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Perché la Cina sega WhatsApp e Threads dall’App Store. Report Nyt

Apple ha dichiarato di aver rimosso WhatsApp e Threads dalla sua offerta di applicazioni per la Cina su ordine di Pechino, nel bel mezzo alle tensioni tecnologiche tra Stati Uniti e Cina, scrive il New York Times.

Venerdì scorso Apple ha dichiarato di aver rimosso le app WhatsApp e Threads, di proprietà di Meta, dal suo App store in Cina su ordine del governo, con una potenziale escalation della guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina, scrive il New York Times.

LA POSIZIONE DI APPLE

L’azienda produttrice di iPhone ha dichiarato che l’autorità cinese di regolamentazione di Internet, la Cyberspace Administration, ha ordinato la rimozione di WhatsApp e Threads dal suo app store per motivi di sicurezza nazionale. Apple ha dichiarato di essersi adeguata perché “siamo obbligati a seguire le leggi dei Paesi in cui operiamo, anche quando non siamo d’accordo”.

PERCHÉ IL GOVERNO CINESE HA ORDINATO LA RIMOZIONE DI WHATSAPP E THREADS

Un portavoce di Meta ha indirizzato le richieste di commento ad Apple. Il Wall Street Journal ha riportato in precedenza la rimozione delle applicazioni da parte di Apple.

Una persona informata sulla situazione ha dichiarato che il governo cinese ha trovato su WhatsApp e su Threads contenuti incendiari sul presidente cinese, Xi Jinping, che violano le leggi sulla sicurezza informatica del Paese. Non è chiaro quali siano i contenuti specifici.

TUTTA LA “PULIZIA” CINESE SULL’APP STORE

Venerdì sono state rimosse dall’App Store di Apple in Cina anche diverse altre app di messaggistica globali, tra cui Signal, con sede negli Stati Uniti, e Telegram, con sede a Dubai, secondo Appfigures, una società di ricerche di mercato che analizza l’economia digitale.

IL BLOCCO DI TIKTOK IN AMERICA

Le mosse hanno spinto Apple e Meta in un’intensificazione della lotta per la tecnologia tra Stati Uniti e Cina.

Negli Stati Uniti, il Congresso (prima la Camera dei Rappresentanti poi il Senato), ha approvato una legge che costringerà la società internet cinese ByteDance a vendere la sua popolare applicazione video TikTok o a vietarla negli Stati Uniti.

I legislatori statunitensi hanno affermato che TikTok rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale a causa dei suoi legami con la Cina. I funzionari cinesi hanno condannato la spinta a forzare la vendita di TikTok.

SULLA SCIA DELLA GUERRA TECNOLOGICA TRA USA E CINA

La Casa Bianca si è anche recentemente adoperata per limitare l’accesso di Pechino a tecnologie avanzate che potrebbero essere utilizzate in guerra, nonché per estendere le restrizioni ai dollari americani utilizzati per finanziare lo sviluppo di tali tecnologie all’interno dei confini cinesi. Pechino ha risposto vietando i chip di memoria della Micron, azienda americana produttrice di chip, e ha cercato di limitare le vendite di altre aziende americane produttrici di chip.

IN CINA BLOCCATI FACEBOOK E INSTAGRAM DA TEMPO

La Cina ha da tempo bloccato i siti web americani, tra cui Facebook e Instagram, utilizzando un elaborato sistema chiamato Great Firewall. Anche se WhatsApp, uno dei servizi di messaggistica più popolari al mondo, e Threads, un’app simile a X per le conversazioni digitali, sono state ammesse negli app store, non sono state molto utilizzate in Cina. Le app sono state messe in ombra da quelle cinesi come WeChat, di proprietà della società internet cinese Tencent.

I CINESI HANNO SCARICATO WHATSAPP E THREADS

Tuttavia, gli utenti cinesi hanno potuto scaricare WhatsApp e utilizzarlo con l’aiuto di una rete privata virtuale, o VPN, utilizzata per creare connessioni web sicure e visualizzare contenuti vietati in Cina.

WhatsApp è stato scaricato 15 milioni di volte sugli iPhone in Cina dal 2017, mentre Threads è stato scaricato 470.000 volte, secondo Appfigures.

LA VULNERABILITÀ DEL COLOSSO DI CUPERTINO

Apple è stata più vulnerabile della maggior parte delle aziende alle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina. È diventata una delle società pubbliche di maggior valore al mondo sfruttando la vasta forza lavoro e produttiva della Cina per costruire i suoi iPhone e poi vendere i dispositivi alla crescente classe media del Paese. La Cina rappresenta oggi circa un quinto delle vendite annuali di Apple, oltre 68 miliardi di dollari l’anno scorso.

Per anni, Apple si è piegata alle richieste di Pechino di bloccare una serie di app, tra cui giornali, VPN e servizi di messaggistica criptati. Ha anche costruito un centro dati nel Paese per ospitare le informazioni iCloud dei cittadini cinesi, che includono contatti personali, foto ed e-mail.

TIM COOK GUARDA ALL’INDIA E AL VIETNAM PER ASSEMBLARE GLI IPHONE

Con il deteriorarsi delle relazioni tra Stati Uniti e Cina, Apple ha iniziato a diversificare la propria catena di approvvigionamento e ha iniziato ad assemblare iPhone, AirPods e Apple Watch in India e Vietnam.

Tim Cook, amministratore delegato di Apple, è stato in Asia la scorsa settimana  settimana, e lì ha visitato i fornitori in Vietnam e ha parlato con il presidente dell’Indonesia per la costruzione di un impianto di produzione in quel Paese.

LE CONSEGUENZE PER META

Per Meta, le ripercussioni saranno probabilmente meno dirette, dato che molte delle sue app sono già state vietate in Cina. Meta guadagna comunque da aziende cinesi come Temu e Shein, che pagano per inserire pubblicità all’interno di Instagram e Facebook.

I RAPPORTI NON SEMPLICI TRA LE DUE BIG TECH AMERICANE

Meta e Apple hanno da tempo un rapporto aziendale non facile. Apple ha introdotto maggiori restrizioni sui tipi di tracciamento che le aziende possono effettuare sui suoi dispositivi, limitando fortemente la capacità di Meta di ottenere informazioni sul comportamento degli utenti per la sua attività di pubblicità digitale. Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Meta, ha pubblicamente inveito contro quelle che ritiene essere le linee guida sulla privacy troppo restrittive di Apple.

 

(Estratto dalla rassegna stampa di eprcomunicazione)

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