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Come e perché il Gnl americano riscalderà l’Europa

Nonostante i limiti impiantistici, a settembre gli Stati Uniti hanno aumentato le esportazioni di Gnl all'Europa. Tutti i numeri e i dettagli.

Stando ai dati di Refinitiv, a settembre le aziende statunitensi di gas liquefatto (GNL) hanno aumentato le esportazioni in Europa, che ha bisogno di forniture con cui sostituire quelle russe.

È una notizia sorprendente, considerato che dallo scorso giugno un importante terminale di Freeport LNG in Texas – ci passa un quinto delle spedizioni americane di GNL – è fuori uso per un incendio, e pare che non riaprirà prima di novembre.

I NUMERI DI SETTEMBRE

Il mese scorso, dunque, un totale di ottantasette carichi di GNL, contenenti in tutto 6,3 milioni di tonnellate di combustibile, hanno lasciato i porti degli Stati Uniti. È un volume superiore a quello di agosto (6,25 milioni di tonnellate), ma comunque inferiore alle oltre 7 milioni di tonnellate esportate nei primi mesi del 2022.

4,37 MILIONI DI TONNELLATE DI GNL AMERICANO ALL’EUROPA

Quasi il 70 per cento degli ottantasette carichi – pari a 4,37 milioni di tonnellate di GNL – si è diretto in Europa. Nei due mesi precedenti la percentuale di metaniere in rotta verso il Vecchio continente era stata inferiore, rispettivamente del 56 e del 63 per cento.

– Leggi anche: Come e perché i petrolieri americani geleranno gli europei

CRESCONO I PREZZI DEL GAS ANCHE NEGLI USA

A settembre i prezzi del gas naturale sul mercato spot (il mercato giornaliero e all’ingrosso) all’Henry Hub (l’equivalente americano del TTF europeo) sono saliti a 7,88 dollari per milione di British termal unit (mmBtu), il valore più alto dal 2008.

In Europa, nello stesso mese, i prezzi del gas erano su una media di 57,90 dollari per mmBtu.

COSA SUCCEDERÀ AGLI IMPIANTI AMERICANI

Le società energetiche statunitensi hanno inviato a settembre, ogni giorno, 11,5 miliardi di piedi cubi ai sette grandi terminali di liquefazione di cui dispone il paese, così da trasformarli in GNL e caricarli sulle navi.

L’impianto di Freeport LNG riaprirà parzialmente a novembre, per raggiungere la piena capacità entro marzo 2023. Ma si stima che la capacità di esportazione americana di GNL non crescerà in maniera significativa prima del completamento dei nuovi terminali di esportazione. Peraltro, a ottobre è prevista la chiusura dell’impianto di Cove Point LNG, nel Maryland, per lavori di manutenzione.

LE PROSPETTIVE GLOBALI

A livello globale, stando a un’indagine di Rystad Energy, gli investimenti in nuove infrastrutture per il GNL dovrebbero arrivare a 42 miliardi di dollari nel 2024: è una cifra venti volte più alta di quella spesa nel 2020, quando i progetti di GNL ricevettero appena 2 miliardi. Secondo Rystad, grazie ai nuovi impianti ci sarà un raddoppiamento dell’offerta globale di GNL nel 2030, a 636 milioni di tonnellate.

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