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Nichel

Perché Ue e Usa non possono fare a meno del nichel russo

L'Unione europea e gli Stati Uniti non hanno imposto sanzioni contro Vladimir Potanin, l'oligarca presidente di Nornickel, e anzi hanno aumentato molto le importazioni di nichel e alluminio dalla Russia. Tutti i dettagli.

Perché Ue e Usa non possono fare a meno del nichel russo?

Nonostante le numerose sanzioni imposte dopo l’invasione dell’Ucraina e la volontà di privare il Cremlino di valuta estera, l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno aumentato gli acquisti di metalli industriali dalla Russia.

QUANTO CRESCONO GLI ACQUISTI DI METALLI

Da marzo a giugno scorsi, infatti, le importazioni europee e americane di nichel e di alluminio sono cresciute del 70 per cento, per un valore totale di quasi 2 miliardi di dollari, stando al database Commodity Trade (Comtrade) delle Nazioni Unite.

LO STATO DELL’ECONOMIA RUSSA

L’agenzia Reuters, che ha analizzato i dati, scrive che la compravendita di nichel e alluminio “evidenziano la difficoltà dell’Occidente di esercitare pressioni sull’economia russa”, che sta performando meglio di quanto si credeva grazie al commercio di materie prime energetiche e metalliche, benché le sanzioni stiano avendo un impatto concreto su alcuni settori e aggravando le prospettive di sviluppo futuro del paese.

LE IMPORTAZIONI DI NICHEL

La Russia vale circa il 10 per cento della produzione mondiale di nichel, un metallo fondamentale per la produzione di acciaio inossidabile e delle batterie per i veicoli elettrici. La società Nornickel (o Norilsk Nickel), presieduta da Vladimir Potanin, rappresenta da sola il 15-20 per cento dell’output globale di nichel adatto alle batterie.

Nel periodo marzo-giugno 2022, le importazioni di nichel russo da parte degli Stati Uniti sono cresciute del 70 per cento su base annua. Nello stesso periodo, quelle dell’Unione europea sono aumentate del 22 per cento.

Subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina i prezzi del metallo hanno superato i 100mila dollari per tonnellata alla London Metal Exchange (la più importante borsa di scambio di contratti sui metalli), rispetto ai 20.530 dollari di inizio 2022. L’8 marzo la borsa sospese gli scambi, attirandosi forti critiche.

NESSUNA SANZIONE A POTANIN

A fine giugno il Regno Unito ha imposto sanzioni contro il presidente di Nornickel, Vladimir Potanin, che ne possiede il 36 per cento. Aveva già fatto lo stesso il Canada; gli Stati Uniti e l’Unione europea, invece, no. Potanin è il secondo uomo più ricco della Russia (dopo il magnate dell’acciaio Vladimir Lisin) ed è uno degli oligarchi maggiormente vicini al presidente Vladimir Putin.

Nornickel è un grosso produttore non solo di nichel ma anche di palladio (con una quota del 40 per cento sul totale mondiale), un altro metallo impiegato nell’industria automobilistica: lo si utilizza nelle marmitte catalitiche che permettono di ridurre le emissioni dei veicoli con motore a combustione interna.

A differenza dell’Unione europea, il settore automobilistico ha un peso ridotto nel Regno Unito, che vale solo l’1,1 per cento della produzione globale di auto. A Londra tuttavia – come ricordato – ha sede la London Metal Exchange.

LE IMPORTAZIONI DI ALLUMINIO

Quanto all’alluminio, la Russia è il paese che ne produce di più al mondo dopo la Cina, con una quota del 6 per cento sul totale globale.

Nel periodo marzo-giugno 2022, l’Unione europea ne ha importato da Mosca in media per 78.207 tonnellate al mese, il 13 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2021. L’autorità del porto di Rotterdam, il più grande d’Europa, ha fatto sapere che i volumi di alluminio russo gestiti sono cresciuti dello 0,8 per cento nel primo semestre del 2022, e i carichi break bulk (quelli non spediti nei container) del 17,7 per cento.

Negli Stati Uniti, invece, la crescita in termini percentuali è stata più alta (+21 per cento), anche se le quantità mensili acquistate dalla Russia sono state inferiori (23.049 tonnellate). Le aziende siderurgiche americane non possono fare a meno dell’alluminio russo perché stanno già rinunciando a quello cinese.

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