Novatek, la più grande azienda produttrice di gas liquefatto in Russia, ha sospeso le attività nel progetto Arctic LNG 2 per via delle sanzioni internazionali e della carenza di metaniere, le navi destinate al trasporto del combustibile.
Arctic LNG 2, come il nome suggerisce, si trova nell’Artico siberiano russo; la liquefazione del gas in una delle tre unità (“treni”, in gergo) era iniziata lo scorso dicembre e il sito avrebbe dovuto avviare le consegne commerciali nel primo trimestre del 2024. Ma i piani – scrive Reuters sulla base delle informazioni ricevute da due fonti – sono stati scombinati dall’inclusione del progetto tra gli asset russi sanzionati per l’aggressione all’Ucraina: gli azionisti stranieri hanno congelato le loro partecipazioni, e Novatek ha dovuto dichiarare la forza maggiore.
CHI CONTROLLA ARTIC LNG 2
Novatek possiede il 60 per cento delle quote di Arctic LNG 2. Gli altri azionisti – tutti con una quota del 10 per cento ciascuno – sono la società energetica francese TotalEnergies, le compagnie petrolifere cinesi CNPC e CNOOC e il consorzio giapponese Japan Arctic LNG (ne fanno parte il conglomerato Mitsui e la corporazione statale JOGMEC).
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UN BRUTTO COLPO AI PIANI DELLA RUSSIA SUL GNL
Secondo Reuters, la sospensione di Arctic LNG 2 assesta un brutto colpo agli obiettivi energetici della Russia, che vorrebbe arrivare a controllare un quinto del mercato globale del gas liquefatto (GNL) entro il 2030-2035. Attualmente il paese è il quarto maggiore produttore di GNL, con una capacità di esportazione di 32,6 milioni di tonnellate. I primi esportatori al mondo sono gli Stati Uniti, con oltre 91 milioni di tonnellate nel 2023.
LA SITUAZIONE DI ARCTIC LNG 2
Una delle fonti ha detto a Reuters che il primo treno di liquefazione di Arctic LNG 2 resterà inattivo fino alla fine di giugno; le altre due unità verranno consegnate in futuro, ma non è chiaro quando. Insieme, i tre treni avranno una capacità produttiva di 19,8 milioni di tonnellate di GNL all’anno e di 1,6 milioni di tonnellate di gas condensato.
Secondo le fonti dell’agenzia, Arctic LNG 2 ha prodotto 425 milioni di metri cubi di GNL a dicembre 2023, scesi a 250 milioni a gennaio e ad appena 83 milioni – quest’ultimo dato proviene dal quotidiano economico russo Vedomosti – a febbraio.
LA CARENZA DI NAVI ROMPIGHIACCIO
Il problema principale di Arctic LNG 2 è la carenza di navi specializzate per il trasporto di GNL, che viene raffreddato a una temperatura di -163 gradi Celsius, e attrezzate per la navigazione nelle acque ghiacciate dell’Artico. Già a settembre su Startmag avevamo segnalato come alla Russia manchino le navi cisterna attrezzate a rompighiaccio: ne possiede appena otto.
Novatek sostiene che Artic LNG 2 verrà dotato di quindici metaniere rompighiaccio modello Arc7, che verranno costruite nel grande cantiere navale di Zvezda. Altre sei imbarcazioni Arc7 avrebbero dovuto essere realizzate dal gruppo sudcoreano Hanwha Ocean (precedentemente noto come Daewoo Shipbuilding), ma almeno tre di queste sono state cancellate per via delle sanzioni: il committente era infatti una società russa, Sovcomflot.
Attualmente, pare che Artic LNG 2 possa contare su tre sole metaniere rompighiaccio: la Alexei Kosygin, la Pyotr Stolypin e la Sergei Witte. Il problema della carenza di imbarcazioni è stato menzionato anche dal vice-primo ministro russo Alexander Novak.