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Gnl

Ecco come gli Stati Uniti hanno superato la Russia con l’export di Gnl. E la Cina…

Nel 2023 gli Stati Uniti, già superpotenza produttiva di petrolio e gas, sono diventati i primi esportatori al mondo di Gnl: quanto ha influito la guerra in Ucraina? La Cina, invece, è la maggiore acquirente di combustibile liquefatto.

Oltre a essere i maggiori produttori di petrolio e gas naturale, nel 2023 gli Stati Uniti sono anche diventati i primi esportatori al mondo di gas naturale liquefatto (GNL), superando l’Australia e il Qatar.

STATI UNITI, AUSTRALIA E QATAR: I MASSIMI ESPORTATORI DI GNL NEL 2023

L’anno scorso, stando ai dati di Bloomberg, l’America ha esportato 91,2 milioni di tonnellate di GNL. Si tratta di un volume record, reso possibile soprattutto dalla riattivazione del grande terminale di Freeport LNG in Texas, rimasto chiuso per diversi mesi dopo un incendio scoppiato nel giugno 2022.

Nel 2023 il Qatar, che nel 2022 era stato il maggiore esportatore di GNL, ha visto invece contrarsi il suo export dell’1,9 per cento – il primo calo dal 2016 -, posizionandosi terzo nella classifica dei massimi venditori del combustibile liquefatto. Al secondo posto c’è infatti l’Australia, i cui volumi sono rimasti stabili tra 2022 e 2023.

NEL 2024 L’AMERICA RAFFORZERÀ LA SUA POSIZIONE?

Nel 2024 gli Stati Uniti potrebbero rafforzare ulteriormente la loro posizione grazie all’entrata in funzione di due nuovi impianti: quello di Plaquemines in Louisiana, di proprietà dell’azienda Venture Global; e quello di Golden Pass in Texas, gestito da una joint venture tra ExxonMobil e la compagnia petrolifera qatariota QatarEnergy. In totale, una volta raggiunta la piena capacità, le due strutture aggiungeranno altri 38 milioni di tonnellate all’output americano di GNL.

– Leggi anche: Gnl, ecco chi sono le aziende Usa che lo venderanno (forse) all’Europa. Il ruolo di Blackrock

IL RUOLO DELLA GUERRA IN UCRAINA

Con l’inizio della guerra in Ucraina e i piani europei di distacco energetico dalla Russia – nettamente la prima fornitrice di gas naturale del blocco fino al 2021 -, le esportazioni di GNL americano verso l’Unione sono cresciute molto: nel 2022 sono più che raddoppiate rispetto all’anno precedente, passando da 22 a 56 miliardi di metri cubi. Per fare un paragone, nel 2021 l’Unione europea aveva ricevuto dalla Russia 155 miliardi di metri cubi di gas.

Nel giugno 2022, per la prima volta nella storia, l’Unione europea ha importato più GNL dagli Stati Uniti che gas via tubi dalla Russia.

L’invasione dell’Ucraina ha certamente modificato il contesto energetico nel Vecchio continente e ha migliorato – come ha ricordato Stephen Stapczynski, giornalista esperto di energia – le condizioni di fattibilità di alcuni progetti statunitensi di GNL che forse non avrebbero visto la luce, e che apriranno nei prossimi anni. Ma i terminali che nel 2023 hanno permesso all’America di diventare la maggiore esportatrice al mondo del combustibile sono entrati in funzione ben prima che cominciasse la guerra in Ucraina.

Prima della crisi dei prezzi europei dell’energia, inoltre, il GNL statunitense si dirigeva soprattutto in Asia, per ragioni di maggiore convenienza. Oggi la destinazione principale è invece il Vecchio continente, che lo scorso dicembre ha attratto il 61 per cento delle esportazioni totali; la quota dell’Asia, al secondo posto, era del 26,6 per cento.

Benché sia vero che gli Stati Uniti cercassero da tempo di convincere i paesi europei a ridurre la dipendenza dal gas russo e ad aumentare gli acquisti di quello americano, la Casa Bianca non ha nessuna autorità per dire alle aziende nazionali dove vendere e a quale prezzo: vige il libero mercato. Alle aziende, del resto, non interessano i calcoli geopolitici ma il profitto; e non rispondono al governo, ma agli investitori.

LA CINA È LA PRIMA IMPORTATRICE DI GNL

Nel 2023 la Cina è stata la maggiore importatrice di GNL: gli acquisti sono ammontati a 71 milioni di tonnellate, il 12 per cento in più rispetto ai volumi del 2022, quando i prezzi alti dell’energia e le restrizioni anti-coronavirus avevano fatto diminuire notevolmente la domanda.

I livelli delle importazioni del 2023 sono inferiori a quelli del 2021, ma le previsioni dicono comunque che Pechino sarà una delle principali forze trainanti della domanda di gas liquefatto per i prossimi anni: secondo Rystad Energy, le importazioni cinesi di GNL raggiungeranno gli 84 milioni di tonnellate al 2025 e i 136 milioni di tonnellate entro il 2030. Può essere un problema per l’Europa, che ha aumentato la sua dipendenza dal GNL in sostituzione del combustibile russo e che potrebbe dunque ritrovarsi a competere con la Cina per accaparrarsi le forniture disponibili sul mercato.

L’anno scorso la Cina ha importato il 17 per cento di tutti i carichi di GNL, mentre l’Europa occidentale il 26 per cento. Il gas naturale, però, ha un elevato potenziale di crescita nel mix energetico cinese: la sua quota è dell’8,5 per cento appena ma potrebbe aumentare per sostituire la capacità a carbone, maggiormente emissiva.

– Leggi anche: Perché la Cina si scalderà con il gas liquefatto Usa

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