountain View utilizza per trarre in modo sicuro approfondimenti da set di dati che contengono i dati personali sensibili dei propri utenti.

A CHE SERVE LA PRIVACY DIFFERENZIALE

Google ha dichiarato di aver utilizzato la privacy differenziale per fare cose come calcolare i piatti più popolari di un ristorante o determinare quali ore del giorno un negozio è più frequentato. Attraverso la privacy differenziale si possono migliorare i servizi di profilazione e previsione dei comportamente degli utenti senza il pericolo di tracciare l’identità dei fornitori di dati. Estrarre più valore dai dati senza il pericolo di poter ricostruire l’identità di un singolo. Inoltre, questa consente di estrarre più informazioni possibili per alimentare i sistemi di intelligenza artificiale e machine learning.

SFRUTTATA ANCHE DA APPLE

La tecnica è il fondamento dell’approccio di Apple all’apprendimento automatico orientato alla privacy. Consente al colosso di Cupertino di estrarre dati dagli utenti di iPhone, di anonimizzarli statisticamente e di ricavare informazioni utili che possono aiutarlo a migliorare, ad esempio, i suoi algoritmi Siri nel tempo.

UNA MANO AGLI SVILUPPATORI

Qualsiasi sviluppatore potrà dunque accedere a questa libreria e costruire i propri strumenti in grado di lavorare con dati aggregati senza rivelare informazioni di identificazione personale degli utenti.

“L’analisi della privacy differenziale è un approccio di principio che consente alle imprese di apprendere dalla maggior parte dei loro dati, garantendo allo stesso tempo che tali risultati non consentano di distinguere o identificare i dati di una persona”, ha spiegato Google in un post.

UNA MOSSA PER GLI ALTRI O PER GOOGLE?

Il gigante tecnologico tende dunque una mano agli altri. La privacy differenziale è senza dubbio uno strumento utile per gli sviluppatori e consentirà loro di costruire strumenti che analizzano i dati personali senza compromettere la privacy degli utenti. La mossa di Google mira a dunque rendere la tecnologia ampiamente disponibile.

PRONTA INDAGINE DELL’ANTITRUST USA

Tuttavia, dietro potrebbe esserci lo sforzo di Google tranquillizzare le authority sulla solita questione della privacy e della posizione dominante nel mercato. Non a caso proprio venerdì, il colosso di Mountain View ha ammesso che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sta esaminando le sue pratiche commerciali. La scure dei regolatori si sta abbassando sui big tech. Sempre venerdì infatti il procuratore generale di New York Letitia James ha annunciato un’analoga indagine su Facebook.

Il gigante della ricerca ha anche detto che si sta preparando per il controllo da parte di 36 procuratori generali. L’indagine contro Google dovrebbe essere annunciata lunedì, in una conferenza stampa davanti alla Corte Suprema.

“Non vediamo l’ora di mostrare come stiamo investendo nell’innovazione, fornendo servizi che le persone desiderano e impegnandosi in una concorrenza solida ed equa”, ha dichiarato Kent Walker, vice presidente senior per gli affari globali di Google.

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